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La Tav, le fake e l’autolesionismo (verde) del sindaco di Lione

Andrea Giuricin

Grégory Doucet dice che la Torino-Lione è un'opera sbagliata ma allo stesso tempo chiede di aumentare il trasporto ferroviario: gli si spieghi che servono anche binari e gallerie

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Roma. Il neo sindaco ecologista di Lione, Grégory Doucet, ha affermato sulla Stampa che vuole più trasporto ferroviario, ma crede che la Torino-Lione sia un’opera sbagliata. Il Movimento 5 stelle si è subito allineato a questa dichiarazione, senza pensare a cosa serva la nuova linea ferroviaria tra Italia e Francia, portando inoltre inesattezze circa la relazione della Corte dei conti europea sulla Tav. La Corte dice che le colpe dei ritardi dell’opera sono dovute proprio alla politica che è “fallimentare nelle procedure di coinvolgimento dei portatori d’interesse” e questo “sfocia in contenziosi dinanzi ai tribunali nazionali, con conseguente slittamento dell’inizio dei lavori”. E’ proprio la Corte che indica la Torino–Lione come cattivo esempio di questo processo che porta a ritardi e sovra-costi. La politica non è stata in grado di prendere decisioni sulle grandi opere, seguendo i movimenti Nimby (dall’inglese “Not in my back yard”), la Torino-Lione verrà conclusa con 15 anni di ritardo. Tra le altre cose, la Corte sottolinea che le “debolezze nel processo di analisi costi-benefici incidono sulla qualità del processo decisionale” e che la valutazione costi benefici voluta dall’ex ministro alle Infrastrtuttre, Danilo Toninelli, non è “mai stata convalidata dalla Francia e la Commissione non è stata consultata”. 

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Roma. Il neo sindaco ecologista di Lione, Grégory Doucet, ha affermato sulla Stampa che vuole più trasporto ferroviario, ma crede che la Torino-Lione sia un’opera sbagliata. Il Movimento 5 stelle si è subito allineato a questa dichiarazione, senza pensare a cosa serva la nuova linea ferroviaria tra Italia e Francia, portando inoltre inesattezze circa la relazione della Corte dei conti europea sulla Tav. La Corte dice che le colpe dei ritardi dell’opera sono dovute proprio alla politica che è “fallimentare nelle procedure di coinvolgimento dei portatori d’interesse” e questo “sfocia in contenziosi dinanzi ai tribunali nazionali, con conseguente slittamento dell’inizio dei lavori”. E’ proprio la Corte che indica la Torino–Lione come cattivo esempio di questo processo che porta a ritardi e sovra-costi. La politica non è stata in grado di prendere decisioni sulle grandi opere, seguendo i movimenti Nimby (dall’inglese “Not in my back yard”), la Torino-Lione verrà conclusa con 15 anni di ritardo. Tra le altre cose, la Corte sottolinea che le “debolezze nel processo di analisi costi-benefici incidono sulla qualità del processo decisionale” e che la valutazione costi benefici voluta dall’ex ministro alle Infrastrtuttre, Danilo Toninelli, non è “mai stata convalidata dalla Francia e la Commissione non è stata consultata”. 

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Tuttavia c’è da sottolineare che il sindaco ecologista di Lione fa un autogol: afferma che vuole più trasporto su ferro, ma che la Torino-Lione non è utile. C’è da rimarcare che probabilmente non ha compreso l’utilità della Torino-Lione che è proprio un’opera per spostare il traffico tra Italia e Francia dai camion ai treni. Guardiamo cosa succede sui diversi valichi internazionali. Il traffico verso la Svizzera, dove sono state anche costruite grandi opere per l’attraversamento del paese (il Monte Ceneri verrà inaugurato questo anno e porterà enormi benefici all’Italia),  è al 70 per cento su ferro. Verso la Francia, solamente il 5 per cento del traffico utilizza i treni merci, mentre il 95 per cento la gomma. Ma perché il traffico verso la Francia non riesce a essere su ferro come vorrebbe il sindaco di Lione?

 

Il problema è che i costi per il trasporto ferroviario delle merci sono troppo elevati per via di un’infrastruttura che non permette di avere treni lunghi e pesanti e con le sagome adatte. E la Torino-Lione, che non è un tunnel ferroviario ma un’opera che migliora anche il traffico tra le due città, serve proprio a rendere l’infrastruttura adatta al trasporto merci ferroviario e a ridurre di circa il 60 per cento i costi per treno/chilometro. Chiaramente non è la singola opera infrastrutturale che rende efficiente un paese o una modalità di trasporto, ma come ricorda la stessa dei Corti dei conti europea è possibile avere lo spostamento della merce dalla strada alla ferrovia se ci saranno “eliminazione delle strozzature, costruzione di collegamenti mancanti a livello di corridoio, promozione delle condizioni del traffico multimodale per garantire traffico ferroviario interoperabile e senza soluzione di continuità”. La Torino-Lione è dunque parte della strategia per rendere più competitivo il trasporto ferroviario delle merci a livello europeo al fine di aumentare la competitività del sistema logistico italiano ed europeo.

 

In conclusione, se l’obiettivo è quello di aumentare il trasporto ferroviario, come chiede lo stesso sindaco di Lione (e come sostiene il M5s nei suoi programmi elettorali), sarebbe bene fare comprendere alla politica che, oltre a una liberalizzazione e a una buona regolazione del settore ferroviario merci, servono anche i binari e le gallerie.

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