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Lusso da imitare, non da demonizzare

Redazione

Da Riva a Fincantieri. Il risveglio dalla nautica indica una strada per la crescita

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Riva, un simbolo del made in Italy nei motoscafi di lusso, ha investito 15 milioni di dollari per l’acquisto in Florida, a Fort Lauderdale, di una base con cantiere, posti barca e consegne destinata alla affluente clientela dello stato degli Usa. Lo fa attraverso la capogruppo Ferretti, che costruisce yacht, e che è titolare di altri otto marchi. Ma l’azienda è positiva anche sul futuro dell’Italia nonché sull’uscita dal lockdown: sta infatti cercando un sito produttivo sul Tirreno che sarà la prosecuzione della campagna di investimenti avviata oltre Atlantico. Ferretti è per l’86 per cento in mano alla cinese Weichai, quotata a Hong Kong, produttrice di motori diesel e prima azienda di accessori dell’auto della Cina; nonché sponsor attraverso Riva della Ferrari in Formula 1. Siamo nel pieno alto di gamma, almeno per l’Italia, e poco conta che la proprietà sia all’estero.

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Riva, un simbolo del made in Italy nei motoscafi di lusso, ha investito 15 milioni di dollari per l’acquisto in Florida, a Fort Lauderdale, di una base con cantiere, posti barca e consegne destinata alla affluente clientela dello stato degli Usa. Lo fa attraverso la capogruppo Ferretti, che costruisce yacht, e che è titolare di altri otto marchi. Ma l’azienda è positiva anche sul futuro dell’Italia nonché sull’uscita dal lockdown: sta infatti cercando un sito produttivo sul Tirreno che sarà la prosecuzione della campagna di investimenti avviata oltre Atlantico. Ferretti è per l’86 per cento in mano alla cinese Weichai, quotata a Hong Kong, produttrice di motori diesel e prima azienda di accessori dell’auto della Cina; nonché sponsor attraverso Riva della Ferrari in Formula 1. Siamo nel pieno alto di gamma, almeno per l’Italia, e poco conta che la proprietà sia all’estero.

 

Il ceo Alberto Galassi è ottimista sul dopo pandemia: “Ci troviamo senza debiti e con una liquidità che ci consente di investire, come faremo. Abbiamo sanificato tutto e comprato 5 mila test sierologici per i nostri 1.500 addetti. Siamo soddisfatti che i governatori della Liguria e dell’Emilia-Romagna ci abbiano permesso di riavviare la produzione dal 27 aprile, e valutiamo positivamente il nuovo decreto governativo che consente la ripartenza della nautica salvando la stagione”. I riconoscimenti politicamente trasversali abbondano, così viene in mente uno dei pochi e maggiori errori compiuti dal governo Monti, che tassò pesantemente la nautica da diporto, spiegandolo con obiettivi di “equità”, ma con il risultato di penalizzare un settore da 5 miliardi di euro all’anno e di dirottare barche grandi e piccole verso i porti francesi, croati e montenegrini; i veri beneficiari dell’operazione (ricordarsene per le future misure fiscali). “Lo scorso fine settimana abbiamo venduto due Riva negli Usa” dice Galassi. “Non mi aspettavo una sorpresa del genere. E i clienti americani ci chiedono quando potranno tornare in Italia a vedere le barche”. Se il lusso porta ottimismo, evviva.

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