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L'Eurogruppo trova l'intesa sul Mes: via libera ai prestiti alla Sanità

Mariarosaria Marchesano

L'Italia potrà usufruirne fino a un massimo del 2 per cento del pil e a patto che vengano spesi nel settore sanitario. Accordo politico importante ma per Gentiloni la vera solidarietà dell'Europa si vedrà con il Recovery Fund

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Milano. Nel giorno in cui è atteso il giudizio sul debito italiano dalle agenzie di rating, comincia a prendere forma una prima risposta fiscale condivisa a livello europeo per l'emergenza Covid. L'Eurogruppo, che si è riunito a Bruxelles nel primo pomeriggio, ha trovato un accordo politico sul Mes (Meccanismo europeo di stabilità) che potrà essere utilizzato dagli stati colpiti dal Covid senza condizioni, se non quella di circoscrivere l'utilizzo dei prestiti all'ambito sanitario e a un tasso d'interesse particolarmente favorevole (circa lo 0,1 per cento) così come la durata (10 anni). All'Italia spetteranno circa 36-37 miliardi di risorse, pari a circa il 2 per cento del prodotto interno lordo come per gli altri stati dell'Unione.

 

Si tratta, dunque, di prestiti e non di contributi a fondo perduto, che andranno a gravare sul bilancio dello stato, ma che l'Italia potrà ottenere a condizioni di gran lunga più favorevoli rispetto a quelle di mercato. L'accordo di oggi è il frutto di un processo di negoziazione che ha visti impegnati i commissari Paolo Gentiloni e Valdis Dombrovskis, i quali hanno chiesto e ottenuto dal presidente dell'Eurogruppo, Mario Centeno, di considerare non necessari e quindi non applicabili tutta una serie di controlli sull'utilizzo del fondo salva stati, segno peraltro che queste procedure erano presenti in virtù di trattati europei.

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Centeno ha spiegato durante la videoconferenza dei ministri dell'Economia della zona euro che questo strumento di crisi "sarà pienamente operativo a metà maggio" e i finanziamenti andranno a coprire i costi sanitari diretti e indiretti degli stati che si sono gonfiati per l'emergenza Covid. "La recessione sarà profonda ed è inevitabile. Ma è in nostro potere dare forma alla risposta alla crisi, passare dall'emergenza alla ripresa. Ma siccome non tutti i paesi hanno la stessa potenza di fuoco, dobbiamo garantire condizioni di parità", ha detto Centeno aggiungendo che dopo "ci concentreremo sulla creazione di un consistente fondo di recupero per far ripartire le nostre economie", riferendosi al Recovery Fund che è un altro strumento anticrisi su cui non c'è ancora accordo tra gli stati.

 

In attesa che venga reso noto il piano con tutti i dettagli, in Italia non si placa il malumore delle opposizioni nei confronti del Mes. E' sempre più evidente, però, che le insinuazioni sul fatto che l'utilizzo del meccanismo comportino automaticamente l'accettazione di una troika stile Grecia siano state smentite dai fatti. Di certo, però, anche Gentiloni ha sottolineato che c'è ancora bisogno di lavorare per avere un'Europa solidale, ma che, considerando il punto da cui si è partiti e cioè da un sentimento diffuso di mancanza di solidarietà nei confronti dell'Italia così duramente colpita dalla pandemia, sono stati fatti passi avanti importanti, come, appunto, quello di un Mes supersoft. E il prossimo step sarà quello del fondo per la ripresa, terreno su cui si misurerà la vera forza dell'asse tra Italia, Francia e Spagna. 

 

Il ministro dell'Economia francese, Bruno Le Maire, ha approfittato della riunione dell'Eurogruppo per ribadire la sua proposta di dar vita a un fondo da 150 a 300 miliardi di euro all'anno da collegare al bilancio dell'Unione europea per il periodo 2021-2023 in modo da aumentare le risorse che gli stati potranno destinare agli investimenti economici dopo la crisi del coronavirus.

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