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Bonomi (Confindustria): prima la salute ma il Cura Italia va corretto

Mariarosaria Marchesano

Il presidente di Assolombarda abbandona i toni di critica e chiede una cooperazione pubblico-privata per arginare le conseguenze della crisi che si profilano più gravi di quella del 2008

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Milano. Estendere la cooperazione pubblico-privato che sta funzionando per l'emergenza sanitaria a tutta l'economia e correggere il decreto "Cura Italia". E' il senso dell'appello lanciato oggi dal presidente di Assolombarda - e candidato favorito alla presidenza di Confindustria - Carlo Bonomi. Sono lontani i giorni delle critiche al governo per le misure restrittive e della richiesta di non fermare Milano. I toni sono tutt'altri. Bonomi afferma che l'emergenza sanitaria, il contenimento del virus e la messa a punto di tutto ciò che serve al personale e alle unità di terapia intensiva "vengono prima di ogni altra cosa" e aggiunge che le misure restrittive adottate in tutt'Italia vanno rispettate. Un cambio di passo notevole rispetto a 15 giorni fa che dimostra la presa d'atto dell'aggravarsi della situazione e la volontà di trasmettere il senso di responsabilità avvertito dalla classe imprenditoriale.

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Milano. Estendere la cooperazione pubblico-privato che sta funzionando per l'emergenza sanitaria a tutta l'economia e correggere il decreto "Cura Italia". E' il senso dell'appello lanciato oggi dal presidente di Assolombarda - e candidato favorito alla presidenza di Confindustria - Carlo Bonomi. Sono lontani i giorni delle critiche al governo per le misure restrittive e della richiesta di non fermare Milano. I toni sono tutt'altri. Bonomi afferma che l'emergenza sanitaria, il contenimento del virus e la messa a punto di tutto ciò che serve al personale e alle unità di terapia intensiva "vengono prima di ogni altra cosa" e aggiunge che le misure restrittive adottate in tutt'Italia vanno rispettate. Un cambio di passo notevole rispetto a 15 giorni fa che dimostra la presa d'atto dell'aggravarsi della situazione e la volontà di trasmettere il senso di responsabilità avvertito dalla classe imprenditoriale.

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Non è un caso che nel suo appello Bonomi non cita mai né Milano né la Lombardia, ma parla solo di Italia, quasi a sottolineare il suo imminente futuro ruolo di rappresentante di tutti gli imprenditori del paese. "Serve una grande cooperazione pubblico-privato - dice -  analoga a quella che ha fatto reggere l'Italia ai colpi durissimi del secondo conflitto mondiale, del terrorismo, dell'inflazione, del rischio di insolvibilità che ci portò alla crisi del 2011. E che al contempo grazie alla forza del sistema produttivo italiano ci aveva portato alla sia pur modesta ripresa 2015-2017 e al record delle esportazioni italiane".

 

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Ma che cosa si intende con cooperazione pubblico-privata? Correggere il decreto sarebbe un inizio per affrontare le conseguenze di una crisi che "si profilano potenzialmente più gravi" di quella del 2008. "Accanto a molte misure apprezzabili, le procedure della nuova classe integrazione anti Covid sono troppo farraginose ed escludono l'immediato anticipo bancario - osserva - E ingiusta l'asimmetria nel sostegno al reddito tra dipendenti e autonomi e non ha senso immaginare dilazioni così brevi dei pagamenti di imposte e contributi. Occorre urgentemente intervenire anche a favore delle aziende con più di 2 milioni di fatturato che costituiscono la colonna portante della nostra economia". 

 

Insomma, l'idea è che non c'è sostegno al reddito che valga se non viene tutelata la produzione, la manifattura e l'offerta di servizi, non solo con misure a tempo a favore delle filiere oggi più colpite come ristorazione, turismo e trasporti. "Se non concepiamo una strategia di paese di lungo termine e con una visione internazionale, la logica conseguenza sarà un aumento dei fallimenti, del tasso di disoccupazione, con pericolose ricadute sulla coesione sociale". E qui arriva il succo dell'appello a iniziare subito un confronto con le istituzioni, con le forze sociali e del terzo settore per cercare di contenere il più possibile le enormi perdite in arrivo: "Le misure vanno adottate con un confronto delle parti e tenendo conto delle conseguenze, basta interventi figli di contrattazioni politiche riservate e appresi solo leggendo testi che arrivano a scelte fatte". 

 

E, infine, non bisogna dimenticare le condizioni di rischio nell'accesso ai mercati che gravano sull'Italia per il suo debito pubblico. Per questo la nuova consapevolezza che si diffonde nei governi di Germania e Francia, le nuove misure annunciate dalla Banca centrale europea vanno, secondo Bonomi, incalzate dall'Italia con proposte non solo innovative, ma responsabili come gli Eurobond anticrisi  e il riorientamento e potenziamento dei fondi europei. Se il presidente di Assolombarda puntava a scrivere il suo manifesto politico come nuovo presidente di Confindustria, sembra esserci riuscito. 

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