“La crisi è come il virus: il vaccino è la politica fiscale espansiva”. Parla Doris
“25 mld non bastano”. Il rischio di perdere le aziende, la necessità di liquidità e l’urgenza dello choc fiscale. Parla il presidente di banca Mediolanum
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Roma. “Le faccio un piccolo esempio”, dice. “Io sono azionista da molti anni di un’azienda biotech che si chiama MolMed. Ieri un gruppo giapponese ha lanciato un’Opa. E se la porta a casa, arrivando a pagarla l’80 per cento in più del suo valore attuale sul mercato. Dopo il crollo. Credo sia una piccola, piccolissima cartina di tornasole”. E insomma Ennio Doris, presidente di banca Mediolanum, uno dei più significativi rappresentanti dell’establishment finanziario italiano non esclude affatto il rischio che qualcuno passi e si compri le aziende italiane, ovviamente quelle appetibili, quelle funzionano. E non sono poche. “Il pericolo c’è”, dice. “Quando i valori delle aziende crollano in Borsa com’è avvenuto in questi giorni, il rischio c’è sempre. Perché altre aziende o altri istituti con disponibilità economica si trovano di fronte l’opportunità di acquisire a prezzi molto convenienti. Questo non riguarda solo le aziende italiane, ovviamente. Riguarda tutte le aziende quotate. In tutto il mondo. Ma l’Italia ha una fragilità. Il nostro è un mercato azionario particolarmente volatile”.
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- Salvatore Merlo
Milano 1982, vicedirettore del Foglio. Cresciuto a Catania, liceo classico “Galileo” a Firenze, tre lauree a Siena e una parentesi erasmiana a Nottingham. Un tirocinio in epoca universitaria al Corriere del Mezzogiorno (redazione di Bari), ho collaborato con Radiotre, Panorama e Raiuno. Lavoro al Foglio dal 2007. Ho scritto per Mondadori "Fummo giovani soltanto allora", la vita spericolata del giovane Indro Montanelli.