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Facebook fa +25 per cento, i mercati bocciano

Redazione

La crescita del social è insufficiente, c’entrano i cambiamenti per la privacy

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I risultati trimestrali delle grandi aziende tecnologiche americane per gli ultimi tre mesi del 2019, resi pubblici in questi giorni tra notevoli attese, sono stati nel complesso un gran successo. Apple due giorni fa ha annunciato numeri record, grazie alle ottime performance di iPhone, AirPods e del settore servizi. Microsoft è andata molto bene e perfino Tesla, che un anno fa sembrava in crisi nera, ha registrato il suo secondo trimestre consecutivo in attivo, portando il titolo a una crescita del 12 per cento nelle ore subito dopo la pubblicazione dei risultati e a un nuovo record di capitalizzazione di mercato. Anche Facebook ha ottenuto ottimi risultati: le entrate sono cresciute del 25 per cento su base annuale, a un livello record di 21,1 miliardi di dollari, sopra le aspettative degli analisti che avevano previsto entrate per 20,9 miliardi.

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I risultati trimestrali delle grandi aziende tecnologiche americane per gli ultimi tre mesi del 2019, resi pubblici in questi giorni tra notevoli attese, sono stati nel complesso un gran successo. Apple due giorni fa ha annunciato numeri record, grazie alle ottime performance di iPhone, AirPods e del settore servizi. Microsoft è andata molto bene e perfino Tesla, che un anno fa sembrava in crisi nera, ha registrato il suo secondo trimestre consecutivo in attivo, portando il titolo a una crescita del 12 per cento nelle ore subito dopo la pubblicazione dei risultati e a un nuovo record di capitalizzazione di mercato. Anche Facebook ha ottenuto ottimi risultati: le entrate sono cresciute del 25 per cento su base annuale, a un livello record di 21,1 miliardi di dollari, sopra le aspettative degli analisti che avevano previsto entrate per 20,9 miliardi.

 

Cosa si può dire a un’azienda che ha aumentato le sue entrate del 25 per cento? In teoria niente, ma anziché festeggiare i mercati hanno fatto crollare il titolo di Facebook di quasi il sette per cento. Il punto è che quel 25 per cento è il valore più basso di entrate mai fatto registrare dall’azienda da quand’è quotata (l’anno scorso le entrate aumentarono del 30 per cento, per esempio), e da una società da cui ci si aspetta sempre e comunque una crescita a rotta di collo, migliorare del 25 per cento in un anno è un’amara delusione. Secondo gli stessi dirigenti di Facebook, ad aver rallentato la crescita sono state le riforme interne per aumentare privacy degli utenti e trasparenza e anche le attività esterne dei regolatori, le cui norme su privacy e difesa dei dati personali hanno infine cominciato a mordere. Facebook è certamente un prodotto migliore di quanto non fosse un paio di anni fa, anche se c’è ancora moltissima strada da fare, e l’idea di Mark Zuckerberg è che, alla lunga, gli utenti riconosceranno il valore delle seppur timide riforme. I mercati sembrano pensarla diversamente, e in questa dinamica si giocherà l’evoluzione futura del social network più diffuso al mondo.

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