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Il Portogallo toglie la detassazione ai pensionati stranieri: è finita la pacchia (per i talk-show)

Giuseppe De Filippi

Nella narrazione di molti programmi televisivi il fenomeno serviva a spalmare un po' di indignazione dai vitalizi dei politici anche alle pensioni dei privati cittadini

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Anni di pressioni e di richieste e alla fine la sinistra portoghese è stata accontentata: finisce il regime speciale, con tassazione azzerata, per i non residenti titolari di pensione che si trasferivano in Portogallo per almeno 6 mesi all’anno. Detto così suona un po' fiscal-burocratico, ma avete capito benissimo: era quella facilitazione usata da una discreta pattuglia di italiani (2.897 per la precisione, con una media di assegno sopra ai 2.700 euro) e trasformata in tema ricorrente, più che settimanale, nei talk-show intrisi, come sono, di ossessione previdenziale. Nella narrazione di molti talk show, il Portogallo serviva a spalmare un po' di indignazione dai vitalizi dei politici anche alle pensioni dei privati cittadini e a fornire un sotto-tema, dal sapore anti-europeistico (è finita la pacchia lusitana!), mettendo a nudo la concorrenza fiscale al ribasso tra paesi comunitari.

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Anni di pressioni e di richieste e alla fine la sinistra portoghese è stata accontentata: finisce il regime speciale, con tassazione azzerata, per i non residenti titolari di pensione che si trasferivano in Portogallo per almeno 6 mesi all’anno. Detto così suona un po' fiscal-burocratico, ma avete capito benissimo: era quella facilitazione usata da una discreta pattuglia di italiani (2.897 per la precisione, con una media di assegno sopra ai 2.700 euro) e trasformata in tema ricorrente, più che settimanale, nei talk-show intrisi, come sono, di ossessione previdenziale. Nella narrazione di molti talk show, il Portogallo serviva a spalmare un po' di indignazione dai vitalizi dei politici anche alle pensioni dei privati cittadini e a fornire un sotto-tema, dal sapore anti-europeistico (è finita la pacchia lusitana!), mettendo a nudo la concorrenza fiscale al ribasso tra paesi comunitari.

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I pensionati in trasferta, seppure indicati come furbi e anche come ingrati (qui in Italia avete prosperato e ora non pagate più tasse), non si sottraevano alle telecamere. D’altra parte potevano rivendicare un’operazione fatta nel pieno rispetto della legge (il che è già qualcosa) e, mostrando la loro casa di Lisbona compiaciuti perché l’elettricista aveva fatto fattura e il condominio aveva costi ragionevoli e le scale erano pulite, certificavano anche la loro presenza in città e quindi offrivano anche una controprova del rispetto della regola dei sei mesi di permanenza (mentre circolavano aneddoti sull’obbligo di firma aggirato con arrivi in aereo e repentine fughe in auto verso l’Italia, colpiti da una forma rovesciata di saudade, non verso il Portogallo ma per allontanarsene). L’inviato a Lisbona poteva contare ormai su una rete di contatti e avere la certezza di incontrare il pensionato italiano nel giro di mezza giornata, doveva solo scegliere se ambientare il tutto in un moderno appartamento di Lisbona (quello dell’elettricista e tutto il resto) o presso qualche campo da golf dell’Algarve, preferito quest’ultimo quando si voleva aggiungere un goccino di indignazione da invidia sociale in più.

 

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Pare che le richieste perché la facilitazione fosse tolta siano arrivate anche da chi constatava come i pensionati da tutta Europa (ovviamente non erano solo italiani ad approfittarne) avessero un po' messo sotto pressione il mercato immobiliare e quello dei servizi, facendone salire i prezzi. Non molto logico, perché l’idea era proprio quella di un accordo win-win: voi venite qui e risparmiate sulle tasse, noi riceviamo una bella spinta ai consumi. Certo poi i consumatori scocciano anche e forse i portoghesi non ne potevano più. Qui comunque il racconto dei talk andrà avanti, forse aggrappandosi al mantenimento dei privilegio per i 2.897 citati prima, salvati dalla non retroattività della norma e quindi da trasformare presto, giornalisticamente, in pensionati d’oro e anche d’annata (con scongiuri). Oppure si aprirà un filone tra i lavoratori delle agenzie pubblicizzate online che si occupavano di far arrivare il pensionato in Portogallo, sbrigare le pratiche e trovargli la casa (quella dell’elettricista onesto e tutto il resto).

 

Ma il Portogallo, diventato chissà come il luogo della creatività fiscale un po' cheap, con lungimiranza aveva già predisposto un’altra ragione di viaggio giornalistico chiavi in mano: la lotteria degli scontrini. Nei bar di Lisbona fioriscono le interviste di inviati italiani a caccia della numerazione progressiva che garantisce ricchi premi o comunque qualche possibilità di sconto fiscale. Certo, il massimo era trovare un pensionato italiano esentasse e anche vincente alla lotteria per lo scontrino di qualche pasteis de nata. Ma, come insegna il Fado, non succede mai che tutto vada per il verso giusto.

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