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Politica e mercati, un anno vissuto con l'incertezza come una costante

Mariarosaria Marchesano

L’Italia ha subìto più degli altri paesi dell’euro il rischio sovranismo tra Borsa, obbligazioni e banche. Analisi verso le europee

Milano. Nell’ultimo anno i mercati hanno visto acuirsi la guerra commerciale, insediarsi in Italia un governo di matrice populista, entrare nel vivo il negoziato per la Brexit e divampare la protesta dei gilet gialli in Francia. Un anno vissuto pericolosamente dai listini di tutto il mondo con giornate che hanno visto inabissare gli indici come quando sono stati bocciati dal Parlamento britannico i vari accordi proposti dalla premier Theresa May, che ieri ha annunciato le sue dimissioni, o come quando il presidente americano Donald Trump ha annunciato con un tweet i primi dazi sulle merci cinesi o quando le dichiarazioni di membri del governo italiano sui conti pubblici hanno fatto salire lo spread oltre i livelli di guardia facendo temere un effetto contagio per l’Eurozona.

 

L’incertezza è ormai una costante per gli investitori che temono i danni che l’ascesa di sovranismi e populismi può provocare alla stabilità dei mercati. La situazione è peggiorata con l’ondata ribassista che ha colpito Wall Street verso la fine del 2018, ma l’inversione di rotta in merito a un progressivo aumento dei tassi deciso dalla Fed, dietro la spinta di Trump, ha contribuito a riportare il sereno insieme con il rally del settore tecnologico nel primo trimestre 2019. Eppoi, però, la stretta della Casa Bianca su Huawei, una dichiarazione di guerra economica in nome della sicurezza nazionale, ha cancellato buona parte dei recuperi borsistici. Ora gli investitori si interrogano sul dopo elezioni, soprattutto in considerazione del fatto che il nuovo assetto del Parlamento europeo peserà sulla nomina dei vertici di Commissione europea e Banca centrale europea. “Se queste elezioni cementassero l’aumento del populismo nell’Unione europea, è probabile che l’ulteriore livello di incertezza si ripercuoterà sui calcoli a più lungo termine degli investitori sulla futura crescita europea e sulla sopravvivenza della zona euro”, dice un’analisi del gruppo di investimenti americano State Street. Secondo una ricerca di Deutsche Bank, invece, è la maggiore complessità dell’assetto politico a rendere più lungo e complesso del previsto l’iter delle nomine, con Germania e Francia che si contenderanno i vertice della Commissione europea. Dunque, la volatilità è destinata a continuare e ha senso domandarsi quale sia la capacità di tenuta dei mercati.

 

Nell’ultimo anno, in cui il rischio politico ha dominato, Piazza Affari ha subìto il contraccolpo maggiore con un calo di oltre il 10 per cento, benché non è stata l’unica Borsa in Europa a perdere terreno. Tuttavia, per esempio, il listino di Londra, che si è misurato soprattutto con l’effetto Brexit, è calato della metà (meno 5,6 per cento), mentre più contenute sono state anche le flessioni registrate da Parigi (meno 3,9 per cento), Francoforte (meno 6,2 per cento) e Madrid (meno 8 per cento). Com’è andata fuori dall’Europa? Negative la performance del principale mercato asiatico, Shanghai, e di quello di Tokyo (entrambi hanno perso il 6 per cento). L’unica che si salva,- per ora , è Wall Street (Dow Jones più 2,7 per cento e S&P500 più 3,5 per cento). Un capitolo a parte merita, poi, l’Italia, che, a fronte di un maggior rischio paese percepito dagli investitori, ha visto aumentare i rendimenti dei titoli governativi di 0,18 punti base, mentre i premi per il rischio sulle obbligazioni pagati da Francia, Germania e Spagna, sono diminuiti, nell’ordine, di 0,48, 0,58 e 0,56 punti base. Un fenomeno che si traduce nell’allargamento dello spread che in questo momento viaggia intorno a 270 punti base ed è il più elevato dell’Eurozona. Infine, ci sono le banche, il primo bersaglio delle vendite sui listini. L’indice di settore italiano (Ftse Banche) ha perso un terzo del suo valore in un anno, a fronte di un calo del 26 per cento registrato dall’omologo indice europeo che, però, come spiegano gli analisti, ha subìto di riflesso gli effetti dell’impennata dello spread italiano (il temuto effetto contagio).