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Manovra schizofrenica

Luciano Capone

Così la neolingua degli slogan è passata senza filtro dai social network ai giornali e poi ai documenti di finanza pubblica. Il caso del Documento programmatico di Bilancio

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Roma. “Le parole sono importanti”, diceva Nanni Moretti. Con i gialloverdi sembra invece che non abbiano più senso, o che siano completamente sconnesse dal loro significato reale: la “flat tax” che non è flat, la “pace fiscale” che è un condono, il “ricalcolo contributivo delle pensioni d’oro” che è un taglio orizzontale senza ricalcolo. E così via. La neolingua degli slogan è passata senza filtro dai social network ai giornali e poi, per sgocciolamento, è finita anche nei documenti di finanza pubblica.

 

E’ il caso del Documento programmatico di Bilancio (Dpp) appena inviato dal Mef a Bruxelles per il vaglio della Commissione europea. Al primo punto del “cronoprogramma” con le “azioni strategiche” da compiere, il governo scrive: “Riduzione del deficit strutturale” nel periodo 2018-2020. Il problema è che le tavole della NaDef e del Dbp dicono l’esatto contrario: “Il sentiero dell’indebitamento netto strutturale peggiora di 0,8 punti nel 2019” e resta a quel livello (1,7 per cento) per tutti gli anni successivi, anche nel 2020 e nel 2021, senza mai ridursi. In pratica nello stesso documento il governo afferma che il suo primo impegno è ridurre il deficit strutturale e contemporaneamente che ciò che farà è aumentarlo. Se in Europa non si fidano dell’Italia non è perché c’è un complotto, ma perché il governo ha inviato un Dpb affetto da disturbo della personalità. 

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