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Altro che Germania, ad allarmare i mercati è il confronto dell'Italia con Spagna e Portogallo

Mariarosaria Marchesano

Agenzie di rating e banche d'affari in allerta per la crescita degli spread. Il nostro paese paga rendimenti più elevati per i titoli biennali rispetto all'area iberica. L'analisi di Banca Akros

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Milano. Con Wall Street chiusa per il Labour day, la giornata di oggi rappresenta l'occasione ideale per riflettere sui possibili focolai di crisi sui mercati mondiali. E il debito pubblico dell'Italia, insieme con il rallentamento della Cina, il riaccendersi delle tensioni commerciali, la crisi Argentina e la situazione bollente in Turchia, viene considerato dalla maggior parte degli investitori una delle micce accese più pericolose. La prova di rimbalzo tentata da Piazza Affari, che ha aperto in positivo dopo avere perso oltre l'1 per cento venerdì scorso in attesa del giudizio dell'Agenzia di rating Fitch, non basta a tranquillizzare gli animi. Fitch, come Moody's del resto, ha sostanzialmente preso tempo rinviando un eventuale downgrade ma ha espresso un peggioramento dell'outlook, il che non fa presagire nulla di buono se dal governo non dovessero arrivare segnali concreti circa il contenimento del deficit pubblico nei parametri fissati da Bruxelles. Ma esiste un indicatore ancora più importante che misura il peggioramento della posizione dell'Italia agli occhi degli investitori ed è l'allargamento dello spread con i paesi iberici, oltre a quello con i bund tedeschi che siamo abituati a normalmente a prendere in considerazione.

 

Il confronto con Spagna e Portogallo

Come spiega al Foglio.it Francesco Previtera, responsabile della ricerca di Banca Akros, “Non solo si sta allargando la forchetta con la Spagna ma i rendimenti pagati dall'Italia sui titoli biennali sono molto più alti anche rispetto a un paese come il Portogallo, il che appare un paradosso se si considera la differenza tra le economie dei due paesi sotto il profilo dei fondamentali. E anche il differenziale sul debito pubblico con la Spagna si è consolidato solo negli ultimi mesi. Il paese paga meno della metà dell'Italia per i rendimenti dei suoi titoli a 10 anni, con uno spread arrivato a 180 basis point”. Eppure, solo ad inizio anno i debiti pubblici dei due paesi avevano rendimenti molto vicini. Il motivo per cui lo spread rispetto alla Spagna, sta diventando un parametro sempre più importante nella considerazione degli osservatori di mercato, è perché passa attraverso il confronto tra paesi con economie che hanno caratteristiche simili. Ma anche il tradizionale differenziale con i bund emessi dalla Germania potrebbe riservare un ulteriore peggioramento.

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La vera sfida del ministro Tria

“E' possibile che tra qualche giorno ci sia l'aggiornamento del benchmark utilizzato per misurare la forchetta di rendimento tra i decennali italiani e i titoli tedeschi, ebbene questo fattore tecnico potrebbe far aumentare lo spread tra i due paesi a 300 basis point dai 287 attuali”, spiega Previtera. Insomma, da qualsiasi punto di vista venga analizzata la situazione del deficit italiano desta preoccupazioni. “Inutile girarci intorno: si è creato un clima di tensione e di attesa in vista della legge di bilancio considerata il vero banco di prova per questo governo – prosegue – il ministro Tria dovrà dimostrare di poter tenere la schiena dritta nonostante le promesse fatte in campagna elettorale dai leader delle due coalizioni evitando di aprire un fronte di scontro con Bruxelles. Il deficit pubblico è stato uno scoglio difficile da superare anche per altri paesi come per esempio il Belgio. Ma i governi hanno lavorato per il suo contenimento con buoni risultati. Ora tocca all'Italia, ma i segnali vanno in tutt'altra direzione e questo pone il debito pubblico italiano nel mirino delle agenzie di rating”.

 

Fincantieri e Maire Tecnimont tengono su Piazza Affari

Sono le storie di alcune società a dare tono oggi al listino milanese che procede in leggero rialzo rispetto anche alle altre Borse europee. Tra queste, Fincantieri e Maire Tecnimont. Mediobanca punta sul gruppo navale e fa volare il titolo del 5,5 per cento a 1,34 euro. Gli analisti di Piazzetta Cuccia hanno rivisto oggi da neutral a outperform il giudizio sulla società, portando il prezzo obiettivo da 1,09 a 1,8 euro (cioè ha attribuito una crescita potenziale del 40 per cento nei prossimi mesi) sottolineando che il settore delle crociere, in cui Fincantieri é ormai il leader indiscusso nella costruzione delle navi, sarà un importante driver di crescita fondamentale con i passeggeri complessivi che potrebbero raddoppiare da qui al 2030. In questo segmento, secondo Mediobanca, Fincantieri può contare su un miglior project management, su un'ampia flessibilità operativa e sulla vicinanza ai fornitori locali più importanti: tutte caratteristiche che pongono il gruppo in una posizione di vantaggio competitivo in un business che presenta peraltro significative barriere all'entrata. Acquisti sul listino anche su Maire Tecnimont dopo l'annuncio dell'ingresso sul mercato algerino nel settore del trattamento del gas. Il gruppo guadagna il 3 per cento a 4,1 euro dopo che la controllata Tecnimont si è aggiudicata in via preliminare un contratto del valore di 248 milioni di dollari per un progetto che sarà realizzato all'interno del complesso Zcina, nell'area di Hassi Messaoud, in Algeria centrale. L'obiettivo è realizzare un nuovo treno con una capacità di 8 milioni di standard metri cubi al giorno per l'estrazione di gpl e gas condensato.

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