"Restiamo lontani da iniziative minimaliste e provinciali"
Siamo preoccupati, non politicizzati. Parlano i big della Confindustria del nord, in collera con Salvini sul lavoro
L’Emilia-Romagna pesa per il 9,2 per cento per cento del pil per circa 154 miliardi e si è distinta per capacità di uscire dalla crisi più rapidamente di altre. Il sistema confindustriale conta 15.500 imprese con 800 mila addetti.
Ferrari ravvisa il “ritorno” di una logica “per cui il progresso fa solo male per cui le strade sono troppe, le ferrovie non servono, il metano inquina, ma il progresso permette anche benefici enormi, banalmente, pensiamo in campo medico in cui la manifattura è essenziale”. “Salvini – aggiunge – avrà anche un suo progetto politico personale ma mi chiedo come questo possa accordarsi con l’idea di un futuro per l’Italia. Come potrebbero combattere fuori dall’euro le nostre micro-aziende? Non può realizzare un progetto politico mettendolo sulle spalle degli imprenditori e sfiduciandoli come si intuisce da una visione statalista per cui lo stato deve fare tutto. Noi crediamo nella capacità dell’intrapresa di generare reddito e lavoro, cerchiamo professionalità sempre più qualificate, migliorare le condizioni dei lavoratori e dei loro figli. Come può Salvini, il quale riceve la maggior parte dei voti e dei consensi in regioni che sono votate al progresso, creare situazioni di disagio per gli imprenditori? Se sono stato troppo esplicito, poco male. Mi farà la multa”.
Pietro Ferrari, presidente Confindustria Emilia Romagna