Foto di Michael Sohn, AP Photo, via LaPresse 

DI COSA PARLARE STASERA A CENA

Le giravolte della Germania sulle armi all'Ucraina

Giuseppe De Filippi

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Più volte è sembrato che la Germania dovesse cambiare la sua linea molto prudente e avviarsi verso un sostegno più attivo della resistenza ucraina, ma altrettante sono state le delusioni. Con ripensamenti mai apertamente dichiarati e un ricorso molto creativo a scuse e proroghe. Ora, come è noto, sono in ballo le forniture di carri armati, con cui mettere l’esercito ucraino in grado di recuperare terreno. Per alcuni osservatori ne servirebbero anche di più potenti rispetto a quelli di cui si sta parlando. La prudenza (o qualcosa di peggio) dei tedeschi sta rallentando però tutte le operazioni europee.

 

Le tre "cose" principali

Fatto #1

Un incontro in grande stile con i sindacati dei benzinai a Palazzo Chigi è abbastanza una rarità. Il loro tavolo naturale è quello del ministero già dell’Industria (commercio e artigianato), poi dello Sviluppo economico, poi di qualcosa con in mezzo la parola sostenibile, quindi delle Imprese e Made in Italy. Portarli nella sede del governo e non uscire con una soluzione definitiva, visto che resta, anche se attenuata, la minaccia dello sciopero, non è stata una gran trovata.

Ma i problemi derivano dall’errore iniziale, con cui il governo non ha coperto sé stesso e non ha sostenuto di fronte alle critiche il sano proposito di ricominciare a incassare la quota di accise cancellata. Dopo sono arrivate solo pezze peggiori dei vari buchi, a cominciare dal tentativo di buttare la croce addosso a presunti speculatori. In ogni caso sembra che il dialogo tra governo e benzinai abbia prodotto qualche risultato per i tanti nodi della rete distributiva e dei costi aggiuntivi dovuti allo specifico mercato dei prodotti raffinati, oltre alla maggiore attenzione da prestare al controllo sulle frodi. Insomma, dalla baraonda populista sulla speculazione potrebbe perfino uscir fuori qualcosa di utile per un settore in sofferenza da tempo.

E ha ragione Maria Cecilia Guerra, l’indicazione obbligatoria del prezzo medio farebbe solo danni (tra l’altro c’è l’ovvio matematico per cui gli esercenti con prezzi al di sotto della media correrebbero ad adeguarsi almeno alla media), mentre il ministero ha da anni strumenti di controllo dell’andamento del mercato al dettaglio dei carburanti

Fatto #2

Ursula von der Leyen può celebrare il ritorno del prezzo del gas sotto ai livelli precedenti all’invasione russa: in pochi mesi è riuscita l’operazione di sganciamento dalle forniture della Russia e il mercato ha premiato le scelte europee. La presidente della commissione parlava durante l’incontro con il premier svedese e molti altri spunti li trovate nei link (con l’aumento del peso strategico della Svezia dopo l’adesione alla Nato)

Fatto #3

La Germania e il suo deficit insolito

 

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