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Di cosa parlare stasera a cena

In questa crisi i retroscena si prendono la scena

Giuseppe De Filippi

Idee e spunti per sapere cosa succede in Italia e nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi

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Proviamo, a cena, a riprendere una riflessione che qui ci era stata utile. Succede, da un po’ di tempo, che le manovra politiche siano sparite dal retroscena per prendersi direttamente la scena. Da una parte questo fatto scombussola le cronache giornalistiche, così abituati com’eravamo a cercare accordi nascosti, dissidi celati, confessioni sottobraccio, o ad affidarci alle confidenza quirinalizie, ma dall’altra parte, se ce ne facciamo una ragione, porta anche a una maggiore leggibilità, cosa buona, e, cosa meno buona, a una certa tendenza agli eccessi di teatralità.

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Proviamo, a cena, a riprendere una riflessione che qui ci era stata utile. Succede, da un po’ di tempo, che le manovra politiche siano sparite dal retroscena per prendersi direttamente la scena. Da una parte questo fatto scombussola le cronache giornalistiche, così abituati com’eravamo a cercare accordi nascosti, dissidi celati, confessioni sottobraccio, o ad affidarci alle confidenza quirinalizie, ma dall’altra parte, se ce ne facciamo una ragione, porta anche a una maggiore leggibilità, cosa buona, e, cosa meno buona, a una certa tendenza agli eccessi di teatralità.

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Ancora parliamo di Matteo Salvini che apre una crisi politica non spifferando a un cronista ma parlando come un tronista, sulla spiaggia, e ben fornito di cocktail. E da lì in avanti tutto è andato in quel modo, compresa la mossa del cavallo e quelle successive. Benissimo, allora usiamo questa chiave anche per oggi e per ieri. Matteo Renzi effettivamente è sembrato rompere certe liturgie e ieri si sarebbe meritato un gigantesco “anche meno”, ma forse stava solo aderendo al nuovo stile politico e quindi, lasciando sbalordito anche Giuseppe Conte (in fondo, sotto questo aspetto, rimasto un po’ democristiano se non altro attraverso la sua formazione culturale notabilare). Ma se Renzi colpisce in modo teatrale e spiattella la sua strategia ecco che la risposta arriva con le stesse armi. E il Pd fa partire, simultaneamente ai 5 stelle, una selva di hashtag espliciti più che mai, #AvanticonConte non è necessariamente una casalinata, cioè tipicamente un misto di ingenuità e protervia, ma è un’adesione alla nuova lotta politica, quella giocata senza infingimenti. Perfino il campione, asserito, del manovrismo si adatta: ecco Dario Franceschini dire l’impensabile e cioè che la “ricerca dei responsabili la stiamo facendo alla luce del sole”. Ecco, questa è l’estrema frontiera superata, il retroscena è morto, c’è la rivendicazione solare a sostituirlo e le regole del gioco (compresa l’efficacia delle mosse cavalline o di altro tipo) ne sono stravolte. E comunque quello che si vuole dire, con totale chiarezza, è che i “responsabili erano un male e ora sono un bene”, citando di nuovo Franceschini, e che evidentemente qualche numero si ritiene di averlo, perché i 5 stelle aggiungono che è il momento di parlamentarizzare la crisi, insomma di andare alla conta.

 

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Mentre a forza di chiarezza e di affermazioni esplicita si fa pure qualcosa di troppo, con palazzo Chigi costretto a correre ai ripari dopo che una pagina Facebook del presidente Conte era stata criticata perché effettivamente irridente in modo eccessivo verso Renzi. Si è trattato di una specie di hackeraggio, si è detto dopo aver eliminato il post. Ah, poi c’è un altro problema nella ricerca del nuovo equilibrio politico, dopo la rottura renziana. C’è che dall’opposizione di centrodestra è subito partito, o ripartito, un attacco violento e non negoziabile verso gli aspetti tecnicamente di tipo sanitario tra le scelte del governo. Si mette cioè in discussione la scelta delle limitazioni ai movimenti e al commercio e tutto il resto della strategia anti-pandemia e lo si fa contestando tutto proprio alla radice, con risvolti di negazione del problema. Diciamo che non è un modo per predisporsi a governare e neppure a dialogare

 

Le tre "cose" principali 

Fatto #1  

Nel giocare scoperto rientra anche un’altra apparente eresia politica e cioè il prendere posizione e tenerla. Sembrerebbe un errore, con cui ci si priva di spazi di manovra, ma in questa fase saper tenere un punto finisce per diventare una mossa vincente, o almeno con qualche possibilità di successo. Il Pd sta tentando questa strada.

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Tanto che poi succede che i renziani sono costretti perfino a ribadire. E a un certo punto della mattinata cominciano a chiedersi se tutto quello che è successo ieri sia stato recepito e analizzato, ma nello stesso tempo altri renziani fanno sapere che non ci sono preclusioni per un confronto su modi e contenuti e neanche sul nome di Conte.

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Mentre nel Pd si parla anche esplicitamente nel merito. Lo fa Tommaso Nannicini, con le perplessità sul modo in cui si sta tentando di uscire fuori dalla situazione creata con lo strappo di Renzi e dal punto di vista di una parte del Pd non completamente allineata con la linea della segreteria.

Mentre Beppe Grillo, come spesso serve visto l’eccesso di fumisteria, chiarisce meglio il suo pensiero e afferma di essere con Conte.

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Fatto #2

Conte salito al Quirinale.

 

Fatto #3

C’è instabilità e si affaccia subito lo spread, con una brusca salita da questa mattina. A cena potrete osservare come il Pd, il partito che si è identificato con la responsabilità verso l’Europa dopo la crisi, e il M5s, che invece dalla contestazione di quella responsabilità ha tratto i suoi consensi, ora si trovano insieme, dalla stessa parte, a dover rispondere nuovamente alle sollecitazioni verso la stabilità che arrivano dai mercati

 

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