PUBBLICITÁ

Di cosa parlare stasera a cena

L'ok allo scostamento di bilancio e il calo dei pazienti in terapia intensiva

Giuseppe De Filippi

Idee e spunti per sapere quello che succede nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi

PUBBLICITÁ

Il fatto di oggi, primo tema per ogni cena, sono i 552 voti su 558 presenti alla camera  e i 278 su 286 al senato a favore dello scostamento di bilancio ulteriore chiesto dal governo. Non tanto, ovviamente, per il provvedimento in sé ma per il modo in cui si è arrivati a questa inedita unanimità. Tutti sappiamo che il primo scarto verso il sostegno alla richiesta del governo lo ha fatto Forza Italia e che, a quel punto, i giochi erano fatti. Allora la destra del centro-destra è andata a rinsaldare lo schieramento di opposizione unendosi al voto positivo, anziché limitarsi all’astensione. I toni, negli interventi in parlamento dei leader di destra, non sono stati all’altezza di una così nobile scelta di sostegno comune al bene del paese, perché sia Giorgia Meloni sia Matteo Salvini hanno voluto assumere atteggiamenti da campagna elettorale, commettendo l’errore di chi vuole dire troppe cose con un solo discorso. Entrambi hanno provato a spendere la moneta dialettica della convergenza in nome degli interessi collettivi e nello stesso tempo quella delle critiche, anche spietate, anche acide, alle scelte del governo e alla stessa maggioranza. Non si fa così non per una questione di buona educazione ma perché così non si viene capiti. C’è un tempo per convergere e sostenere e un tempo per criticare e attaccare, non si può tenere tutto insieme nello stesso discorso. Oltre tutto nell’evidente intento di fermare lo scarto centrista di Forza Italia. Luigi Di Maio, con una certa scaltrezza politica, prende comunque a valore di facciata il voto parlamentare a favore del governo e parla di grande segnale di unità. Infine ricordiamo che l’unanimità non è proprio totale perché il gruppo calendian-boniniano nel suo piccolo ha scelto di non votare il sì allo scostamento. 

ABBONATI PER CONTINUARE A LEGGERE
Se hai già un abbonamento:

Altrimenti


Il fatto di oggi, primo tema per ogni cena, sono i 552 voti su 558 presenti alla camera  e i 278 su 286 al senato a favore dello scostamento di bilancio ulteriore chiesto dal governo. Non tanto, ovviamente, per il provvedimento in sé ma per il modo in cui si è arrivati a questa inedita unanimità. Tutti sappiamo che il primo scarto verso il sostegno alla richiesta del governo lo ha fatto Forza Italia e che, a quel punto, i giochi erano fatti. Allora la destra del centro-destra è andata a rinsaldare lo schieramento di opposizione unendosi al voto positivo, anziché limitarsi all’astensione. I toni, negli interventi in parlamento dei leader di destra, non sono stati all’altezza di una così nobile scelta di sostegno comune al bene del paese, perché sia Giorgia Meloni sia Matteo Salvini hanno voluto assumere atteggiamenti da campagna elettorale, commettendo l’errore di chi vuole dire troppe cose con un solo discorso. Entrambi hanno provato a spendere la moneta dialettica della convergenza in nome degli interessi collettivi e nello stesso tempo quella delle critiche, anche spietate, anche acide, alle scelte del governo e alla stessa maggioranza. Non si fa così non per una questione di buona educazione ma perché così non si viene capiti. C’è un tempo per convergere e sostenere e un tempo per criticare e attaccare, non si può tenere tutto insieme nello stesso discorso. Oltre tutto nell’evidente intento di fermare lo scarto centrista di Forza Italia. Luigi Di Maio, con una certa scaltrezza politica, prende comunque a valore di facciata il voto parlamentare a favore del governo e parla di grande segnale di unità. Infine ricordiamo che l’unanimità non è proprio totale perché il gruppo calendian-boniniano nel suo piccolo ha scelto di non votare il sì allo scostamento. 

PUBBLICITÁ

 

Le tre "cose" principali 

 

PUBBLICITÁ

Fatto #1

Il lavorone grosso di oggi e di tutti questi giorni è quello affidato a Roberto Gualtieri, che oggi ha approfittato del colloquio con  il collega francese Bruno Le Maire per piazzare qualche colpo politico e comunicativo, anche di fronte ai tanti impegni parlamentari che lo vedevano impegnato. Se ne è accorto anche Matteo Salvini che ha provato ad attaccarlo e a metterlo in imbarazzo proprio per l’attivismo sul fronte del mantenimento del consenso parlamentare e politico per il governo. Ma è un fatto che passano dagli uffici di Gualtieri tutte le partite da cui in questa fase dipende la stabilità politica in Italia e certamente il ministro dell’economia, fautore della linea proposta al pd da Goffredo Bettini, sta cominciando a giocare un ruolo più rilevante anche come una specie di secondo capo delegazione del Pd nella maggioranza, e forse è anche la forza troppo tranquilla di Nicola Zingaretti a consentirgli questa acquisizione di ruolo. Stasera comunque a cena potrete anche commentare a caldo cosa dirà Giuseppe Conte al Tg5, intervistato dal direttore Clemente Mimun, e vedrete che, con ogni probabilità, i toni di Gualtieri risulteranno simili a quelli di Conte.

 

Fatto #2

Vediamo oggi, giornata di consolidamento della tendenza al miglioramento, come vanno le cose sul fronte della pandemia. Fa notizia e dà conforto il segno meno davanti alla variazione del numero di posti in terapia intensiva impegnati. Sempre in cerca di una spiegazione per l’altissimo numero di morti, spiegabili con vari fattori, alcuni noti, e altri da chiarire, e con il ritardo temporale rispetto ai giorni di picco dei contagi. Resta un caso specialmente incoraggiante quello della Regione Lazio.

PUBBLICITÁ

 

PUBBLICITÁ

Fatto #3

L’Etiopia precipita verso la guerra nel Tigré. 

PUBBLICITÁ

 

Oggi in pillole 

PUBBLICITÁ