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Di cosa parlare stasera a cena

Le nomine Rai e il nuovo incarico di Domenico Arcuri

Giuseppe De Filippi

Idee e spunti per sapere quello che succede nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi

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A cena, anche senza grandi tavolate, anzi meglio in piccoli gruppi, si parla volentieri di potere e televisione e di nomine in generale. E allora oggi è la giornata giusta, anche se i vostri interlocutori a tavola saranno magari collegati virtualmente, per constatare che qualcosa si muove nel mondo Rai e, forse con minore glamour, anche nell’amministrazione che si dovrebbe occupare di rendere efficiente il mercato del lavoro.
 
Per la Rai l’ultima infornata di nomine sembra il colpo finale dell’attuale assetto di potere. E con le parole del ministro Roberto Gualtieri, la cui tenacia nel mantenere gli obiettivi dichiarati è stata già dimostrata, arriva la certezza del prossimo cambiamento. A maggio, con il bilancio, ci saranno le sostituzioni alla guida della Rai. Gualtieri lo ha fatto fa capire con chiarezza dicendo che “i nuovi vertici si insedieranno entro le scadenze previste” e dopo molte considerazioni pesantissime sia sulla gestione finanziaria della Rai sia sulla qualità dell’informazione.

E a proposito di nomine oggi è arrivata anche la richiesta di cambiare il capo dell’Anpal, Mimmo Parisi, da parte di Matteo Renzi. Sembra un dispetto al governo e ancora di più un attacco a Luigi Di Maio. Ma è anche vero che il ministro degli esteri si dovrebbe essere reso conto da tempo dell’errore fatto dando piena fiducia al non famosissimo Parisi, personaggio estraneo all’amministrazione italiana, e che perciò potrebbe anche succedere che, aldilà dell’attacco di Renzi, il professore del Mississippi venga gentilmente avviato verso la sostituzione. D’altra parte è lui stesso, nell’audizione di oggi (in cui tenta, annaspando, di difendere l’operato della sua Anpal specialmente riguardo al reddito di cittadinanza e alla capacità di indirizzarne i beneficiari verso gli impieghi richiesti dal mercato del lavoro), a farlo pensare, quando propone la proroga della durata dei contratta dei navigator (una delle sue creature): si può leggere in questo tentativo il desiderio di lasciare al suo successore la patata bollente delle cause per la stabilizzazione. Con la proroga i navigator vedranno scadere i loro contratti quando Parisi sarà presumibilmente già sulle rive del grande fiume americano e le grane legali e lavoristiche legati ai navigator saranno affare del suo successore.

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A cena, anche senza grandi tavolate, anzi meglio in piccoli gruppi, si parla volentieri di potere e televisione e di nomine in generale. E allora oggi è la giornata giusta, anche se i vostri interlocutori a tavola saranno magari collegati virtualmente, per constatare che qualcosa si muove nel mondo Rai e, forse con minore glamour, anche nell’amministrazione che si dovrebbe occupare di rendere efficiente il mercato del lavoro.
 
Per la Rai l’ultima infornata di nomine sembra il colpo finale dell’attuale assetto di potere. E con le parole del ministro Roberto Gualtieri, la cui tenacia nel mantenere gli obiettivi dichiarati è stata già dimostrata, arriva la certezza del prossimo cambiamento. A maggio, con il bilancio, ci saranno le sostituzioni alla guida della Rai. Gualtieri lo ha fatto fa capire con chiarezza dicendo che “i nuovi vertici si insedieranno entro le scadenze previste” e dopo molte considerazioni pesantissime sia sulla gestione finanziaria della Rai sia sulla qualità dell’informazione.

E a proposito di nomine oggi è arrivata anche la richiesta di cambiare il capo dell’Anpal, Mimmo Parisi, da parte di Matteo Renzi. Sembra un dispetto al governo e ancora di più un attacco a Luigi Di Maio. Ma è anche vero che il ministro degli esteri si dovrebbe essere reso conto da tempo dell’errore fatto dando piena fiducia al non famosissimo Parisi, personaggio estraneo all’amministrazione italiana, e che perciò potrebbe anche succedere che, aldilà dell’attacco di Renzi, il professore del Mississippi venga gentilmente avviato verso la sostituzione. D’altra parte è lui stesso, nell’audizione di oggi (in cui tenta, annaspando, di difendere l’operato della sua Anpal specialmente riguardo al reddito di cittadinanza e alla capacità di indirizzarne i beneficiari verso gli impieghi richiesti dal mercato del lavoro), a farlo pensare, quando propone la proroga della durata dei contratta dei navigator (una delle sue creature): si può leggere in questo tentativo il desiderio di lasciare al suo successore la patata bollente delle cause per la stabilizzazione. Con la proroga i navigator vedranno scadere i loro contratti quando Parisi sarà presumibilmente già sulle rive del grande fiume americano e le grane legali e lavoristiche legati ai navigator saranno affare del suo successore.

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LE TRE "COSE" PRINCIPALI


#1

Come va il virus.

Il governo pronto ad affidare a Domenico Arcuri il programma di distribuzione dei vaccini anti-covid, ma il Foglio segnala che gli incontri con chi se ne occupa quotidianamente non sono stati neppure programmati.

In Calabria non vogliono Gino Strada, almeno così dice il reggente Nino Spirlì. Il ciondolo però funziona, perché con le sue oscillazioni regolari ha causato le dimissioni di un super inadeguato dirigente nominato da Michele Emiliano. 
 

#2

L’Aventino a Hong Kong, con tutto il parlamento locale che tenta di opporsi con un polemico svuotamento dell’aula al graduale avanzamento del potere di Pechino.


#3

La disperazione nel mediterraneo

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Oggi in pillole

- Gli arresti degli ex capi di Autostrade

- Milano non si ferma, anzi, rigenera e costruisce

- Che paura (sia per gli orsi sia per il deterrente)


 

Le nomine sono un tema infinito di conversazione, quindi stasera dovremmo cavarcela con gli spunti dati qui e gli altri che certamente troverete in giro altrove, ma, forse con minore leggerezza in alcuni casi, funzionano anche gli altri temi proposti. Domani si riprende. Prima però, domattina, leggete il Foglio!

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