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I francesi hanno trovato l'antidoto alle fake news. Il giornalismo

Mauro Zanon

Secondo un'indagine dell'istituto Kantar i blog e le svariate pagine di “informazione alternativa” sono considerati molto meno credibili dei giornali tradizionali

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Parigi. I francesi, dai giornalisti, si aspettano anzitutto un’informazione “affidabile e verificata”, giudicano “meno credibili” le notizie che si trovano su internet rispetto a quelle diffuse dai media tradizionali, e sono convinti che l’educazione all’informazione sia la principale arma per lottare contro il fenomeno delle “fake news”.

 

I risultati emersi dall’inchiesta dell’istituto Kantar per il quotidiano La Croix, smentiscono numerose tesi molto alla moda tra i grillini da tastiera e gli attori di quel “mercato del malumore” che hanno decretato da tempo la fine della carta e del giornalismo tradizionale, così come la perdita della sua credibilità. I blog e le svariate pagine di “informazione alternativa”, come vengono definite, sono considerati molto meno credibili dei giornali tradizionali, secondo i dati raccolti dall’istituto Kantar, al punto che soltanto un francese su quattro (25 per cento) dice di fidarsi dell’informazione online.

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Il dato più interessante è che nel 2005 era il 39 per cento dei francesi a documentarsi su internet attraverso altri canali rispetto a quelli tradizionali, e ora, invece, c’è un ritorno significativo verso quei media tanto disprezzati, come il giornale cartaceo, la radio e la televisione. Quest’ultima è giudicata credibile dal 48 per cento degli intervistati (+ 7 punti rispetto allo scorso anno), la radio si conferma al primo posto dei media più affidabili, 56 per cento (+ 4 rispetto al 2017), e la carta stampata, in soli dodici mesi, ha compiuto un poderoso balzo del + 8 per cento, attestandosi al secondo posto con il 52 per cento. Se si tiene conto che lo scorso anno, prima degli scandali giudiziari che hanno coinvolto l’allora candidato della destra neogollista François Fillon, i giornali cartacei avevano raggiunto il record storico negativo di “confiance”, questi dati non possono che far ben sperare gli addetti ai lavori.

 

Come evidenziato da La Croix, mai come durante le ultime presidenziali francesi i giornalisti dei media tradizionali sono stati criticati per il loro lavoro, sia dai candidati, sia dai loro responsabili della comunicazione. E però, dando un’occhiata all’inchiesta dell’istituto Kantar, si scopre che il 76 per cento dei francesi ritiene che la campagna presidenziale sia stata “raccontata bene dai media”. Nel 24 per cento di scontenti, come emerso dai dati, ci sono molti militanti del Front national di Marine Le Pen e della France Insoumise di Jean-Luc Mélenchon, ma anche molti giovani nella fascia compresa tra i 18 e i 24 anni, più orientati verso la ricerca di informazioni su internet.

 

L’altro capitolo importante dello studio di opinione sulla fiducia dei francesi nei media, riguarda le “fake news”, tema di grande attualità da quando il presidente della Repubblica, Emmanuel Macron, ha annunciato di voler creare una legge ad hoc. È il 90 per cento dei francesi a chiedere ai giornalisti che le informazioni siano “affidabili” e le fonti “verificate”, per lottare contro la proliferazione incontrollata di “fausses nouvelles”, mentre soltanto il 6 per cento considera che il giornalismo debba essere “portatore di soluzioni”.

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Il 38 per cento dei francesi, poi, ritiene di avere più fiducia nelle notizie condivise da un media, rispetto a quelle pubblicate da un “amico” (16 per cento). Questa esasperazione dei cittadini d’oltralpe verso il fenomeno delle “fake news”, sottolinea La Croix, è legata anzitutto ai rumors sui presunti conti alle Bahamas di Macron diffusi dalla galassia russofila e dai sostenitori di Marine Le Pen durante le ultime presidenziali. Anche per questo, i francesi sono convinti che la principale soluzione per rimediare alla sfiducia e al disinteresse verso i media tradizionali sia l’“educazione mediatica”. Sette su dieci pensano che la scuola debba formare tutti gli studenti all’informazione, e nove su dieci che gli allievi debbano imparare a “ricercare su internet le informazioni verificate e a reperire le ‘fake news’”.

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