E’ in libreria, scritto da Valentina Farinaccio, “Non è al momento raggiungibile” (Mondadori). Grafica di Giovanni Battistuzzi 

La recensione

La fortuna di ritrovarsi a vivere a cavallo delle ultime due epoche, tra l'analogica e il digitale

Daniele Mencarelli

Valentina Farinaccio, con “Non è al momento raggiungibile” mette in scena una finzione talmente perfetta da occultare anche i desideri pià autentici, fino a confonderci 

Una delle fortune meno considerate di questi anni è senz’altro quella di chi per ragioni anagrafiche si è ritrovato a vivere a cavallo delle ultime due epoche. Da una parte il crepuscolo dell’analogica, con tutti gli annessi e connessi, dall’altra l’avvento furioso di quella in corso. Il nostro tempo. L’esplosione del digitale. E’ un’opportunità, quella di vivere dentro due momenti storici e tecnologici così diversi, che è capitata raramente nel corso della civiltà umana e noi che ne abbiamo beneficiato non sembriamo esserne veramente consapevoli. Per chi come lo scrivente è nato a metà degli anni Settanta, certi racconti fatti a ragazzi oggi ventenni paiono rimandare a un mondo tardo ottocentesco, da far west dell’uomo e della tecnica. Le macchine da scrivere. Le lettere inviate con il francobollo, i telefoni a gettoni.
Si potrebbe continuare a lungo.


Questi beneficiati dalla sorte, ovvero i quaranta-cinquantenni che hanno vissuto omega e alfa delle due epoche suddette, dovrebbero avere oggi un ruolo primario in termini di critica sociale e non solo. Senza facile nostalgia, né euforia smodata da progresso, dovrebbero ergersi a metronomi tentando il più possibile di difendere il buono che rischiamo di perdere e di criticare, o abbracciare, il nuovo che ci arriva addosso senza sosta. Più che metronomi, maestri. Pronti a raccontare l’antico e a criticare il contemporaneo, quando necessario. Una volta si chiamavano proprio così. Maestri.
Invece assistiamo a invereconde immaturità postume. Uomini di cultura, almeno nella parvenza umana e professionale, totalmente dimentichi di tutto, ingorgati dentro vere e proprie forme di dipendenza, senza i postumi delle dipendenze tradizionali. Perché un addicted da social network non ha certo il phisique du role di un eroinomane, in fondo è semplicemente un individuo che ha posto un diaframma fra sé e il mondo, fra sé e il resto dell’umanità, autoconvincendosi sino a crederci veramente che quel diaframma in verità non esista.
Discorsi retrivi. Per la maggior parte dei lettori così parranno queste parole. 


In fondo, ecco perché esiste la letteratura. Per dare alle parole altro incarico, uno slancio in termini di profondità e lungimiranza che vada oltre il momento presente.
Valentina Farinaccio, con “Non è al momento raggiungibile”, Mondadori, mette in scena esattamente questa frattura fra umanità agita e agente dentro la realtà e mondo digitale, dove la finzione può diventare talmente perfetta da occultare anche i nostri desideri più autentici, sino a confonderci tragicamente. Vittoria è una ragazza attorno ai quarant’anni, come tante, o forse sarebbe più giusto dire come nessun’altra. Vive di lavori precari e in obbedienza alla sua dipendenza autodistruttiva dal cibo. Ne parla con Mina, che non è un’amica, o una parente, o una vicina di casa, ma una terapeuta-dietista, una delle figure specialistiche che oggi vivono in prima linea l’esplosione dilagante dei disturbi alimentari. Oltre al cibo, Vittoria ama la musica, il suo sogno è proprio di vivere da giornalista musicale, o qualcosa di simile, tutti i suoi sforzi convergono su un blog che gestisce con passione. 
Ma sarà altro a rivoluzionarle la vita. Una fotografia. Con un musicista famoso.


L’attenzione del mondo, quello digitale, chiuso, schiacciato dentro un display, che improvvisamente si accorge di lei. Chi è il seduttore? Chi il sedotto? Vittoria accetta la popolarità, i follower che si moltiplicano, seguaci o persecutori che dir si voglia. 
Diventa famosa, senza togliersi di dosso la sua fame maledetta.

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