La Normale di Pisa sdogana la schwa, poi cancella il post dai social

Valerio Valentini

Il rigoroso istituto pubblica su Facebook un testo con il simbolo grafico neutro. Per poi ravvedersi

Che la scelta sia stata controversa, e più che controversa tribolata, lo dimostra il fatto che alla fine il post sia stato rimosso, il tweet frettolosamente cancellato. E si capisce. Perché la Scuola normale superiore di Pisa che sdogana la schwa, e lo fa via social, è un fatto clamoroso. Sui profili ufficiali della scuola d'eccellenza pisana sabato pomeriggio è comparso un messaggio di benvenuto ai nuovi allievi che aveva dell'inverosimile: l'utilizzo della famigerata desinenza neutra, indicata col segno grafico di una "e" rovesciata, che serve ad abbattere quel sessismo che, a detta delle pretoriane e dei pretoriani della gender equality, sarebbe insito nella lingua italiana. La quale, dovendo scegliere un genere per definire un gruppo di persone misto di uomini e donne, privilegia - scandalo! - il maschile.

 

 

E dunque, ecco che la Normale decide di adeguarsi, o di cedere, allo spirito del tempo. "Benvenutə ai nuovi 72 allievi e allieve (e perché, ci chiediamo noi, quell'"ai" non viene allora pure esso tacciato di patriarcato, e mondato con asterischi purificatori) che sono entratə a far parte della Normale. La giornata di lunedì 4 ottobre sarà dedicata alla loro accoglienza da parte del personale docente, di allievə ed ex allievə e del personale tecnico (e perché, obiettiamo ancora, questa incoerenza tra il primo rigo, con "allievi e allieve", e l'ultimo, dove invece si ricorre alla formula no-gender?)".

 

La svolta è durata comunque solo poche ore. Poi il post è scomparso da Facebook. E anche il profilo Twitter della Normale ha rimosso il messaggio incriminato. Ravvedimento? Ammissione di colpa? Chissà. Segnale, questo è certo, di una tensione crescente, all'interno della scuola d'eccellenza pisana, finita mesi fa al centro di grosse polemiche - rinnovate, di recente, da un atto d'accusa lanciato da tre studentesse normaliste durante la cerimonia della loro laurea, e subito diventando virale in rete - per l'eccessivo rigore nei metodi di insegnamento e la scarsa apertura alle mode culturali e alle istanze femministe del momento. Di qui forse il tentato sdoganamento della schwa. E di qui, poi, il ripensamento. 

 

Il tutto, peraltro, a pochi giorni dal pronunciamento sul tema da parte dell'Accademia della Crusca. Che, per bocca dell'insigne linguista Paolo D'Achille, si è espressa risolutamente contro l'introduzione della schwa nella lingua italiana. Anche se, è stato notato, Paolo D'Achille è un maschio bianco eterosessuale. Cosa vuole saperne, lui, di desinenze inclusive. What a time to be alive.

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  • Valerio Valentini
  • Nato a L'Aquila, nel 1991. Cresciuto a Collemare, lassù sull'Appennino. Maturità classica, laurea in Lettere moderne all'Università di Trento. Al Foglio dal 2017. Ho scritto un libro, "Gli 80 di Camporammaglia", edito da Laterza, con cui ho vinto il premio Campiello Opera Prima nel 2018. Mi piacciono i bei libri e il bel cinema. E il ciclismo, tutto, anche quello brutto.