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Dieci classici a fumetti per l’estate

Stefano Priarone

Dai grandi autori ai grandi personaggi, ristampati di fresco, una lista di nuvolette da portae in vacanza

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Tanti dicono di approfittare dell'estate per "rileggere" i grandi classici. E subito sorge il dubbio che la seconda o terza lettura dei romanzi di Balzac o Tolstoj, in definitiva, sia più raccontata che eseguita davvero. Ma comunque sia, seguiamo l'onda anche noi e vi proponiamo dieci letture per immagini, più leggere e distensive ma non per questo meno attraenti. Ecco dieci classici a fumetti per l’estate, tutti di recente o recentissima ristampa. A volte potenzialmente a rischio di censura, in un mondo di correttismi, come i Libri proibiti allegati al Foglio dal 10 luglio. Spesso, e per fortuna, trascurati dalla sempre più diffusa cancel culture. Tutti meritevoli di lettura al mare, in montagna, in campagna. O anche a seduti comodi su una poltrona in casa propria.

 

Zagor contro Hellingen: Ora Zero! 

di Guido Nolitta (alias Sergio Bonelli) e Franco Donatelli (Sergio Bonelli Editore).

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Compie sessant’anni il vecchio Zagor, fumetto d’avventura (western, ma anche horror e fantastico in generale) creato nel 1961 dall’editore-sceneggiatore Sergio Bonelli, che quando scriveva fumetti si firmava Guido Nolitta, e dal disegnatore Gallieno Ferri. Fra le varie iniziative per festeggiare l’importante compleanno c’è la ristampa in volume di tutte le storie contro il suo arcinemico, lo scienziato pazzo Hellingen. Questa è la terza e probabilmente la migliore: le successive, infatti, pur se spesso belle, complicheranno la vicenda con l’arrivo di alieni e divinità indiane.

“Ora Zero!” (uscita in origine nel 1974), invece, ha una trama classica e senza fronzoli: Leggermente avanti con i tempi, dovremmo essere suppergiù nel 1830, Hellingen bombarda Washington con i suoi missili stile V2 per diventare imperatore degli Stati Uniti (seguirà il mondo, ovviamente) e solo Zagor può salvare l’America. Donatelli disegna uno scienziato ancora più folle rispetto al creatore grafico Ferri.

 

Topolino nella casa dei fantasmi

di Floyd Gottfredson con Ted Osborne (Panini Comics).

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Davvero politicamente scorrette le storie a strisce di Mickey Mouse di Floyd Gottfredson uscite fra gli anni Trenta e i Cinquanta: vi compaiono, infatti, con i loro bravi stereotipi, italoamericani, ebrei, afroamericani, nativi selvaggi di Sudamerica e Africa. Ma, grazie a un disclaimer, nei primi anni Dieci l’editor David Gerstein è riuscito a ristamparle in America, in vari volumi ai quali hanno collaborato anche critici italiani, come Alberto Becattini (pure traduttore della versione italiana), Leonardo Gori e Francesco Stajano.

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Questo volume presenta le strisce uscite dal 1936 al 1938 con storie diventate veri classici come “Topolino e il mistero dell’uomo nuvola” che anticipa l’era atomica, o “Topolino nella casa dei fantasmi” dove il coprotagonista è anche la futura superstar Donald Duck alias Paperino.

 

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Verso la tempesta

di Will Eisner (Rizzoli Lizard)

Che le graphic novel non siano altro che fumetti (seppure in forma di libro e non di albo periodico) lo dimostra Will Eisner (1917-2005). Vero maestro del fumetto inizia curando la serie comico-poliziesca Spirit che negli anni Quaranta esce su vari quotidiani americani. A fine anni Settanta inizia a scrivere e disegnare romanzi a fumetti, acclamati dalla critica. A volte autobiografici come questo, del 1990, ambientato quando stava nel per andare in guerra, a inizio anni Quaranta, e al tempo stesso ricordava il passato della sua famiglia, ebrei aschenaziti emigrati in America.

“Forse il più indelebile dei miei ricordi di quel periodo è l’insidioso senso di pregiudizio che permeava il mio mondo” ricorda nell’introduzione. Chissà se le cose sono realmente cambiate.

 

Il colonnello Caster'Bum e Piccolo Dente

di Claudio Nizzi e Lino Landolfi (Allagalla)

Qui detestiamo l’aggettivo “necessario” riferito ai libri: non ci sono libri davvero “necessari”. Ma, per certi versi, si può applicare a volumi come questo.

È il primo della ristampa di tutte le storie del western umoristico con il Colonnello Caster’Bum e l’indianino Piccolo Dente, realizzate negli anni Settanta e Ottanta per il settimanale Il Giornalino. Piccolo Dente diventa presto la mascotte della rivista con una sua tavola autoconclusiva pubblicata in ogni numero mentre grazie a questa serie e al western “ serio” Larry Yuma l’allora giovane sceneggiatore Nizzi dagli anni Ottanta entra nello staff di Tex (e c’è ancora). Libri che ristampano storie brevi presenti in decine di numeri di riviste di difficile reperibilità possono a buon diritto essere chiamati “necessari”.

 

Dylan Dog. Gli orrori di Altroquando

di Tiziano Sclavi e Attilio Micheluzzi (Sergio Bonelli Editore)

Che la differenza fra fumetto “d’autore” e “popolare” sia risibile lo si era visto chiaramente nel 1988. Un maestro del fumetto “d’autore” come Micheluzzi disegna uno speciale dell’Indagatore dell’Incubo di Sclavi che, in edicola da due anni, sta avendo sempre più successo. Il connubio Sclavi-Micheluzzi è felicissimo: “Gli orrori di Altroquando” ancora oggi, con le sue varie storie brevi popolate da zombi, fantasmi e teneri mostri, è uno dei migliori speciali del personaggio e il volume è corredato da una intervista d’antan a Micheluzzi (purtroppo morto prematuramente nel 1990) realizzata da Michele Masiero, attuale direttore editoriale della Bonelli.

 

Trilogia delle religioni

di Hugo Pratt (Rizzoli Lizard)

Già a metà anni Settanta la Bonelli di Tex e Zagor, per smentire la (presunta) dicotomia fra fumetto “d’autore” e “popolare” aveva varato la collana “Un uomo un’avventura”, romanzi brevi a fumetti realizzati da autentici maestri del medium, come il già citato Micheluzzi. O come il creatore di Corto Maltese Hugo Pratt, autore di ben quattro volumi della collana. Tre, usciti in origine fra il 1977 e il 1980 e accomunati da una visione sui generis della religione (dal cristianesimo all’Islam ai riti brasiliani del Candomblè), sono raccolti in questo libro. Viaggi fra l’onirico e l’avventuroso dal Grande Nord canadese al Sertão brasiliano al deserto della Somalia.

 

Gargantua e Pantagruel

di Dino Battaglia (NPE)

Pure il raffinato Dino Battaglia era stato fra i collaboratori di “Un uomo un’avventura”. Nello stesso periodo, nel 1979, al culmine del suo successo, decide di misurarsi con il classico di Rabelais. Una doppia scommessa: tanto Rabelais è torrenziale, dionisiaco quanto Battaglia è evanescente, apollineo. Inoltre è per il settimanale cattolico Il Giornalino e certi episodi scurrili dell’opera dell’autore rinascimentale francese non si possono adattare. Ma, anche grazie ai colori della moglie Laura De Vescovi, è una scommessa vinta, e questo capolavoro del maestro veneziano viene riproposto con in appendice illustrazioni e testi di Rabelais tratti dalla versione francese dell’opera.

 

Ada e altre giungle

di Altan (Coconino Press)

Non solo vignette di satira e Pimpa. Francesco Tullio Altan è molto altro. Ad esempio anche autore di romanzi a fumetti ante litteram: in questo volume vengono raccolte le avventure, in origine uscite fra i Settanta e gli Ottanta, dell’affascinante Ada Frowz, assieme ad alcune storie brevi. Forse stiamo esagerando a utilizzare la parola “maestro” ma anche Altan lo è, come, fra gli altri, i succitati Pratt, Eisner, Gottfredson, Micheluzzi, Battaglia.

 

Le strisce quotidiane di Spider-Man

di Stan Lee e John Romita (Panini Comics)

Per decenni in America c’era un fumetto “di serie A” (le strisce sui quotidiani) e uno “di serie B” (i comic book, gli albi a fumetti). Quindi quando nel 1977 è iniziata la striscia a fumetti di Spider-Man, personaggio nato nei comic book nel 1962, sembrava una sorta di “promozione”. I primi quattro anni della serie (raccolti in due volumi) sono realizzati da Stan Lee (anche co-creatore del personaggio con Steve Ditko) per i testi e John Romita per i disegni, duo autore di memorabili storie del personaggio fra gli anni Sessanta e i primi Settanta. Anche in un formato diverso gli autori sanno realizzare avventure davvero godibilissime per un personaggio senza tempo.

 

Swea. Principessa di sole

di Raffaele D’Argenzio e Nadir Quinto (Allagalla)

Chiudiamo con l’apoteosi del politicamente scorretto. Si ristampano le avventure di un’indiana bionda uscite sulla rivista Corrier Boy nel 1976-1977.

Gradevoli, splendidamente disegnate, ma di certo censurabili nel clima attuale: Swea è un’indiana bianca e bionda (perché discendente di vichinghi) che gira sempre in perizoma in un West di pura fantasia. Scorrettissima anche la chiusa della presentazione di Moreno Burattini, sceneggiatore e curatore di Zagor e prolifico autore di introduzioni (sua anche quella di “Ora Zero!”):  “L’intento erotico è evidente, tuttavia mai si indulge a mostrare niente di più che due cosce tornite. Il che, detto fra noi, un po’ dispiace”. “Swea” si avvia a diventare un libro proibito.

 

Stefano Priarone

 

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