Il Nobel per la letteratura contro la cancel culture

Giulio Meotti

“I giovani scrittori per paura si autocensurano”. Così Kazuo Ishiguro. La lista dei caduti è già immensa

Quando due anni fa il Kuwait ha bandito I fratelli Karamazov di Dostoevskij c’è stata molta indignazione nella comunità letteraria occidentale. “No alla censura”. Ora un premio Nobel per la Letteratura si scaglia contro la cancel culture che soffoca la letteratura. Non fra le dune arabiche, ma fra i ceti urbani occidentali. E’ il giapponese Kazuo Ishiguro, l’autore di Quel che resta del giorno. In un’intervista alla Bbc, Ishiguro dice che un “clima di paura” sta inibendo la libertà creativa e incoraggiando l’autocensura. “Ho molta paura per le giovani generazioni di scrittori”. “Penso di essere in una posizione privilegiata e relativamente protetta perché sono un autore molto affermato”, ha detto Ishiguro. “Ho l’età che ho. Una reputazione. Forse è un’illusione, ma penso di essere protetto”. La lista dei giovani scrittori cancellati è così lunga che Ishiguro ne ha soltanto preso atto. 

 

Amélie Wen Zhao era sotto contratto con Random House. Quando è uscito il suo fantasy Blood Heir, i critici che hanno letto le bozze lo hanno denunciato come “apertamente razzista”. Zhao raccontava di un mondo dove ci sono anche schiavi bianchi, non solo di colore. Libro ritirato. American Heart di Laura Moriarty è la distopia accusata di “complesso dell’uomo bianco salvatore”. Romanzo e reputazione distrutti. Kosoko Jackson, afroamericano e gay, stava per uscire con A Place for Wolves, storia d’amore fra due gay nella Yugoslavia della guerra civile. Accusato di razzismo, Jackson ha ritirato il libro. They called me Wyatt, il romanzo di Natasha Tynes, è stato cancellato dopo che l’autrice, di origine giordana, ha twittato una foto nella metro dove un dipendente mangiava un panino durante l’orario di lavoro. Ha commesso l’errore di postare un dipendente di colore e l’editore, Rare Bird Books, le ha stralciato il contratto. Alexandra Duncan era pronta per  Ember Days. Doveva uscire da Greenwillow Books, gruppo HarperCollins. Parlava di afroamericani, ma Duncan è bianca. Tanti saluti al libro. Keira Drake in The Continent raccontava di una ragazza bianca che salva tutti. Accuse di white privilege e Drake ha ritirato il libro. Come il romanzo When We Was Fierce di E. E. Charlton-Trujillo, autore del già pluripremiato Fat Angie, rinviato a seguito di accuse di “insensibilità razziale”. Gareth Roberts è stato estromesso dalla Bbc Books dopo che è stato accusato di “linguaggio offensivo sui transgender”. Roberts, che è gay, aveva detto di non credere all’identità di genere. Carriera finita. 

 

Di ieri la notizia che  sei libri del Dr. Seuss, quello del Grinch, non saranno ristampati. Un altro razzistone. Cosa resterà non del giorno, ma della letteratura, quando la cancel culture avrà compiuto il suo ciclo nichilista?

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  • Giulio Meotti
  • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.