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La fantascienza ha inventato il futuro. O almeno le parole per descriverlo

Maurizio Stefanini

La prima volta di robot e gravitone: un dizionario online

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Il robot nasce nel 1920, da un’opera teatrale ceca. E questo è abbastanza noto. Meno noto è che Karel Capek, autore del dramma R.U.R. che lanciò la parola nel mondo, in origine voleva utilizzare un termine coniato sulla radice latina di “labor”, piuttosto che su quella slava che indica qualcuno che fa un lavoro duro, se non forzato. Sarebbe stato il fratello Josef a suggerirgli di chiamare invece “robot” quegli esseri che nella sua storia sono creati dall’uomo per lavorare al posto suo, si ribellano, prendono il suo posto, ma non sanno poi come riprodursi fino a quando tra un robot maschio e un robot femmina non sboccia l’amore.

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Il robot nasce nel 1920, da un’opera teatrale ceca. E questo è abbastanza noto. Meno noto è che Karel Capek, autore del dramma R.U.R. che lanciò la parola nel mondo, in origine voleva utilizzare un termine coniato sulla radice latina di “labor”, piuttosto che su quella slava che indica qualcuno che fa un lavoro duro, se non forzato. Sarebbe stato il fratello Josef a suggerirgli di chiamare invece “robot” quegli esseri che nella sua storia sono creati dall’uomo per lavorare al posto suo, si ribellano, prendono il suo posto, ma non sanno poi come riprodursi fino a quando tra un robot maschio e un robot femmina non sboccia l’amore.

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Anche su questo ci informa Historical Dictionary of Science Fiction: un sito che è andato online giusto martedì. Come chiarisce infatti la voce, nel linguaggio corrente robot è diventato “un essere artificiale intelligente tipicamente fatto di metallo e somigliante in qualche modo a un essere umano o a un animale”. Ma il riferimento originario è appunto a quei “lavoratori prodotti in serie nella commedia di Karel Capek R.U.R.: Rossum’s Universal Robots (1920) che sono assemblati con materiale organico sintetizzato artificialmente”. Dunque, potevano essere sessuati, e comportarsi in modo relativo. La voce informa anche su una storia della parola, per cui dopo il primo uso “robot” compare nel 1922 in un articolo del New York Times, nel 1923 nella traduzione inglese di R.U.R., nel 1925 in un romanzo di T. C. Brighes, e così via. Per ora sono giusto 1.800 voci: da “actifan”,  “qualcuno attivamente coinvolto nel mondo dei fan” (1942), a “zina”, abbreviazione di fanzine (1944). La robotica, in inglese “Robotics”, che è ora una scienza, è coniata su robot da Isaac Asimov nel 1941, quando inventa le sue famose Tre leggi della robotica: non fare danno agli essere umani: obbedire agli esseri umani, a meno che non entri in contrasto con la prima legge; preservare sé stessi, a meno che non entri in contrasto con la secondo legge. E’ alla base della serie di racconti in italiano raccolti col titolo Io, robot: a oggi è uscita dalla fantasia per diventare una realtà concretissima. 

  
Ma anche la biotecnologia è una realtà centrale dell’economia di oggi. E anch’essa è parola nata in origine dalla fantascienza. “Biotechnician”, appare nel luglio 1940 sulla rivista Astounding Science-Fiction col racconto di N. L. Knight Crisis in Utopia, per poi tornare nel 1941 nei Figli di Matusalemme di Robert Anson Heinlein: il famoso “John  Wayne della fantascienza” autore di classici come Fanteria dello spazio, Il terrore dalla Sesta Luna o La luna è una severa maestra.  E nel 1951 lo usa Paul Anderson, altro capofila della fantascienza libertarian, in Inside Earth, storia di copertina di Galaxy Science Fiction.  

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Il gravitone è entrato pure nel linguaggio scientifico, per indicare una ipotetica particella elementare responsabile della trasmissione della forza di gravità in diversi modelli teorici che mirano a unificare i fenomeni gravitazionali con quelli quantistici. Il “graviton” appare addirittura nel 1929 in Amazing Stories, nel racconto Barton’s Island di H. Vincent: una scoperta alla base di un motore che permette di viaggiare tra le stelle. E così via… Ma a volte accade anche il contrario. Ad esempio l’hypospray: la siringa ad aria compressa che il dottor McCoy di Star Trek usava al posto degli aghi, e che dal 2012 a iniziato effettivamente a essere introdotta negli ospedali a cura del Mit. Una cosa chiamata nello stesso modo era stata già brevettata nella realtà, ed era in vendita nel 1947, come riporta un articolo di Life.
  

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