PUBBLICITÁ

Il paradiso perduto delle università inglesi, impazzite per troppa diversity

Via Chaucer e Milton, dentro i corsi su razza e gender

Giulio Meotti

Saranno rottamati “I racconti di Canterbury” e il grande poema epico “Beowulf”, la facoltà  sarà riorientata verso la “diversità” attraverso “una selezione di moduli su razza, etnia, sessualità e diversità”, un “curriculum decolonizzato”

PUBBLICITÁ

L’Università di Leicester intende abbandonare lo studio del padre della letteratura inglese Geoffrey Chaucer per far posto a nuovi “moduli sulla razza e la sessualità”, secondo il curriculum rivelato dal Telegraph. Saranno rottamati testi come “I racconti di Canterbury” (che ispirarono Pier Paolo Pasolini e che il critico letterario Harold Bloom inserì tra i grandi capolavori di tutti i tempi), le opere di John Donne e il grande poema epico “Beowulf”. La facoltà di Inglese sarà riorientata verso la “diversità” attraverso “una selezione di moduli su razza, etnia, sessualità e diversità”, un “curriculum decolonizzato”. Anche le saghe vichinghe verrebbero rimosse. I tagli riguarderanno anche il “Paradiso perduto” di John Milton e le opere dell’elisabettiano Christopher Marlowe.

ABBONATI PER CONTINUARE A LEGGERE
Se hai già un abbonamento:

Altrimenti


L’Università di Leicester intende abbandonare lo studio del padre della letteratura inglese Geoffrey Chaucer per far posto a nuovi “moduli sulla razza e la sessualità”, secondo il curriculum rivelato dal Telegraph. Saranno rottamati testi come “I racconti di Canterbury” (che ispirarono Pier Paolo Pasolini e che il critico letterario Harold Bloom inserì tra i grandi capolavori di tutti i tempi), le opere di John Donne e il grande poema epico “Beowulf”. La facoltà di Inglese sarà riorientata verso la “diversità” attraverso “una selezione di moduli su razza, etnia, sessualità e diversità”, un “curriculum decolonizzato”. Anche le saghe vichinghe verrebbero rimosse. I tagli riguarderanno anche il “Paradiso perduto” di John Milton e le opere dell’elisabettiano Christopher Marlowe.

PUBBLICITÁ

    

Curioso che il suo “Tamerlano il Grande”, dove si arriva al punto di bruciare il Corano e sfidare Maometto a vendicarsi su di lui, sia stato censurato al teatro Barbican sotto la regia di David Farr. La versione epurata non ha incluso la scena in cui il protagonista brucia il Corano. Al posto del testo sacro dell’islam, il regista ha appiccato il fuoco sul palco a un mucchio di libri anonimi. Anche questa è “diversity”.

    

PUBBLICITÁ

Il vicecancelliere dell’Università di Leicester, il professor Nishan Canagarajah, ha detto che la revisione fa parte della strategia a lungo termine per “competere a livello globale”, e ha aggiunto: “Per facilitare ciò, potremmo avere bisogno di interrompere l’attività in un numero limitato di aree”. Sono le stesse motivazioni che hanno portato l’Università di Yale a pensionare il suo famoso corso di “Introduzione alla Storia dell’arte, dal Rinascimento a oggi”. Insegnato per decenni da Vincent Scully, uno dei più celebri professori di Yale, il corso è stato giudicato troppo bianco ed europeo, troppo “problematico”, come ha detto Tim Barringer, a capo del dipartimento di Storia dell’arte, che ha introdotto una prospettiva “globale” nella disciplina in relazione a “questioni di genere, classe e ‘razza’”.

  

Lo storico Robert Tombs parla di “follia” sulla decisione di Leicester: “Il valore della letteratura è aiutare a immaginare mondi che altrimenti non potremmo raggiungere, non parlarci di ciò che è già familiare”. Un altro storico, Ian Mortimer, ha ricordato che Chaucer non avrà condiviso le idee di oggi su razza, sessualità o gender, ma il suo lavoro era altamente progressista all’epoca (si dovranno tirare giù anche i dipinti di William Blake ispirati da Chaucer). La sua “donna di Bath”, ad esempio, è considerata la prima icona femminista.

   

In un comunicato, Leicester ha nominato due degli scrittori che rimarranno nel curriculum, i romanzieri afroamericani Toni Morrison e Colson Whitehead. Tutte le università inglesi sono sottoposte a questo processo al passato. La Swansea University ha risposto alle richieste di “decolonizzazione” del curriculum di Letteratura lanciando un modulo incentrato sulle opere di narrativa “iper-contemporanee”. La Sheffield University ha aperto alla “decolonizzazione”, sostenendo che il mondo accademico è uno “spazio dominato dai bianchi”. E ha suggerito che grandi scrittori come Percy Shelley facciano parte del programma solo perché “semplicemente si adattano meglio a una cultura accademica influenzata dagli stessi pregiudizi razziali che vediamo nel resto della società”.

PUBBLICITÁ

 

PUBBLICITÁ

Anche i professori di Letteratura di Cambridge hanno annunciato di volere sostituire celebri autori bianchi con gli scrittori delle minoranze. E la vicecancelliera dell’Università di Oxford, Louise Richardson, ha detto di volere “decolonizzare” persino i corsi di laurea in Scienze e Matematica. Ma eliminare Antoine-Laurent de Lavoisier e Marie Curie per fare spazio a Vandana Shiva sarà un po’ più complicato di mettere Toni Morrison al posto della leggenda di Re Artù. Dai racconti di Canterbury ai racconti dell’Inclusione.

  

PUBBLICITÁ
Di più su questi argomenti:
PUBBLICITÁ