PUBBLICITÁ

Riscoprire i pionieri dell’animazione. Il bisnonno del live action è Winsor McCay

Mariarosa Mancuso

Dal dinosauro Gertien, antenato di Jurassic Park, a Betty Boop di Max Fleischer, basta un click per ripercorre la storia del disegno animato. E scoprire che no, non è cominciata con la Pixar e neppure con Walt Disney

PUBBLICITÁ

A seguire Adam Gopnik non si sbaglia. “L’invenzione dell’inverno” racconta come l’umanità ha imparato a farsi piacere la stagione fredda (con il sostanziale contributo dei romantici, fissato in un quadro che mostra Goethe pattinatore sul ghiaccio). “Io, lei, Manhattan” racconta come gli artisti negli anni Ottanta conquistarono i magazzini e le fabbriche di SoHo, che sta per South of Houston. C’erano i grandi spazi, e pazienza se un’ex fabbrica di dolciumi riadattata a loft trasudava ancora melassa dai muri. Altre avventure immobiliar-culturali sono in “Da Parigi alla Luna” e “Una casa a New York” – tutti caldamente consigliati e tutti pubblicati da Guanda, come le cronache mangerecce di “In principio era la tavola”.
   

ABBONATI PER CONTINUARE A LEGGERE
Se hai già un abbonamento:

Altrimenti


A seguire Adam Gopnik non si sbaglia. “L’invenzione dell’inverno” racconta come l’umanità ha imparato a farsi piacere la stagione fredda (con il sostanziale contributo dei romantici, fissato in un quadro che mostra Goethe pattinatore sul ghiaccio). “Io, lei, Manhattan” racconta come gli artisti negli anni Ottanta conquistarono i magazzini e le fabbriche di SoHo, che sta per South of Houston. C’erano i grandi spazi, e pazienza se un’ex fabbrica di dolciumi riadattata a loft trasudava ancora melassa dai muri. Altre avventure immobiliar-culturali sono in “Da Parigi alla Luna” e “Una casa a New York” – tutti caldamente consigliati e tutti pubblicati da Guanda, come le cronache mangerecce di “In principio era la tavola”.
   

PUBBLICITÁ

A seguire Adam Gopnik non si sbaglia (Voltaire pensava la stessa cosa dei banchieri svizzeri, “se ne vedi uno che si butta dalla finestra seguilo, c’è qualcosa da guadagnare”). Sul New Yorker di qualche settimana fa raccontava un libro sugli anni d’oro dell’animazione (no, non è cominciata con la Pixar e neppure con Walt Disney). Si intitola “Wild Minds: The Artists and Rivalries That Inspired the Golden Age of Animation”, lo pubblica l’Atlantic Monthly Press, lo firma Reid Mitenbuler, che confessiamo non aver mai sentito nominare.
   

Non che serva una grande spinta, per farci leggere un libro sul cinema d’animazione. Siamo fan da sempre, e dunque contrarissimi ai rifacimenti in live action della “Sirenetta” o del “Re Leone”, o di qualsiasi altro titolo salti in mente ai dirigenti Disney. Bizzarro che siano loro a non aver capito che se in un film gli intermezzi comici sono in capo a un facocero e a un suricato (più noti come Timon e Pumbaa) è molto meglio vederli disegnati che rifatti al computer con tutto il pelame – questo vuol dire “live action”, di vivo ci sono solo i programmatori.
     

Leggerlo adesso – a differenza delle vecchie storie del cinema di animazione con pochi fotogrammi che assolutamente non rendevano l’idea (così una volta si studiava il cinema) – mette voglia di andare a vedere il lavoro dei pionieri. Roba che una volta si proiettava solo al MOMA, neanche tutti i giorni, e ora si può vedere tranquillamente su YouTube. Basta un clic, dal divano, per vedere i primi film della ditta fondata da Thomas A. Edison (non facevano solo lampadine): un Frankenstein datato 1910 e il cow boy che alla fine di “The Great Train Robbery” punta la pistola verso il pubblico e spara.
   

PUBBLICITÁ

Tornando all’animazione, troviamo facilmente i dodici minuti di “Gertie the Dinosaur”, disegnato e animato da Winsor McCay nel 1914: l’antenato di tutti i “Jurassic Park” che abbiamo visto poi (oltre che della dinosaura Gertie di “L’era glaciale – In rotta di collisione”). A distanza di un altro click, “L’affondamento del Lusitania”, transatlantico britannico distrutto nel 1915 da un sommergibile tedesco. I pesci, perplessi, osservano. Gli animatori spiegano, con le didascalie, che la cosa più difficile era animare le onde del mare (son venute benissimo). Altro click, e troviamo la serie “Private Snafu”, filmini didattici per il soldati che combattevano durante la Seconda Guerra Mondiale (Snafu sta per “Situation Normal: All Fucked Up”: insomma, in gergo militare, un gran casino).
   

Guerra – altro che genere destinato ai bambini. E sesso: Max Fleischer (classe 1883, nato a Cracovia) nel 1930 inventa Betty Boop – ispirata a Mae West, e con la gonna molto più corta di come la vedremo poi. Sognava un lungometraggio d’animazione, riuscì a farlo solo dopo “Biancaneve” del rivale Walt Disney. Che intanto aveva in cantiere “Bambi”, e mandava gli animatori a studiare la carcassa di un cervo, come in un bestiale teatro anatomico.  

Di più su questi argomenti:
PUBBLICITÁ