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Professore francese insegna la laicità. Aggredito, si dimette

I colleghi entrano in sciopero. Un sondaggio intanto rivela: "L'autocensura sull'islam dilaga fra gli insegnanti"

Giulio Meotti

È successo nella scuola di Lione dove iniziò a insegnare Samuel Paty, decapitato il 16 ottobre 

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Le scuole sono oggetto di violente campagne islamiste in tutto il mondo: Pakistan, Kenya, Burkina Faso, Nigeria… I Talebani hanno attaccato novecento scuole, secondo un rapporto dell’International Crisis Group. Boko Haram in Nigeria ha rapito centinaia di studenti: 520 a Kankara pochi giorni fa, l’ultima “preda”. L’Università di Garissa in Kenya è stata il bersaglio di un massacro, mentre sono più di duemila le scuole che in Burkina Faso hanno chiuso i battenti. In Francia c’è una guerra a bassa intensità finalizzata all’islamizzazione delle scuole. Tutto iniziò nel 1989 durante il bicentenario della Rivoluzione francese. Un liceo di Creil (Oise) aveva rifiutato l’ingresso a tre studentesse che indossavano il velo islamico. Sul Nouvel Observateur, diversi intellettuali come Alain Finkielkraut ed Elisabeth Badinter lanciarono un appello: “Insegnanti, non capitolate!”. Da allora, alcuni insegnanti si sono rifiutati di capitolare e uno, Samuel Paty, per q   uesto ha pagato  con la vita. 

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Le scuole sono oggetto di violente campagne islamiste in tutto il mondo: Pakistan, Kenya, Burkina Faso, Nigeria… I Talebani hanno attaccato novecento scuole, secondo un rapporto dell’International Crisis Group. Boko Haram in Nigeria ha rapito centinaia di studenti: 520 a Kankara pochi giorni fa, l’ultima “preda”. L’Università di Garissa in Kenya è stata il bersaglio di un massacro, mentre sono più di duemila le scuole che in Burkina Faso hanno chiuso i battenti. In Francia c’è una guerra a bassa intensità finalizzata all’islamizzazione delle scuole. Tutto iniziò nel 1989 durante il bicentenario della Rivoluzione francese. Un liceo di Creil (Oise) aveva rifiutato l’ingresso a tre studentesse che indossavano il velo islamico. Sul Nouvel Observateur, diversi intellettuali come Alain Finkielkraut ed Elisabeth Badinter lanciarono un appello: “Insegnanti, non capitolate!”. Da allora, alcuni insegnanti si sono rifiutati di capitolare e uno, Samuel Paty, per q   uesto ha pagato  con la vita. 

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Un altro insegnante è stato appena aggredito dopo una lezione sulla laicità. E’ accaduto nella scuola di Battières, a Lione, dove il docente è stato costretto ad abbandonare l’istituto dopo la reazione  violenta del padre di due suoi alunni. La scuola è la stessa dove, vent’anni fa, aveva iniziato a insegnare proprio Paty, decapitato il 16 ottobre per aver mostrato in aula le vignette di Charlie Hebdo. Il nuovo docente avrebbe spiegato, tra le altre cose, che Emmanuel Macron non è islamofobo. Il padre ha affrontato l’insegnante in modo violento e, davanti a testimoni, avrebbe detto al professore ciò che poteva e ciò che non poteva dire agli alunni. Il docente si è trasferito in un’altra scuola. I colleghi sono entrati in sciopero per protestare contro la sua partenza e perché la situazione è tesissima. Nella borsa di uno dei due studenti è stato ritrovato anche un coltello. “E’ un insegnante apprezzato, che si fa riconoscere per la  dedizione e la qualità delle  lezioni”, raccontano a Libération i colleghi. Le stesse qualità che si diceva avesse Paty. 


Ieri Charlie Hebdo, di cui ricorre il sesto anniversario della strage, ha pubblicato un sondaggio di Ifop e della Fondazione Jean-Jaurès tra gli insegnanti sulle questioni della laicità. Uno su quattro dice di non sostenere la scelta di Paty di mostrare le caricature. Per evitare possibili incidenti in classe, un insegnante su due ammette di essersi già autocensurato. Un dato in aumento di 13 punti rispetto a quello dell’indagine Ifop-del 2018. Quasi la metà degli insegnanti delle scuole secondarie evita del tutto di parlare di argomenti sensibili. Nelle aree con un’elevata popolazione di immigrati, si arriva al 70 per cento. 


Ifop suggerisce di guardare alle sessioni di nuoto: il 45 per cento degli insegnanti afferma che le ragazze non  partecipano. E’ il “separatismo” denunciato e preso di punta dal presidente Emmanuel Macron. Si apprende anche che i tributi in aula a Paty sono stati molto più disturbati di quanto si pensava: un insegnante su cinque dice di aver assistito a controversie durante le cerimonie e il loro numero sale a uno su tre nella “rep”, la rete educativa prioritaria, le periferie e i quartieri svantaggiati dove si trova uno studente francese su cinque. 

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Soltanto negli ultimi tre mesi, un professore è stato decapitato, una studentessa ha dovuto abbandonare nuovamente la scuola (Mila), una accademica è stata minacciata di morte (all’Università di Aix-Marseille) e un altro insegnante ha appena rassegnato le dimissioni (Lione). Tutto a causa delle critiche all’islam. Non si può dire che non videro giusto gli intellettuali che nel 1989 denunciarono la “Monaco della scuola”.
 

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