È morto Gigi Proietti

Il grande attore avrebbe compiuto oggi 80 anni, 55 dei quali passati sui palcoscenici di tutta Italia

Gigi Proietti è morto questa mattina intorno alle 5.30, in una clinica di Roma dove era ricoverato da due settimane per gravi problemi cardiaci. Oggi avrebbe compiuto 80 anni - "Che dobbiamo fa'? La data è quella che è, il 2 novembre", usava scherzare l'attore romano, prendendosi in giro. Le sue condizioni si erano aggravate ieri sera. Fino a tardi sono rimasti accanto all'attore la moglie e le due figlie, ma intorno alla mezzanotte hanno lasciato la clinica. Numerosi i tweet di personaggi famosi e di politici che hanno augurato all famoso attore una pronta guarigione e altrettanti gli omaggi e i saluti che da questa mattina in molti dedicano all'attore.

   

  

Artista geniale, istrionico, poliedrico. Dei suoi 80 anni, Gigi Proietti ne ha passati più di 55 sui palcoscenici di tutta Italia. Una vita da 'Mandrake'. Non solo il suo indimenticabile personaggio nel film "Febbre da cavallo", ma prima ancora (e forse soprattutto) il mattatore in frac, panciotto rosso e cilindro del classico teatrale "A me gli occhi please". Attore sopraffino, regista e cantante, Proietti inizia a muovere i primi passi nel mondo dello spettacolo già quattordici anni quando viene scritturato come comparsa nel film "Il nostro campione'" diretto nel 1955 da Vittorio Duse, per poi interpretare un altro piccolo cameo in "Se permettete parliamo di donne" di Ettore Scola nel 1964.

 

  

Proietti insieme a Alberto Sordi - e a una piccola galleria di altre figure storiche del cinema e del teatro - ha rappresentato il carattere italiano, il suo splendore, la sua miseria. Nato in via Giulia nel 1940, dove splende l'anima della Capitale, Proietti con la famiglia fa lo zingaro in città, vive in diversi quartieri, al Colosseo, al Tufello, all'Alberone. All'oratorio rivela il suo primo istinto da istrione, il teatro Proietti lo scoprira' all'Università. Dopo il liceo classico si iscrive a Giurisprudenza, sostiene un po' di esami, ma con quella faccia e quel sorriso era un predestinato e dunque, racconta "non vi preoccupate, non mi sono laureato".

 

Tuttavia è nel 1966 che debutta contemporaneamente sul grande e piccolo schermo. In ogni caso il suo primo ruolo, per una curiosa coincidenza, è quello di un maresciallo dei carabinieri, lo stesso che trent'anni dopo lo porta in tantissime case con il serial tv "Il Maresciallo Rocca". Icona del teatro e dello spettacolo italiano, Proietti in un'intervista rivela di non essere stato inizialmente interessato al mondo del teatro: "Assolutamente no! A teatro non c'ero mai stato e poi non ero figlio di attori". Iscrittosi per caso al Centro Teatro Ateneo, studia con personaggi di spicco come Arnoldo Foà, Giulietta Masina e Giancarlo Sbragia. Da lì la scalata verso il successo teatrale che arriva per la prima volta nel 1970 quando viene chiamato a sostituire Domenico Modugno, nella parte di Ademar nella commedia musicale di Garinei e Giovannini "Alleluja brava gente". Negli anni '70 arrivano anche i ruoli da protagonista nei film "Gli ordini sono ordini" (1970), "Meo Patacca" (1972), "Conviene far bene l'amore" (1975), "Languidi baci, perfide carezze" (1976). L'artista romano passa con incredibile disinvoltura dalla commedia, al ruolo impegnato, dal dramma erotico al film grottesco, quindi partecipa a film di Bolognini, Monicelli, Petri e Magni.

 

Sbarca anche oltreoceano e recita in alcune pellicole dirette da registi di prestigio come Sydney Lumet, Robert Altman e Ted Kotcheff, ma la grande consacrazione cinematografica arriva nel 1976 con il cult "Febbre da cavallo" di Stefano Vanzina in arte Steno, nel quale Proietti veste i panni dello sfortunato scommettitore Bruno Fioretti, detto Mandrake. Nel cast anche Enrico Montesano. Alla radio riscontrò un notevole successo nella celeberrima trasmissione "Gran varietà", dove partecipa durante le stagioni 1973-1974 interpretando il personaggio di Avogadro il ladro (insieme con il suo complice Cicerone progetta furti che non vanno mai in porto) e in quella del 1975-1976, dove è un irresistibile conquistatore femminile che a parole (e con tre ipotesi) è infallibile, e alla prova dei fatti accumula continui disastri, ma non si abbatte mai, come canta inesorabile accompagnandosi alla chitarra alla fine dei suoi sketch. Personaggio tra i più azzeccati della sua carriera, lancia un tormentone di successo ("Invidiosi!") destinato a rimanere nel ricordo. Due anni dopo, nel 1978, assume insieme a Sandro Merli la direzione artistica del Teatro Brancaccio di Roma, creando un suo Laboratorio di Esercitazioni Sceniche per i giovani attori che segnerà l'esordio di tanti futuri volti del mondo dello spettacolo, tra cui Flavio Insinna, Giorgio Tirabassi, Enrico Brignano e Gabriele Cirilli. In quegli anni inizia anche a cimentarsi con successo nel campo del doppiaggio e nel 1976 presta la voce in "Rocky" all'esordiente Sylvester Stallone. Il successo riscosso negli anni al cinema, in teatro e in tv raggiunge l'apoteosi nel 1996 con la serie televisiva "Il maresciallo Rocca". La serie conquista subito i favori del pubblico fino a superare agevolmente i dieci milioni di telespettatori a sera; l'ultima puntata del 12 marzo 1996 registra il record di quasi 16 milioni di spettatori permettendogli di vincere il Premio tv come personaggio maschile dell'anno. Nel 2002 il ritorno al cinema con il sequel "Febbre da cavallo - La mandrakata", diretto dal figlio di Steno, Carlo Vanzina. Proietti fu un mattatore totale, fu attore, cantante, ballerino, regista, barzellettiere, cuoco e cameriere di se stesso, one man show al servizio di un solo padrone, il suo pubblico.

 

I funerali si svolgeranno giovedì mattina nella chiesa degli Artisti in Piazza del Popolo, a Roma. Per l'occassione sarà lutto cittadino. Da oggi alle 19 sarà proiettate sulle facciate del Campidoglio e del Colosseo l'immagine del maestro con la scritta "Ci mancherai". Il Campidoglio ha predisposto diversi punti luce anche nelle periferie della città: da Laurentino a San Basilio, passando per Tor Bella Monaca. 

 

Il sindaco Virginia Raggi è in contatto con la famiglia del maestro per condividere insieme l'omaggio di Roma a Gigi Proietti: tra le ipotesi un corteo funebre in auto che partirà dal Campidoglio e toccherà diversi luoghi simbolo della vita di Proietti, come via Giulia - dove è nato l’attore -, il Globe Theatre – il teatro shakesperiano di cui era il direttore artistico e proprio lì potrebbe esserci il ricordo di alcuni suoi amici - per poi arrivare nella chiesa dove si svolgeranno le esequie. Il tutto è stato pensato per tener conto delle restrizioni anti Covid e i divieti di assembramento.

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