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Consigli per il semi lockdown

Lettere dal lockdown

Mariarosa Mancuso

Un blog per rileggere le missive di Lasseter alla Disney o quelle della regina Elisabetta a Eisenhower

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Non potendo andare a trovare gli amici – e poi per cosa? Per giocare all’Allegro virologo? Per prendere a padellate il virus come fa Borat nel “seguito di film cinema”? – si vanno a trovare online i siti che furono di conforto. Li abbiamo sperimentati durante precedenti situazioni di bisogno (troppi libri che arrivano sul tavolo con calde raccomandazioni, per esempio, e fanno calare la palpebra prima di pagina 10). Potrebbero funzionare anche durante l’Attacco supremo (il nemico odia tutto quel che serve a spassarsela, mica ha reso impossibili – per dire – le passeggiate in alta montagna e le gite nel deserto, se ne avete uno a portata di mano). “Letters of Noteera un blog inventato e curato da Shaun Usher. Pubblicava lettere di gente famosa, meravigliosamente scritte e dai contenuti sempre stuzzicanti (e di base c’è il gusto di ficcare il naso nelle faccende altrui).

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Non potendo andare a trovare gli amici – e poi per cosa? Per giocare all’Allegro virologo? Per prendere a padellate il virus come fa Borat nel “seguito di film cinema”? – si vanno a trovare online i siti che furono di conforto. Li abbiamo sperimentati durante precedenti situazioni di bisogno (troppi libri che arrivano sul tavolo con calde raccomandazioni, per esempio, e fanno calare la palpebra prima di pagina 10). Potrebbero funzionare anche durante l’Attacco supremo (il nemico odia tutto quel che serve a spassarsela, mica ha reso impossibili – per dire – le passeggiate in alta montagna e le gite nel deserto, se ne avete uno a portata di mano). “Letters of Noteera un blog inventato e curato da Shaun Usher. Pubblicava lettere di gente famosa, meravigliosamente scritte e dai contenuti sempre stuzzicanti (e di base c’è il gusto di ficcare il naso nelle faccende altrui).

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Lì abbiamo letto una lettera che il piccolo John Lasseter spedì alla Disney: voleva lavorare nei disegni animati (gli risposero “cresci e si vedrà”). E una missiva dove la regina Elisabetta dà al presidente americano Eisenhower la ricetta dei suoi scone (questa si trova anche in “L’arte delle lettere”, volumone illustrato – volevamo dire “strenna”, ma ogni cosa che rimanda al Natale, e alle librerie, e ai fatturati sarebbe da evitare – pubblicato qualche anno fa da Feltrinelli).

 

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Il blog rimane, quasi esclusivamente per nostalgia. Nel frattempo Shaun Usher è diventato una piccola azienda. Ha pubblicato altri libri, anche tematici (e corredati di audiobook). Organizza letture e spettacoli, distanziamento permettendo. Raccolte di lettere sui cani, sui gatti, sui padri, sull’amore, sul sesso e su New York. Usa tutti i social possibili, e non ha smesso di cercare e di collezionare. Anche se ogni tanto, malignamente, vien da pensare che certe lettere sono troppo belle per essere vere, e forse qualcuna la scrive lui con gusto da falsario. Come accadeva in “Copia originale”, il film di Marielle Heller sulla vera falsaria Lee Israel, che riusciva a imitare, almeno per qualche Ps in calce a una lettera, il brio e la cattiveria di Dorothy Parker.

 

   

Per esempio, la lettera che Frida Kahlo manda a Diego Rivera prima di entrare in sala operatoria per farsi amputare la gamba, nel 1953: “Non voglio più vedere la tua orribile faccia da bastardo girare nel mio giardino”. Bastardo e traditore: “Sei brutto, e mi chiedo come tu abbia fatto a sedurre così tante donne”. Chiusa: “Ora posso andare in pace a farmi tagliuzzare”.

  

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Letterhead” – stesso curatore/collezionista – raccoglie fogli di carta intestata. La Tesla Company (la vecchia, fondata dall’inventore serbo a inizio Novecento) è un trionfo di elettromagnetismo e altri marchingegni. Harpo Marx ha due foto, una con l’arpa (ci scusino gli arpisti, ma da allora non riusciamo a vedere suonare lo strumento senza ripensare alle gag del comico) e una – diciamo così – in borghese. Più una sfilza di citazioni che occupa mezzo foglio. Shaun Usher subisce anche il fascino delle liste, e subito lo fa fruttare ricavandone il volumetto, “Lists of Note”.

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Come dargli torto, quando esiste un resoconto sulla violenza nelle filastrocche infantili inglesi, compilato nel 1952 per la salvezza del fanciullo (di riformatori, sempre per conto terzi, non c’è mai scarsità). Un centinaio passarono l’esame, nelle altre trovò ogni nefandezza. Cannibalismo, decapitazioni, morte per fame, morte per bollitura, morte per acqua (fredda), maledizioni, ubriachezza, crudeltà, bambini rapiti. Georges Perec tenta la lista dei cibi mangiati nel 1974. Questa va saltata, fa venire voglia di ristoranti.

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