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Un'idea nuova di teatro

Il teatro lo facciamo sì

Simonetta Sciandivasci

C’è chi chiude, e c’è Riccione che scommette sul nuovo Spazio Tondelli. Perché la provincia vive

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A Riccione il teatro è il fatto serio che dovrebbe essere dappertutto: bene essenziale, spazio pubblico, piazza, voce di bilancio. L’amministrazione comunale guidata dal sindaco Renata Tosi ha appena messo in bilancio i lavori di riqualificazione dell’antico Teatro del Mare, che diventerà il nuovo spazio Tondelli. Seicentomila euro, più o meno, che serviranno a restituire, rimodernato, ripensato, riqualificato eccetera, l’antico Teatro del Mare di viale Ceccarini, che dagli anni Cinquanta è stato molte cose: sede per comizi, palestra di pugilato, balera e, da vent’anni a questa parte, teatro. Il teatro di Riccione, dal 2015, si chiama Spazio Tondelli ed è “la casa del teatro e delle arti della città di Riccione”.

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A Riccione il teatro è il fatto serio che dovrebbe essere dappertutto: bene essenziale, spazio pubblico, piazza, voce di bilancio. L’amministrazione comunale guidata dal sindaco Renata Tosi ha appena messo in bilancio i lavori di riqualificazione dell’antico Teatro del Mare, che diventerà il nuovo spazio Tondelli. Seicentomila euro, più o meno, che serviranno a restituire, rimodernato, ripensato, riqualificato eccetera, l’antico Teatro del Mare di viale Ceccarini, che dagli anni Cinquanta è stato molte cose: sede per comizi, palestra di pugilato, balera e, da vent’anni a questa parte, teatro. Il teatro di Riccione, dal 2015, si chiama Spazio Tondelli ed è “la casa del teatro e delle arti della città di Riccione”.

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Breve excursus: nel 1985, Pier Vittorio Tondelli vinse il Premio Riccione, il più importante riconoscimento italiano per la drammaturgia e uno dei più longevi in Europa, con il suo primo e unico testo per la scena, “Prima della Vittoria. Dinner Party”. Veniamo a oggi. Anzi, a due giorni fa, domenica. Sul Corriere della Sera, un articolo su – toh! – Tondelli, s’intitolava così: “L’urlo della provincia” e, un’ora prima che Conte annunciasse le misure del nuovo dpcm che ha chiuso palestre cinema e teatri, il direttore di Riccione Teatro che cura anche la programmazione artistica dello Spazio Tondelli, Simone Bruscia, scriveva su Facebook: “In un momento così delicato e cruciale, Riccione sceglie di scommettere sulla cultura e decide di osare forte, senza temere l’utopia”.

 

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L’utopia, per la verità, è in questo caso assai concreta. La settimana scorsa in Consiglio comunale è stato presentato un esecutivo per i lavori di riqualificazione del nuovo spazio, progettato dall’architetto Antonluca Nannicini, riminese (uno dei libri più importanti di Tondelli è “Rimini”, e scusate se evidenziamo le coincidenze). La proprietà del Teatro del Mare è della cooperativa Casa del popolo, con la quale da cinque anni a questa parte il comune ha un contratto di locazione che, tramite convenzione, ha dato in gestione allo Spazio Tondelli. Due anni fa, sindaco e teatro si rendono conto che lo spazio necessita di ristrutturazione, ripensamento, allargamento perché la stagione va bene, gli abbonamenti sono tanti, il teatro è presente nel dibattito cittadino ed è artisticamente produttivo.

 

 

“A Riccione sono nate produzioni teatrali con quell’autentica impostazione di provincia dove provincia, intesa alla Tondelli, è termine giusto, bello, europeo, ed è ciò che consente di tenere da conto un progetto senza disperderlo nella folla metropolitana”, ci dice Bruscia. Così, comune e teatro affidano il progetto a Nannicini, che immagina uno spazio polifunzionale, con un foyer che arrivi all’esterno e ospiti bistrot e colleghi il fuori con la sala scenica; un palcoscenico a terra di 150 metri, camerini raddoppiati, 140 metri quadrati di magazzini di scena. Un progetto che declina un’idea nuova di teatro che non offre semplicemente una programmazione, ma una possibilità di interazione reale con il pubblico, che vuole partecipare attivamente alla messa in scena.

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La città avrà presto questo nuovo spazio multifunzionale e multidisciplinare, questa sorta di grande politecnico. Presto, ovverosia entro l’autunno del prossimo anno, a Covid debellato oppure no. “Dobbiamo metterci in sintonia con questa pandemia. Non sono certo che per allora sarà tutto finito e l’idea di inaugurare un teatro in una situazione in cui ci saranno delle restrizioni è una sfida che dobbiamo accettare con senso di responsabilità”, dice al Foglio Bruscia. Diamo qualche altro dettaglio pratico, così magari a qualcuno viene voglia di copiare: tramite la costituzione di un diritto di superficie sull’immobile, l’amministrazione ha fatto una sorta di contratto con la cooperativa Casa del popolo per la durata di 25 anni, impegnandosi a garantire e riqualificare l’intera aria grazie a questo dritto, e a corrispondere alla proprietà un affitto annuo di trentamila euro. L’anno prossimo bisognerà affrontare altre spese per l’adeguamento tecnico, gli arredi, gli allestimenti: privati non fessi, siamo certi che farete a gara per investire.

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