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“Per entrare a Charlie Hebdo dobbiamo superare sei porte blindate e abbiamo una panic room”

"Non metteremo in pericolo i nostri corrispondenti nei paesi islamici", la spiegazione della più grande agenzia di stampa francese

Giulio Meotti

Il processo sulla strage e la France Presse che non firma la lettera di solidarietà ai giornalisti minacciati di morte

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Un centinaio di giornali e media francesi hanno pubblicato una “lettera aperta” ai cittadini, un’iniziativa che definiscono inedita e solenne per difendere la “vostra libertà di espressione” minacciata da “nuove ideologie totalitarie che pretendono di ispirarsi ai testi religiosi”. In solidarietà con Charlie Hebdo, la lettera è firmata da giornali grandi e piccoli, nazionali e locali, compreso il quotidiano cattolico La Croix. “I nemici della libertà devono capire che siamo tutti insieme i loro avversari risoluti, qualunque siano le nostre divergenze di opinioni o credenze”, è l'appello dei firmatari.

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Un centinaio di giornali e media francesi hanno pubblicato una “lettera aperta” ai cittadini, un’iniziativa che definiscono inedita e solenne per difendere la “vostra libertà di espressione” minacciata da “nuove ideologie totalitarie che pretendono di ispirarsi ai testi religiosi”. In solidarietà con Charlie Hebdo, la lettera è firmata da giornali grandi e piccoli, nazionali e locali, compreso il quotidiano cattolico La Croix. “I nemici della libertà devono capire che siamo tutti insieme i loro avversari risoluti, qualunque siano le nostre divergenze di opinioni o credenze”, è l'appello dei firmatari.

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Firmano tutti, tranne la più grande agenzia di stampa, l’Afp, che fornisce dispacci e informazioni ai media di tutto il mondo. La decisione ha suscitato scalpore all'interno dell'agenzia stessa: l'Unione Nazionale dei Giornalisti ha rilasciato una dichiarazione in cui esprime il proprio “sgomento”. “La leadership dell'Afp ha voltato le spalle alla storia della France Presse e ai principi che l'hanno guidata”.

 

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La direzione dell'Afp si è trincerata dietro all’idea “di non voler mettere in pericolo i suoi corrispondenti nei Paesi musulmani dove questo diritto è considerato una provocazione”. Intanto prosegue il processo sulla strage a Charlie Hebdo. È il giorno di Fabrice Nicolino, giornalista economico del settimanale satirico. Era presente in redazione dove sono state uccise dieci persone il 7 gennaio 2015. Nicolino ha descritto la vita oggi dei redattori. “Quando arrivi a Charlie Hebdo, c'è una prima porta meccanica da attraversare. Conduce a una camera stagna che conduce a una seconda porta. Sei porte in totale, di cui una molto, molto spessa. È pieno di poliziotti armati. E una volta superata la sesta porta, ci possiamo sedere al tavolo e iniziare a ridere. È stata inoltre allestita una ‘panic room’ in cui devi entrare se senti rumori sospetti”. Una descrizione che illumina l’urgenza della lettera e della difesa della libertà di espressione.

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