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Ciro o Cira? Redazioni nel panico per una vittima impronunciabile

Michele Masneri

Trans, ma in che senso? Lezioni da Transparent

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Il 1990 ha visto la creazione del Transgender Day of Remembrance per onorare le persone trans che hanno subito violenze. Nello stesso anno Sandra Milo in diretta subiva lo scherzo del figlio in ospedale, “Ciro! Ciro!”. Non si vuole nuovamente porre qui l’accento su ritardi italici, abbiamo fatto tutti il militare a Cuneo, e però l’episodio tragico di Caivano di domenica fa venire in mente un po’ le due circostanze. I fatti erano questi: Ciro, ragazzo transgender (cioè nato con sesso femminile ma che si riconosce nel genere maschile), era felicemente fidanzato con Maria Paola, ma il fratello della suddetta Maria Paola, Michele, non approva la relazione. Decide dunque di inseguire la coppia in scooter e speronarla. La sorella perde la vita, il fidanzato (in questo caso va il maschile) rimane ferito. Qui finisce la loro tragedia e inizia quella delle redazioni italiane (è pure domenica).
 

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Il 1990 ha visto la creazione del Transgender Day of Remembrance per onorare le persone trans che hanno subito violenze. Nello stesso anno Sandra Milo in diretta subiva lo scherzo del figlio in ospedale, “Ciro! Ciro!”. Non si vuole nuovamente porre qui l’accento su ritardi italici, abbiamo fatto tutti il militare a Cuneo, e però l’episodio tragico di Caivano di domenica fa venire in mente un po’ le due circostanze. I fatti erano questi: Ciro, ragazzo transgender (cioè nato con sesso femminile ma che si riconosce nel genere maschile), era felicemente fidanzato con Maria Paola, ma il fratello della suddetta Maria Paola, Michele, non approva la relazione. Decide dunque di inseguire la coppia in scooter e speronarla. La sorella perde la vita, il fidanzato (in questo caso va il maschile) rimane ferito. Qui finisce la loro tragedia e inizia quella delle redazioni italiane (è pure domenica).
 

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Redazioni che già coi frequenti casi di cronaca vengono spesso redarguite che si dice “una trans” e non “un trans”. Così in questo caso – era finalmente il caso, rarissimo, del maschile – sono andate ancor più in confusione. Ognuno s’è ingegnato come ha potuto: per l’Ansa, si parla tutto il tempo di due ragazze: Maria Paola “è stata inseguita e speronata dal fratello per una relazione gay, è caduta dallo scooter a bordo del quale era con la fidanzata ed è morta”. Ma qua non c’è nessun gay. A Ciro piacciono le ragazze. Anche per il Messaggero, però, “inseguita e speronata dal fratello perché gay cade dallo scooter”. Il Corriere, per non saper né leggere né scrivere, la mette giù così: “Inseguita e uccisa per una relazione Lgbt”.

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Per l’Ansa, la transizione di Ciro avviene con unità di tempo, di luogo e d’azione, durante il take. Prima l’agenzia scrive che “L’amica da qualche tempo si fa chiamare Ciro”, come se fosse un’ideuzza che le è presa così, con l’estate. E poi però col precipitare degli eventi il fratello “si è fiondato su Ciro pestandola!”. La concordanza suscita qualche perplessità. Il Tg1, non sapendo bene dove andare a parare, annuncia così: “Uccisa perché il fratello Michele voleva ostacolare la relazione della sorella con una ragazza, Cira, ventiduenne”. Cira! Cira! (Ma dove siamo? In un film di Sandra Milo, direbbe Nanni Moretti). Il fatto è che la parola “transgender”, abbreviato “trans”, richiama quasi sempre storie di signorini che sono diventate signorine, e che spesso esercitano il meretricio, ed evocano storie boccaccesche: c’è sempre di mezzo almeno il Brasile.
 

 

Però ultimamente si pone molto il tema, e non in relazione a cocaine e marciapiedi bensì a pacifici cittadini/e che vorrebbero pacificamente transizionare, a ogni età e in ogni contesto (a differenza di chi sta a posto, quelli si chiamano invece “cisgender”, stanno bene come sono stati assegnati). Negli Stati Uniti la questione è centrale già da parecchio tempo. Importante è stata anche la serie “Transparent”, fatta da Hbo (oggi guardabile su Amazon Video) che racconta la storia – vera – di una famiglia in cui il padre, un professore universitario brontolone ormai settantenne, rivela ai figli di voler diventare donna, e lo fa, e dopo poco la famiglia si abitua, così come lo spettatore.

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“Oh mio Dio, vuol dire che sei gay?”, si preoccupa il figlio. No: il papà-mamma continua ad apprezzare le signore. La famiglia dopo un po’ non si fa più tanti problemi, rimane disfunzionale come prima (sono disfunzionali perché sono stronzi, non perché il padre è trans). E però fuori dalle bolle tutto ciò piace ancora pochissimo. Così sotto ai poveri tweet di lancio di Transparent, da parte dell’Amazon italiana, è tutto un “A zozzi! Fatele a casa vostra queste cose!” (una versione italiana pare decisamente prematura. Cira! Cira! Le redazioni già tremano).

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