Quando si viaggiava in guanti bianchi
Il più grande collezionista europeo di Art Déco proveniente dai trains de luxe ci racconta l'epopea dell’Orient Express e del Calais-Méditerranée-Express e della riscoperta dei viaggi notturni in treno, al tempo del Covid
Il viaggio cominciava in centro città, nelle agenzie della compagnia, che erano sparse in tutto il mondo: dalla Russia fino alla Fifth Avenue. I ricchi diplomatici, le teste coronate e gli imprenditori miliardari potevano immergersi nel sogno già mentre compravano il biglietto: i manifesti appesi alle pareti erano un inno all’opulenza che aveva reso celebre la Compagnie Internationale des Wagons-Lits: la prima multinazionale del lusso su rotaia. L’Orient Express, il Calais-Méditerranée-Express, poi denominato Train Bleu per il colore blu notte dei suoi vagoni, il Berlino-Taormina e il Pietroburgo-Cannes sono solo alcuni dei treni che hanno portato nel mondo il nome della compagnia, fondata a fine Ottocento dall’ingegnere belga Georges Nagelmackers e che contava come socio di maggioranza re Leopoldo II del Belgio.
All’interno dei convogli il vero lusso si traduceva nella scelta dei materiali. “Dai legni pregiati che componevano le boiserie come il mogano di Cuba, il platano e la betulla di Finlandia, alle porcellane di Limoges e i tessuti ricercati. Maggiore era il prestigio della destinazione, maggiore era il lusso degli interni”. Lo racconta Alessandro Bellenda, il più grande conoscitore e collezionista europeo di Art Déco proveniente dai trains de luxe, che con la sua passione ha provato a salvare dal dimenticatoio le testimonianze originali di un viaggio con i guanti bianchi che ora non esiste più. Il suo archivio comprende parti di carrozze-salone composte da pannelli intarsiati e alcuni compartimenti singoli di vagone-letto salvati dalla demolizione e ricostruiti. Molti di questi furono disegnati dal gigante dell’Art Déco René Prou. “Del rapido Côte d'Azur Pullman Express possiedo una ricostruzione d’interno con tutti i legnami e tutti i pezzi d’origine. Persino le viti in ottone provenienti direttamente dalle officine di manutenzione della compagnia ad Ostenda – spiega – un insieme degno del MoMa di New York, già esposto alla mostra 'L’Art Déco in Italia' a Forlì nel 2017”.
Il viaggio in tutte le sue declinazioni, dagli alberghi, ai transatlantici alla società dei primi del Novecento sono per lui un sogno, quasi un’ossessione da sempre. Dal primo modellino ricevuto a Natale all’età di 7 anni, nei primi anni 70, a quando vedeva passare gli espressi che andavano e venivano tra la Liguria e la Costa Azzurra, agli impieghi negli alberghi a cinque stelle. Fino alla creazione di L’Image, la sua galleria-archivio ad Alassio, sulla Riviera dei Fiori, dove ha raccolto oltre duemila manifesti pubblicitari originali d'epoca, a detta sua “le 'Gioconde' del Ventesimo secolo”.
I treni della Wagon-Lits offrivano un servizio alberghiero a tutti gli effetti. “Non a caso, la prima catena di alberghi al mondo era un'affiliata della Compagnie Internationale des Wagons-Lits – spiega Bellenda - I viaggi notturni potevano durare parecchie ore. Si partiva da Parigi nel pomeriggio per arrivare a Roma nella mattinata del giorno successivo. Per raggiungere San Pietroburgo ci volevano almeno tre notti”. Ogni passeggero disponeva di un proprio compartimento composto da un divano che di notte si trasformava in un letto, rigorosamente ricoperto da lenzuola di cotone, e tutto era curato in ogni dettaglio. “I passaporti venivano ritirati dal conducteur a inizio viaggio, per non disturbare il riposo dei passeggeri – continua Bellenda – La cucina era gestita da un cuoco, con camerieri e lavapiatti che di notte per dormire stendevano le amache nel vagone ristorante. Tanta opulenza sul fronte, con un dietro le quinte un po’ meno scintillante”.
Alla fine degli anni 60 queste carrozze diventarono obsolete. La loro destinazione finale fu la demolizione. “Un collezionista spagnolo mi ha raccontato che dei pannelli delle boiserie anni 20 erano stati ritrovati buttati in terra, pronti per essere calpestati: fungevano da pavimento negli spogliatoi di un’officina – racconta Bellenda – Negli ultimi decenni il servizio dei treni notturni, delle vetture letto è stato praticamente smantellato. Al loro posto sono nate le compagnie di voli low-cost. Oggi è normale, di fronte alla prospettiva di un viaggio, pensare subito all’aereo”. Nell’estate della convivenza con il Covid i treni notturni hanno vissuto una sorta di rinascita. Tra il timore del contagio e il disagio dei voli cancellati, i vagoni letto sono tornati a far parte dell’immaginario del viaggio. Con qualche piccola differenza, ovviamente. “Ci sono dei segnali di ripresa – spiega Bellenda – Paesi come l’Olanda, il Belgio, la Svizzera e l’Austria per esempio sembrano avere capito che questo sia un modo di viaggiare comodo ed ecologico”. Anche senza guanti bianchi.