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Il pop in Paradiso

Nicola Savino

Le critiche esasperate all’ex dei Thegiornalisti, che ha solo messo in musica un periodo spensierato dell’Italia

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Visto dalla parte di chi compone canzoni, questo 2020 è (stato) infernale: se da un lato hai avuto un paio di mesi di lockdown ottimi per comporre in serenità, dall’altro se pubblichi un brano non sai quando lo potrai eseguire dal vivo, non sai se l’argomento virus/distanziamento/toccarsi sarà ancora di attualità tra 5, 10, 50 anni. Siccome il cantautore aspira a una gloria eterna delle sue creature (le canzoni), deve cercare di non scrivere troppo “in attualità”, in modo che abbiano una tenuta durevole. Ve lo immaginate Lucio Dalla che scrive: “Caro amico ti mando un WhatsApp”? O Battisti che canta: “Si, viaggiare con il mio car sharing preferito”? Nonostante questo ci sono state alcune “instant song” di questa estate che cantavano di “fare tutto quello che non si poteva” (“Karaoke” di Boomdabash e Alessandra Amoroso), de “La libreria di Netflix l’ho finita, ora voglio fare binge watching alla vita” (“Una voglia assurda” di J-Ax, dove si parla anche di distanze, asintomatici e guanti). Sgombriamo subito il campo da dubbi: sono state le trionfatrici dell’estate, il pubblico le ha cantate e ne ha decretato il meritato successo, punto e basta. Poi i primi di settembre esce “Ricordami” di Tommaso Paradiso, la penna più prolifica della musica italiana: una decina di hit mostruose negli ultimi due anni tra solista, duetti con altri colleghi e con il suo gruppo Thegiornalisti. Per chi non lo conoscesse, Tommaso Paradiso, classe 1983, è un cantautore romano appassionato di musica e cultura pop italiana, ama Vasco Rossi e i cantautori bolognesi, il cinema di Carlo Verdone e perfino di (dei) Vanzina, con Enrico ha dato vita a un altro grande successo “Sotto il sole di Riccione”, film più visto di Netflix che ha preso il titolo da una sua canzone e nel quale c’è una parte dello stesso Paradiso. (segue a pagina due) Insomma Tommaso Paradiso non è Ivano Fossati, non è Guccini e nemmeno Paolo Conte. E’ un cantante orgogliosamente pop, molto molto prolifico e oggettivamente (dal punto di vista della canzone popolare) bravo: le sue canzoni le cantano tutti, missione compiuta. Così prolifico da sembrare sleale, ciò che sta (o stava?) accadendo ricorda quasi la trama del film “Yesterday”, quello in cui tutto il mondo per un velocissimo blackout si dimentica dell’esistenza dei Beatles tranne un cantante inglese di origine asiatica che, resosene conto, inizia a pubblicare “Yesterday”, “Let it be” e “Yellow submarine” come fossero sua opera d’ingegno, una dopo l’altra ottenendo un enorme successo e attirando a sé le invidie dei colleghi. Ed Sheeran nella parte di se stesso nel film dice al protagonista: “Ok, tu sei Mozart e io Salieri, non ce la farò mai a essere al tuo livello”. Non stiamo qui paragonando Paradiso né ai Beatles, né a Mozart, né a Ed Sheeran, per carità, ma stiamo cercando di spiegare il contesto che ha portato fino al settembre 2020: l’inizio del linciaggio completamente ingiustificato al cantautore romano.

 

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La nuova canzone “Ricordami” viene accolta da una serie di giudizi impietosi dal popolo del web. “E’ un mix tra Umberto Tozzi e ‘Mamma Maria’ dei Ricchi e Poveri”. “Voleva scrivere ‘L’estate sta finendo’ ed è uscita ‘E’ quasi magia’”. “Il 2020 è un anno brutto ma Tommaso Paradiso con la sua ultima canzone vuole battere ogni record”. Per non parlare di testate giornalistiche, quindi di articoli scritti da persone che ascoltano musica quotidianamente da anni, anche loro impietosi. Ma com’è questa “Ricordami”? Se vi è piaciuta la produzione di Tommaso Paradiso e dei Thegiornalisti è indubbiamente il pezzo più bello e sincero che abbia mai scritto. Trasmette leggerezza, ironia, voglia di mare, di amore, di vita, di giovinezza. Musicalmente si apre con un pianoforte che sì, probabilmente ricorda le atmosfere di Gianni Togni e “Mamma Maria”, forse anche di Umberto Tozzi (ma era più “Non avere paura”, il singolo precedente di Paradiso a ricordare la produzione del cantante di “Ti Amo”). In mezzo al pezzo c’è un assolo di sax che nella musica italiana non si sente da 30 anni, ma il ragazzo tutto è tranne che fesso, l’ha fatto apposta. Si chiamano omaggi, citazioni. E’ amore senza pudore e con molto candore per un’epoca, la seconda metà degli ’80 e i ’90, che evidentemente coincide con la sua infanzia e che sicuramente è stata ed è ancora bistrattata da una certa critica. Il punto come sempre è un altro: chi l’ha detto che “Mamma Maria” dei Ricchi e Poveri (cinque milioni di dischi venduti) è robaccia immonda, invece il cantautore che si propone di scrivere pezzi profondi non sbaglia mai? Chi su Twitter digita sghignazzando: “Sembra Umberto Tozzi” pensando di scrivere un’offesa dovrebbe ripassarsi il curriculum di Tozzi e soprattutto le classifiche in cui è stato numero uno, dovrebbe chiedere a chiunque nel mondo che cantanti italiani conosce. Tra i primi tre nomi ci sarebbe di sicuro Umberto Tozzi. Insomma è la solita insopportabile diatriba post adolescenziale: commerciale contro alternativo, quella che ti fa dire “era meglio quando era indie, ora è sputtanato”. Quarantenni e cinquantenni digitano sul web con l’intransigenza tipica degli adolescenti. Tommaso Paradiso ha cercato solo di scrivere un pezzo leggerissimo che evoca con allegria un periodo spensierato del nostro paese, diciamo gli anni tra il 1985 e il 1993, quegli otto anni lì. Prima delle bombe di mafia, dopo gli Anni di piombo. Anni di relativa serenità, di commedie italiane, di Festivalbar, di sax che fanno assoli e ritornelli, come i Righeira. Devo partire con la solita tiritera sulla popolarità e sulle vendite dei sottovalutati Righeira? L’estate sta finendo e il sax di “Ricordami” di Paradiso, vi piaccia o no, è la colonna sonora della fine dell’estate 2020.

 

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