Il Covid non l'ha piegata
Cortina, città eterna di vacanza, ricchezze e nostalgia
L’estate autarchica post pandemia ha trasformato il celebre Miramonti Majestic in un’Italia da Festival di Sanremo e da provincia opulenta. All’improvviso le foto dalla montagna fanno più like di quelle in spiaggia
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Nell’estate post lockdown c’è la Cortina classica, quella che resiste a tutto e a tutti e anche alle pestilenze, e poi ci sono dei tentativi di modernizzazione e aggiornamento tecnologico e antropologico, così in questa estate di grazia e disgrazia 2020 ecco il sopralluogo dal più classico cliché della vacanza italiana, la Perla delle Dolomiti, il luogo delle escursioni e aspirazioni italiane, vetta più alta di quel Veneto che ha resistito meglio di tutti al contagio, e insieme roccaforte della romanità che cerca un posto al sole tra Instagram e la realtà. Ecco allora che un pomeriggio nella hall del Miramonti può servire come un workshop di studio sulle classi abbienti italiche nell’era covidica, meglio di una puntata di Quark o un’indagine di De Rita: il Miramonti Majestic che pare uscito da un Wes Anderson, anno di fondazione 1902, su un cucuzzolo della montagna, con le sue torrette disneyane, una meraviglia: dice che lo scrittore Peter Cameron ne è pazzamente innamorato, e certo i parquet emettono scricchiolii per appassionati, la chiave non è ancora sostituita dalle schede elettroniche e non c’è una sola telecamera, è l’ultimo cinque stelle analogico delle Alpi e forse del mondo. Fuori, nel pratino, una dama dice a un’altra “eh, signora, che vuole, starò qui le solite sei settimane”, l’altra risponde “che bene che si sta”, mentre nella sala da pranzo colossale da nave da crociera o da nostalgia asburgica alcuni ospiti inciampano, altri si osservano e si parlano di tavolo in tavolo, è un’Italia da Festival di Sanremo, da provincia opulenta, e anche le camere con armadiature grandi quanto monolocali sono da vacanze stanziali d’altri tempi. La signora però è fuggita dalla bassa lombarda per il Covid, e si è rifugiata qui per la paura, “quando si è ammalato pure il mio medico”.
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