Agamben nella strana movida dei renitenti al reale
La nuova costituzione totalitaria dell’universo, l’invenzione della pandemia e la storia penosa del negazionismo finito nelle mani imprecise di un filosofo attaccato fino al ridicolo al suo partito preso
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Andrà tutto complotto
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Tra Foucault e il vaccino, io sceglierei il vaccino
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Il triste mondo dei filosofi-star ridotti a lanciare qualche idea e farne una bandiera
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La Verità di Agamben
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Darsela Agamben
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Maledetto virus
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Il virus ha rinvigorito e rinnovato l'egocentrismo dei filosofi, non le loro idee
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Cencansi correttori di bozze per Giorgio Agamben
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Le malattie socio-morali che ci affliggono non sono meno pericolose del coronavirus
Il cretino pensoso si sposa bene con lo scrittore vanitoso. Giorgio Agamben è un campione mondiale della materia. Ha di recente riunito per Quodlibet una serie di scritti e interviste il cui argomento foucaulteggiante è la trasformazione della democrazia in biopolitica e della biopolitica in biosicurezza e governo dello stato d’eccezione, molto citati Hitler e Eichmann come prototipi o archetipi del supercontrollo globale dell’umanità in oscuro dispiegamento. Il fondamento o come direbbe il pensoso la Grundnorm di questa nuova costituzione totalitaria dell’universo è l’invenzione di una pandemia come pretesto. Nell’avvertenza alla silloge (“A che punto siamo? L’epidemia come politica”) Agamben si lascia però sfuggire, a cose fatte, una strana controverità che riduce in brandelli le sue pagine analitiche dense di falsa coscienza ideologica: “A questo punto, dice, non ha importanza se la pandemia sia vera o simulata”. Se ne ricaverebbe a fil di logica che non hanno importanza gli scritti di Agamben, veri o simulati, sull’invenzione della pandemia.
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- Giuliano Ferrara Fondatore
"Ferrara, Giuliano. Nato a Roma il 7 gennaio del ’52 da genitori iscritti al partito comunista dal ’42, partigiani combattenti senza orgogli luciferini né retoriche combattentistiche. Famiglia di tradizioni liberali per parte di padre, il nonno Mario era un noto avvocato e pubblicista (editorialista del Mondo di Mario Pannunzio e del Corriere della Sera) che difese gli antifascisti davanti al Tribunale Speciale per la sicurezza dello Stato.