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Taviani e Wertmüller: "We All Love Ennio Morricone"

Eugenio Murrali

Il premio Oscar e il regista di “Allonsanfàn” ricordano il maestro scomparso a 91 anni e spiegano come le sue musiche resero immortali i loro film: “Era un inventore che elevò il racconto per immagini in vera poesia”

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"Quando se ne va una persona così piena, come era Ennio, è difficile ridurre tutto a una piccola frase di commiato. Quando se ne va una persona così, se ne va un mondo, un mondo molto ricco e molto franco”. Solo un modo lucido e ironico di stare al mondo mitiga la tristezza nella voce di Lina Wertmüller mentre ricorda Ennio Morricone che, come lei, è stato premio Oscar, celebrato con una sua stella nella Walk of Fame di Hollywood. “L’artista insigne e geniale”, così lo ha definito il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, se n’è andato nella notte in una clinica romana, dopo una recente caduta. Aveva 91 anni. “Andavamo molto d’accordo con lui e con sua moglie”, continua Wertmüller. Nelle parole della regista è viva la dimensione dell’amicizia: “Ennio poi era — sorride — un ciociaro, tosto”. Se le si chiede di spiegare in cosa consista questo tratto ‘geografico’ risponde: “E’ una parola…”, e riassume un che di inesprimibile in un altro sorriso, capace di dire tutto sul suo affetto per Morricone. 

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"Quando se ne va una persona così piena, come era Ennio, è difficile ridurre tutto a una piccola frase di commiato. Quando se ne va una persona così, se ne va un mondo, un mondo molto ricco e molto franco”. Solo un modo lucido e ironico di stare al mondo mitiga la tristezza nella voce di Lina Wertmüller mentre ricorda Ennio Morricone che, come lei, è stato premio Oscar, celebrato con una sua stella nella Walk of Fame di Hollywood. “L’artista insigne e geniale”, così lo ha definito il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, se n’è andato nella notte in una clinica romana, dopo una recente caduta. Aveva 91 anni. “Andavamo molto d’accordo con lui e con sua moglie”, continua Wertmüller. Nelle parole della regista è viva la dimensione dell’amicizia: “Ennio poi era — sorride — un ciociaro, tosto”. Se le si chiede di spiegare in cosa consista questo tratto ‘geografico’ risponde: “E’ una parola…”, e riassume un che di inesprimibile in un altro sorriso, capace di dire tutto sul suo affetto per Morricone. 

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Tornando al loro legame, taglia corto: “La scomparsa di Ennio è una cosa molto triste e basta”. Si capisce l’amarezza per la morte di un artista e amico che aveva scritto anche le musiche del suo debutto cinematografico da regista, “I basilischi”, film del 1963: “Era un uomo particolare e un grande musicista”, dice Wertmüller, che poi tiene a ricordare e a dedicargli alcune parole da lei scritte a proposito della musica nei film: “Ho sempre pensato che la musica sia l’anima segreta di un film, in grado di suscitare con la sua forza misteriosa le emozioni dello spettatore, elevando il racconto per immagini in vera poesia”. Vera poesia, in grado di conquistare i confini del panorama musicale se si pensa che – come Morricone ricorda nelle sue conversazioni autobiografiche con Alessandro De Rosa uscite per Mondadori – i Metallica e i Ramones hanno aperto i loro concerti con “L’estasi dell’oro” da “Il buono, il brutto, il cattivo”, mentre Bruce Springsteen ha scelto il tema di Jill di “C’era una volta il West”. 

 

(La regista Lina Wertmuller durante le riprese del suo primo film "I basilischi", nel 1963. Morricone compose per lei le musiche)

 

Morricone era la stella delle stelle della musica. Nell’album pubblicato nel 2007, in occasione dell’Oscar alla carriera “We All Love Ennio Morricone”, si trovano, tra gli altri, contributi dei già citati Springsteen e dei Metallica e inoltre di Roger Waters dei Pink Floyd, di Céline Dion, di Andrea Bocelli. “Oggi piangono tantissimi registi nel mondo”, e anche il tono di Paolo Taviani ha un tremito, mentre ricorda il Maestro e la sua dimensione internazionale. “Mi dispiace proprio tanto”, ripete il regista, che menziona un lavoro noto, riconoscibile e amatissimo, scritto per lui e Vittorio dal musicista premio Oscar: “A lui dobbiamo una delle colonne musicali più belle del nostro cinema: quella di ‘Allonsanfan’. A lui dobbiamo inoltre la ricchezza musicale del cinema italiano e mondiale”. In “Allonsanfan” c’è un brano straordinario, “Rabbia e tarantella”, tra l’altro ripreso in un film da Quentin Tarantino: “Questo pezzo lo scrisse prima al pianoforte. Abbiamo girato sulla sua musica, poi, quando siamo andati a incidere, ha ripreso in mano questo tema e a noi era piaciuta talmente tanto l’esecuzione al pianoforte che gli proponemmo di lasciarla così. Lui disse : ‘Ma no. Voi siete tutti matti. Ascoltate’. E fece un’orchestrazione straordinaria per quello che è uno dei suoi pezzi più belli. Io e Vittorio ci siamo guardati e avevamo le lacrime agli occhi”. Pensando ancora a quel brano, il regista aggiunge: “Grazie. Grazie. Grazie”. Al compositore non fu possibile scrivere la colonna sonora per “Padre padrone”, del 1977, ma fu lui a consigliare un altro grande musicista, Egisto Macchi. I Fratelli Taviani lavoreranno ancora una volta insieme a Morricone per “Il Prato”. Erano gli anni Settanta, un’altra Italia e un altro cinema, il regista richiama alcune atmosfere della loro collaborazione: “Sul lavoro era appassionato, sorprendente nell’invenzione e simpatico. Sì ‘simpatico’, un aggettivo che sembra sproporzionato alla grandezza di un uomo così, invece la sua grandezza consisteva anche in questa simpatia: si lavorava con lui con grande piacevolezza. Ascoltava le proposte di noi registi e cercava di fondere la sua fantasia con la nostra”. 

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Paolo Taviani si sofferma anche sul messaggio lasciato da Morricone: “Ho trovato conferma di questo aggettivo, ‘simpatico’, leggendo il suo testamento: mi è sembrata molto bella quest’idea di lasciare un saluto scritto, l’idea di un uomo sempre molto creativo, sempre portato all’invenzione”. Riassume così il testo: “Mi ha commosso, è un testamento semplice, forte. Vorrei abbracciare sua moglie Maria, lo farò, perché è straziante quando Morricone dice: ‘A lei rinnovo l’amore straordinario che ci ha tenuti insieme e che mi dispiace abbandonare. A lei il più doloroso Addio’. Solo un grande può scrivere una cosa del genere”.

 

 

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