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Usare bene Zoom

Mariarosa Mancuso

Frontiere della comicità. Nei paesi che se lo possono permettere Amy Schumer intervista Hillary Clinton. Super slurp!

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Diciamo: un comico intervista un politico. Non in Italia, questo è sicuro: le due categorie ormai si distinguono a fatica. Precisiamo: una comica intervista una politica. Neanche questo potrebbe accadere in Italia, le politiche di successo sono poche e neanche le attrici comiche abbondano. Quanto a distinguerle una dall’altra, provate a districarvi tra il ministro dell’istruzione Lucia Azzolina e Sabina Guzzanti (“abbiamo creato un software per calcolare quanti metri quadrati ci sono in un’aula” sarebbe in effetti una pensata da genio della comicità).

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Diciamo: un comico intervista un politico. Non in Italia, questo è sicuro: le due categorie ormai si distinguono a fatica. Precisiamo: una comica intervista una politica. Neanche questo potrebbe accadere in Italia, le politiche di successo sono poche e neanche le attrici comiche abbondano. Quanto a distinguerle una dall’altra, provate a districarvi tra il ministro dell’istruzione Lucia Azzolina e Sabina Guzzanti (“abbiamo creato un software per calcolare quanti metri quadrati ci sono in un’aula” sarebbe in effetti una pensata da genio della comicità).

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Nei paesi che se lo possono permettere, Amy Schumer intervista Hillary Clinton. Via Zoom. Una fa le domande dalla sua casa tutta in legno di Marta’s Vineyard, l’altra risponde dalla sua casa di Chappaqua, sullo sfondo una bella finestra con il verde e un’orribile lampada. L’appuntamento era in programma durante il Variety Virtual Tv Festival, organizzato sul proprio sito dal settimanale Variety. Si chiamava Variety Tv Summit, prima della pandemia. Vista la mala parata si è trasferito online, dal 23 al 25 giugno scorso. 

 

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Ha fatto lo stesso, senza tentennamenti, il Marché du film di Cannes, edizione 2020: i buyer hanno visto i nuovi film, fatto affari, stretto accordi produttivi. Mentre sull’altro fronte le sale restano chiuse – non solo in Italia, rimandano l’apertura i circuiti americani Amc e Regal. Un ghiotto boccone attira-pubblico come “Tenet” di Chistopher Nolan slitta al 12 agosto (il 26 agosto per gli italiani, neanche il virus vince il tabù del cinema d’estate).

 

Amy Schumer ha una camicia azzurra e la faccia lavata. Hillary Clinton ha una blusa turchese, orecchini in tinta, eyeliner sulle palpebre, zigomi forse rinforzati da qualche punturina (il fard da solo non fa quell’effetto). L’accoppiata vien dal fatto che sono entrambe eroine da documentario: “Expecting Amy” (in streaming a luglio su Hbo Max) e “Hillary”, quattro ore dirette da Nanette Burstein (su Hulu, dopo l’anteprima al Sundance Film Festival).

 

Chiacchierano come vecchie amiche – Amy aveva scritto alla presidente mancata un biglietto di atroce delusione, dopo la vittoria di Trump. Il documentario ha una storia lunga: era nato durante la campagna elettorale per celebrare la prima donna a capo degli Stati Uniti. Purtroppo è arrivato quel che Hillary chiama “il pugno nello stomaco”. Buoni propositi per il futuro: “Farò di tutto per ricacciarlo a vita sul campo da golf”. 

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“Le ore di trucco e parrucco durante la campagna elettorale ammontano a 25 giorni”, calcola Hillary con invidia per i maschi che si fanno doccia e barba, e sono pronti (quasi tutti: la sfumatura arancione di Donald qualche cura la richiede). Sorride molto, e regge bene alle domande pop: “Ho visto il documentario su Michael Jordan e durante il lockdown mi sono messa in pari con gli episodi della serie Mrs Maisel”. 

 

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“Spero di essere più divertente di lei”, commenta Amy Schumer. Il suo film “Un disastro di ragazza” e la sua serie “Inside Amy Schumer” gareggiano in un’altra categoria, è una che fa battute così: “Uscivo con i messicani, una volta. Ora preferisco il consensuale” (i messicani nel 2015 avevano protestato, oggi passerebbero alle minacce, richiedendo la “contestualizzazione”). “Sono abituata a stare in posti dove non mi vogliono, succede a tutte le donne”. Nello spettacolo, in politica all’esame di ammissione per studiare legge a Yale. Hillary si sentì dire, da un giovanotto: “Se ti ammettono, e io sarò respinto e andrò a morire in Vietnam sarà colpa tua”.

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