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Quel populista di Houellebecq

Più di un'analisi sociologica: “Lo scrittore francese ha dato voce e incarna quel tipo di angoscia esistenziale che è alla base del caos in occidente”, scrive Quillette

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Sulla scia della Brexit e dell’elezione di Donald Trump, sul fenomeno populista sono stati scritti più articoli di opinione su giornali e riviste, destinati a un pubblico ben informato, rispetto a qualsiasi altro argomento. Il populismo è stato disfatto, sezionato, definito e analizzato, e i risultati sono stati tutti scoraggianti. Identificare la causa o le cause del populismo non è semplice. Il populismo deriva dall’insoddisfazione per l’economia e l’immigrazione, o da una combinazione di questioni? Quando vengono condotti sondaggi sugli elettori, queste ampie categorie vengono utilizzate per determinare il motivo della decisione di un elettore. In queste analisi statistiche sul populismo, tuttavia, si perde una reale comprensione delle vite e delle motivazioni che vengono incanalate in decisioni politiche. In un’epoca di sondaggi onnipresenti, di commenti e opinioni, è curioso notare che, forse, l’esame più forte e accurato delle forze che si celano dietro la moderna ondata populista sia quello elaborato da uno scrittore di romanzi francese”: è quanto scrive G. Gavin Collins su Quillette.

 

Michael Houellebecq è l’enfant terrible della destra intellettuale. E’ sicuramente un personaggio scorbutico: quando viene intervistato cerca di choccare l’intervistatore con frasi a effetto. Senza essere legato ad alcuna etichetta, naturalmente predisposto alla critica sociale, Houellebecq è visto da molti come un profeta del populismo. Il suo romanzo “Sottomissione”, che racconta di una Francia trasformata in Stato islamico, è stato pubblicato alla vigilia dell’attentato terroristico nella redazione di Charlie Hebdo. Mentre il suo libro più recente, “Serotonina”, racconta gli effetti delle politiche agricole dell’Unione europea sugli agricoltori locali, il tutto all’interno di un intenso dibattito attorno alla Brexit e al ruolo delle istituzioni europee. Inoltre, la sua lode a Donald Trump ha contribuito a costruire la sua reputazione di guru del populismo.

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Già nei suoi primi libri lo scrittore francese aveva iniziato un percorso di analisi della società tardocapitalista occidentale. Il suo primo, breve, romanzo – “Estensione del dominio della lotta” – racconta della triste esistenza di un ingegnere informatico trentenne che cerca di trovare uno scopo nella sua vita, mentre filosofeggia sulla perdita di connessione umana nella società occidentale. Il libro offre anche la spiegazione concettuale del “mercato del sesso” che ha seguito la rivoluzione sessuale. Houellebecq ritiene che la liberalizzazione delle relazioni sessuali – dovuta all’invenzione della pillola e dal cambiamento delle attitudini della società – abbia prodotto solo disuguaglianza: l’élite bella e attraente fa sempre più sesso, mentre i “proletari biologici” vivono delle esistente sempre più solitarie, senza neanche la sicurezza di un matrimonio sicuro a cui affidare le proprie pene. Il mercato sessuale, secondo questa visione, altro non è che un’estensione del sistema capitalistico nell’ambito della sfera intima amorosa.

 

Lo scrittore francese ritiene che le strutture che hanno permesso l’egemonia dell’occidente nei secoli passati – la religione e la famiglia – sono state sostituite dall’individualismo e dal mercato. All’aumentare della competizione, molti sono stati lasciati indietro, diffondendo nella società emozioni come il risentimento e l’odio, che minano le basi della società stessa.

 

La biografia di Houellebecq si mischia con le trame del suoi libri. Houellebecq fu abbandonato da piccolo dai propri genitori, una dottoressa e un maestro di sci. Visse prima con la nonna materna in Algeria, poi con la nonna paterna in Francia. Nel libro “Le particelle elementari” due fratelli sono affidati alle cure delle nonne materne e paterne, mentre la madre – descritta come una bellissima dottoressa – trascura i figli. Il libro è un tentativo da parte dell’autore di analizzare l’individualismo competitivo che prende il posto della famiglia e della religione nella società atomizzata. Houellebecq tenta anche di dimostrare che la competizione tra gli individui danneggia maggiormente i più deboli. Lo scrittore critica l’idea che una società più libera sia più felice, in quanto rispecchia le dinamiche “naturali” del mondo animale. Da bambino Michel è scosso dalla visione di un programma televisivo sul regno animale in cui leoni aitanti sbranano vecchie gazzelle e antilopi, mentre il commentatore sottolinea l’atto della caccia con ammirazione. L’autore compara la gerarchia del mondo animale alle dinamiche sociali all’interno della scuola del secondo fratello Bruno, che è vittima di bullismo. I traumi dell’infanzia rendono i due fratelli incapaci di amare. Bruno è ossessionato dal sesso e non riesce a provare qualcosa di diverso dai suoi istinti. Michel invece non è in grado di ricambiare i sentimenti dell’unica donna che lo ama veramente. “La sua amante è frustrata dalla circostanza. Non è certa di seguire i consigli della società ed entrare nel mercato degli appuntamenti al fine di trovare un partner più in linea con i criteri del mercato competitivo, piuttosto che creare una famiglia col primo uomo che davvero ama. La cautela della società umana alla fine trionfa e i due si allontanano”, scrive Collins.

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Nei suoi libri Houellebecq tenta di spiegare come le esperienze una volta ritenute essenziali per la felicità dell’uomo – innamorarsi, mettere su famiglia, avere un’occupazione gratificante – siano ormai sempre più appannaggio di una fetta minoritaria della popolazione. Al posto di queste esperienze, la società moderna crea individui liberi che competono come animali. Neanche chi vince riesce a emanciparsi dalla sofferenza. Mentre coloro che non sono in grado di competere percepiscono anche il dolore del risentimento: un mix di gelosia e vergogna per non essere “abbastanza capaci”. “E’ proprio questo tipo di malcontento e risentimento, così ben descritto da Houellebecq, a nascondersi sotto la superficie del populismo. In effetti, il successo dello scrittore francese è da attribuirsi in parte alla convincente rappresentazione di questo particolare tipo di angoscia. Lui è in grado di descrivere il diffuso sentimento di disaffezione rispetto alla vita moderna che sta alla base populismo”, scrive Collins.

 

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La condanna della vita moderna presentata nei romanzi di Houellebecq descrive magistralmente il pericolo di assecondare le istanze populiste. E’ facile immaginare come il populismo alimentato dal risentimento possa guidare la società verso modalità sbagliate di ravvedimento. E’ ben presente anche il pericolo di pensare frettolosamente a questioni complesse, così come la tendenza a ignorare gli aspetti positivi della società in cui viviamo. L’empatia con i personaggi dei libri di Houellebecq può quindi aiutarci a comprendere il malcontento dei populisti e le motivazioni che si celano dietro le loro scelte. “Questa connessione emotiva – conclude Collins – è più potente di sondaggi e opinioni saccenti. Houellebecq è riuscito a dare una prospettiva nuova e più umana a un dibattito logoro”. (Traduzione di Samuele Maccolini)

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