Guarda che Luna. Tra letteratura, fumetti e fake news d'antan
<p>Cinquant’anni fa, Armstrong sbarcava sulla Luna. Ma prima di lui c’erano andati Verne, il Barone di Münchhausen, Tintin. Viaggio nell'immaginario lunare</p>
“È vicinissima, eppure irraggiungibile, era naturale che l’uomo fosse affascinato dalla Luna”. Lo dice al Foglio lo sceneggiatore di fumetti Alfredo Castelli che per i cinquant’anni dall’allunaggio ha curato il volume Le altre facce della luna. Favole per giovani seleniti (Sergio Bonelli Editore), ristampa di quattro storie del suo Detective dell’Impossibile Martin Mystère (e del suo antenato, il Docteur Mystère), con molti articoli ricchi di curiosità sul nostro satellite. Castelli è fra gli ospiti dello speciale di Sky TG24 dedicato allo sbarco sulla Luna: era il 20 luglio 1969 quando l’astronauta Neil Armstrong posò il primo piede umano sul nostro satellite. C’è chi sostiene che lo sbarco non ci sia mai stato, che sia stata imbastita una elaborata messa in scena, visto che la tecnologia all’epoca non lo avrebbe consentito. “Una delle storie del volume affronta proprio questo tema” prosegue Castelli. “Trovo affascinante, ma inverosimile la teoria complottista. Eravamo in piena Guerra Fredda, americani e sovietici gareggiavano anche nella corsa allo spazio: sicuramente i russi controllavano i voli americani, se avessero finto l’allunaggio li avrebbero sbugiardati”.
Nel libro curato da Castelli, il Docteur Mystère vive avventure sopra le righe in un Ottocento fra Jules Verne ed Emilio Salgari. “Ho voluto omaggiare una certa proto-fantascienza”, dice Castelli. “Sulla luna sono andati veramente tutti: da Luciano di Samosata al Barone di Münchhausen. I lunari erano gli alieni per antonomasia, prima che una cattiva traduzione in inglese dei testi dell’astronomo italiano Giovanni Schiaparelli sui canali di Marte (canals, canali artificiali, e non channels, canali naturali) rendesse popolari i marziani. Ho scoperto le edizioni italiane – diverse, perché all’epoca l’Italia era divisa in tanti stati – di una bufala uscita su un giornale americano. All’epoca quando non c’erano notizie, i giornali le inventavano (qualcuno direbbe che lo fanno anche adesso) e un quotidiano si era messo a fare una serie di articoli sostenendo che l’astronomo John Herschel avesse scoperto forme di vita sul nostro satellite.”
La fantascienza racconta il presente, non il futuro e raramente anticipa quello che avverrà. È però accaduto in una famosa saga a fumetti uscita fra il 1953 e il 1954 (ristampata per l’occasione in volume unico da Rizzoli Lizard) del reporter belga Tintin, inventato da Hergè, che raccontava l’allunaggio in maniera scientificamente piuttosto accurata, anticipando anche la sfortunata epopea di Apollo 13 del 1970 con l’equipaggio che riuscì miracolosamente a fare ritorno sulla terra.
Chissà se mai torneremo sulla Luna come i personaggi disneyani. “Se non ci torniamo questa sarà probabilmente l’ultima celebrazione dell’allunaggio” conclude Castelli. “Chi è nato dall’inizio degli anni Settanta in poi non ha alcuna memoria delle spedizioni lunari, terminate nel 1972. E vista la velocità con la quale vengono macinate adesso le notizie (tutto invecchia facilmente) nei prossimi decenni lo sbarco sulla luna rischia di diventare una leggenda. Il racconto del nonno mezzo rimbambito al quale si fa finta di credere”.