Ugo Gregoretti (foto LaPresse)

Addio a Ugo Gregoretti, baluardo contro la desertificazione del mondo della cultura

Eugenio Murrali

E' morto a 88 anni il grande innovatore della televisione e del cinema italiano. Il ricordo di Piera degli Esposti, Elisabetta Pozzi e Benedetta Buccellato

Ugo Gregoretti rispondeva sempre al telefono. Forse si dovrebbe iniziare diversamente un pezzo per ricordare una personalità così decisiva nella storia della televisione e del cinema italiano, eppure in un tempo di disimpegnati intellettuali in modalità aereo, una persona che risponde si segnala già come un diverso. E lo è stato Gregoretti, approdato oggi al lungo silenzio del cuore, nella sua bella casa romana vicino a Piazza Navona. La sua anima antica e sorridente ci lascia soli, ci priva, con questo suo sottrarsi, dopo 88 anni di permanenza geniale, di quell’armonia che univa l’ironia, la gentilezza e la dolcezza.

 

Era un uomo unico, si sa, aveva persino vegliato la salma di Benedetto Croce, nel 1952, da giovane studente della facoltà di Lettere a Napoli. Gregoretti possedeva l’occhio e l’obiettivo di chi osserva e interpreta la realtà. Lo aveva dimostrato con documentari, sceneggiati, film. Di Ro.Go.Pa.G, del 1963, aveva diretto un episodio, "Il pollo ruspante", che raccontava le avventure di una famiglia confusa dalle sirene della nuova società dei consumi: la pellicola godeva di un’interpretazione mirabile di Ugo Tognazzi. E di sue opere se ne possono citare tante: "Sicilia del Gattopardo" (1960), "Controfagotto" (1961), "Le tigri di Mompracem" (1974), "Il conte di Montecristo" (1996).

 

La grande Piera degli Esposti era la figlia del protagonista nel "Circolo Pickwick", miniserie televisiva che Gregoretti girò nel 1968. L’attrice ricorda così quell’esperienza e la figura di questo amico e regista: “È stata una grande avventura. Eravamo a Frascati, in una grande villa con un ricco mobilio, carrozze e distese di prati. Quando ho girato io era tutto coperto di neve. Ricordo il carattere di Ugo, era indimenticabile. La produzione costava molto alla Rai, la neve creava problemi e abbiamo potuto girare solo gli interni, che non mi piacevano perché c’erano i topi, e io, con l’abito lungo, stavo spesso sopra i tavoli. Guardavo Gregoretti che a volte giocava con la neve: non lo dimenticherò, perché lui era così, aveva una sua filosofia, prendeva tutto con leggerezza. Di lui amavo questo modo di garbo e di humour, qualsiasi cosa accadesse lui proseguiva con naturalezza, tra attori che andavano e venivano, in un’atmosfera un poco da Far West, sapeva dare la sicurezza di chi resta vicino al camino”.

 

Questa leggerezza, questo essere in armonia con la vita che Gregoretti emanava emerge nel ricordo di chi l’ha conosciuto. L’attrice Benedetta Buccellato, una delle interpreti del suo Maggio musicale (1989), si esprime con commozione: “L’ho frequentato a lungo, anche dopo Maggio musicale. Io come segretaria dell’Associazione Per il Teatro Italiano e lui come Presidente dell’Associazione Nazionale Autori Cinematografici ci siamo visti spesso, perché avevamo fondato il Movimento Emergenza Cultura – Movem. Ugo aveva una leggerezza e un’ironia, unita all’intelligenza, che rendevano il suo cervello e la sua capacità di accostarsi alle cose sempre molto giovane. In un’epoca di desertificazione del mondo della cultura e dei suoi protagonisti, Gregoretti è una specie di fool, un elfo del sapere, perché aveva questo sguardo da bambino irriducibile, sapeva guardare oltre il primo strato delle cose”.

 

Elisabetta Pozzi, interprete nello stesso film, ci tiene a raccontare questo grande regista anche se stasera è in camerino e sta per entrare in scena a Siracusa : “Sono stata grata al maestro, perché mi ha scelto per un ruolo bellissimo, legato al mondo dell’opera. Grazie a lui, inoltre, ho potuto recitare accanto a Malcom McDowell che, anche se erano passati tanti anni da "Arancia meccanica", restava un divo internazionale. È stata un’esperienza divertentissima: mi ricordo la grandissima ironia di Gregoretti, la sua capacità di gioco, di scherzo, di intelligenza. Poi non ci siamo più frequentati, ma è rimasta in me la memoria di questa sua capacità di sorridere, di ridere, e poi la sua pacatezza: Ugo non perdeva mai il controllo, era magnifico, una persona equilibrata, veramente”.

 

La camera ardente di Ugo Gregoretti sarà allestita sabato 6 luglio, alla Casa del cinema dalle 10 alle 13. I funerali saranno celebrati nel pomeriggio, alle 18, nella Chiesa degli artisti di Piazza del Popolo a Roma.

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