La nostra curiosità senza limiti

Annalena Benini

Gay Talese e il voyeur che voleva capire l’infelicità degli altri

Non era il sesso l’ossessione di Gerald Foos, che negli anni Sessanta alla periferia di Denver, in Colorado, comprò insieme alla moglie un motel allo scopo di “soddisfare la mia illimitata curiosità per la gente”. Da una grata sul soffitto, comodamente sdraiato, quasi sempre solo, con un asciugamano pronto in caso di eccitazione, spiava le coppie e anche i preti nelle loro stanze di passaggio, in vacanza o in attesa di trasloco o in viaggio di lavoro o in fuga dalla vita ufficiale. Non era il sesso a occupare tutti i suoi pensieri, ma l’infelicità umana che si rivela nei momenti privatissimi e nelle relazioni con gli altri, nell’indifferenza o nella foga di una masturbazione con le lacrime agli occhi.

Gay Talese, l’inventore del New Journalism, ha per un attimo ripudiato e poi subito riaccolto questo libro che ha scritto attraverso la storia e il diario di Gerald Foos, che nel 1980 gli spedì una lettera assicurata e non firmata per dirgli: ho informazioni di valore sulle preferenze sessuali degli americani, ma anche sulle emozioni umane: il ridicolo e il tragico. Dentro “Motel Voyeur”, in libreria da oggi per Rizzoli, c’è anche la storia di un omicidio (una donna strangolata), consumato in una delle stanze del motel, che Gerald Foos avrebbe involontariamente provocato, osservato e annotato, ma non sventato né immediatamente denunciato, per questo il Washington Post ha fatto una verifica dei fatti, trovando errori e soprattutto mettendo in discussione le date in cui Gerald Foos, il voyeur, sarebbe stato proprietario del motel (di cui vedrete le fotografie nel libro).

“Come potrei osare promuovere un libro, se la sua credibilità è finita nel cesso?”, ha detto Talese, ma poi ci ha ripensato: Foos è stato un narratore impreciso, ma è stato un fantastico voyeur. Ha dedicato la vita all’osservazione degli altri nel momento in cui sono certi di non essere osservati, li ha messi alla prova sull’onestà e la verità, e a volte li ha pedinati per vedere dalle finestre le case in cui tornavano, scoprendo solitudini fortissime, a volte una disperazione, altre una vita perfetta con bambini festanti e marito affettuoso (lei, infermiera, era appena uscita dal motel dove aveva trascorso nuda il pomeriggio con un medico che prima di aprirle la porta aveva orinato nel lavandino per lo sgomento di Gerald Foos, molto attento all’igiene del suo motel, orripilato dagli uomini che si puliscono nel copriletto).

 

Quanto è essenziale che una storia vera sia completamente, inesorabilmente vera? Non è più importante la verità che contiene? L’immagine di Gay Talese che sale in soffitta insieme al voyeur e striscia verso la griglia e si sporge per guardare la coppia stesa nuda sul letto, “nonostante una voce nella testa mi implorasse di distogliere lo sguardo”: se fosse un’invenzione narrativa sarebbe ancora più bella. Talese non si accorge che la sua cravatta di seta a strisce rosse (“è dalle elementari che porto completi e cravatte”) è scivolata oltre le stecche della griglia, e penzola nella stanza della coppia a pochi metri dalla testa della giovane signora. Per fortuna la donna era di spalle e l’uomo, preso dal piacere, teneva gli occhi chiusi, così Gerald Foos, con lo sguardo allucinato per il rischio che la ragione della sua vita venisse scoperta, riesce a sfilare via la cravatta prima che la vedano. E’ il momento in cui Gay Talese diventa un complice di questa curiosità famelica si fa carico di comprendere l’intera vita da voyeur di un uomo che ha cercato nelle vite nude degli altri il segreto dell’infelicità, ha ascoltato e annotato i litigi per soldi, e ha scoperto che le coppie in vacanza si odiano tantissimo: aveva cominciato da bambino, sotto il davanzale della zia giovane di cui era innamorato. La guardava mentre in piedi, nuda, accarezzava una delle sue bambole di porcellana. Non si era mai più sentito così sconvolto e felice.

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  • Annalena Benini
  • Annalena Benini, nata a Ferrara nel 1975, vive a Roma. Giornalista e scrittrice, è al Foglio dal 2001 e scrive di cultura, persone, storie. Dirige Review, la rivista mensile del Foglio. La rubrica di libri Lettere rubate esce ogni sabato, l’inserto Il Figlio esce ogni venerdì ed è anche un podcast. Ha scritto e condotto il programma tivù “Romanzo italiano” per Rai3. Il suo ultimo libro è “I racconti delle donne”. E’ sposata e ha due figli.