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Perché si bisbiglia di una congiura confindustriale contro la Zanzara

Cruciani e il politicamente scorretto che non piace nè a Boccia nè a Vacchi. Il maldipancia ha probabilmente radici profonde che attengono al vissuto dei detrattori o alla loro “chiesa” ideologica di riferimento.
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Roma. Nel cicaleccio tra confindustriali capita che dopo una pensosa anamnesi del contesto economico universale, due riflessioni sulle sgualcite relazioni sindacali, qualche carezza o pungolata a Renzi, si arrivi lì, al problema della “reputazione” dell’associazione e quindi all’idea di portare all’estinzione una bestia rara con vocazione all’informazione e al cazzeggio: si arriva dunque a indignarsi per le iperbole radiofoniche di Giuseppe Cruciani e della sua Zanzara, trasmissione del tardo pomeriggio di Radio 24, emittente del Gruppo 24 Ore di proprietà della Confindustria. Non importa che l’industriale amareggiato parteggi per Vincenzo Boccia o Alberto Vacchi, i due rivali alla successione di Giorgio Squinzi: la Zanzara irrita i gangli associativi in modo trasversale. E poco importa se la trasmissione in questione, nata nel 2006, arriva a raggiungere uno share di ascolti doppio rispetto alla media dell’emittente: il successo del prodotto offerto, a quanto pare, conta poco agli occhi di alcuni imprenditori che la brama di profitto dovrebbero averla nel dna.

 

Non è nuovo il malcontento per il linguaggio diretto, i ragionamenti sulle gioie (o i dolori) del sesso anale, la crociata anti-veganesimo e più in generale per l’atteggiamento politicamente scorretto, anche sulla politica, gli scioperi e gli statali, di Cruciani e della sua spalla David Parenzo – che di tutto ciò hanno fatto la cifra del programma. Il coming out risale al maggio scorso: in un’assemblea della giunta di Confindustria, oltre alle critiche per una linea editoriale del Sole 24 Ore giudicata all’epoca insidiosa verso il governo Renzi che più d’altri assecondava gli industriali, è spuntato il ronzio della Zanzara. “Eh caspita! E’ una questione di standing dell’associazione e di rispetto sia per gli ascoltatori sia per gli associati”, disse qualcuno nel pissi-pissi di Viale dell’Astronomia.

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Il maldipancia ha probabilmente radici profonde che attengono al vissuto dei detrattori o alla loro “chiesa” ideologica di riferimento. C’è ad esempio una componente cattolica che alberga nel sistema venoso della Confindustria, in particolare nel nordest e in Lombardia, di matrice cattolico-democristiana, un po’ laicizzata dopo il passaggio del berlusconismo, ma che si risente quando ascolta un Cruciani che mette provocatoriamente all’asta il suo sedere. Viceversa esiste una componente de sinistra, i sacerdoti del nuovo radicalchicchismo, i quali dopo una parentesi libertina post anni Settanta scoprono la voglia di verginità; secondo la logica per cui i “progressisti” tramutano in disvalore quello che pochi anni prima consideravano un valore da difendere, magari in piazza.

 

E insomma la Zanzara di Radio 24 viene calpestata in camera caritatis dagli industriali che vorrebbero schiacciarla al muro, e così il suo inventore Cruciani. Chissà se la schiacceranno davvero. Intanto, da qualche tempo, sono vietate le finte interviste a politici, chierici o notabili che hanno procurato scoop altrimenti impossibili (per sapere la verità bisogna mentire, a volte). E poi se non piace il modo, il linguaggio o altro, cambiate canale. (a.bram.)

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