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"È una lotta per la sopravvivenza". I residenti raccontano cos'è che non va davvero a Torre Maura

<p>Viaggio nella periferia est di Roma dopo le proteste per l'arrivo dei 60 rom nel centro di accoglienza di via dei Codirossoni.&nbsp;&ldquo;Il razzismo non c'entra. Qui c'&egrave; solo abbandono&rdquo;</p>

Luca Michele Piscitelli
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“È terminato il trasferimento di tutte le persone presenti nella struttura di via dei Codirossoni”, riferisce il Campidoglio. Nei giorni scorsi a Torre Maura, periferia est di Roma, è andata in scena la rivolta degli abitanti del quartiere (con alcuni esponenti delle organizzazioni di estrema destra, Forza Nuova e CasaPound) contro il trasferimento nella zona di una sessantina di rom, prima residenti in un vicino centro di accoglienza (ora chiuso) e poi spostati nell’ex clinica, sotto la gestione di una cooperativa che ha vinto un bando europeo lanciato dal Comune. “Questa non è più Roma. Roma finisce a stazione Tiburtina. Qui non c'è niente: siamo abbandonati”, si lamentano i residenti. “Ma non dite che siamo razzisti: qui è una lotta per la sopravvivenza”.

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