Foa riproposto come presidente della vigilanza Rai e la nuova intesa tra le Coree

Redazione

Che cosa è successo in Italia e nel mondo in poche righe e senza fronzoli. Le notizie del giorno in breve

DALL'ITALIA

 

La vigilanza Rai approva la risoluzione per la nomina del presidente. Il cda si riunirà la settimana prossima per il via libera definitivo alla candidatura di Marcello Foa.

Forza Italia si è astenuta dalla votazione ma il portavoce Giorgio Mulé spiega che “stavolta c’è condivisione nel metodo e nel merito”.


     

Il Tribunale di Milano ha assolto Paolo Scaroni. L’ex ad di Eni era accusato di avere pagato delle tangenti a un ministro algerino in cambio di un appalto.


 

“Il reddito di cittadinanza ci sarà nella manovra”, ha detto Giuseppe Conte. Il sottosegretario a Palazzo Chigi Giancarlo Giorgetti spiega che “si può sforare il 2 per cento con proposte serie”.


    

Aumenta a sette anni e mezzo la condanna in appello per l’ex governatore della Lombardia, Roberto Formigoni, per il caso Maugeri.


    

Borsa di Milano Ftse-Mib +0,25 per cento. Differenziale Btp-Bund a 219 punti. L’euro chiude in rialzo a 1,16 sul dollaro.

  

DAL MONDO

   

“Basta con il gioco delle colpe sull’immigrazione”, ha detto Donald Tusk, presidente del Consiglio europeo, poco prima dell’inizio del vertice di Salisburgo, dove i leader dei paesi membri si sono riuniti per discutere i temi legati alla crisi migratoria, che, per Tusk, per essere risolta va “affrontata senza retorica”.

“La Bulgaria sosterrà l’Ungheria nei suoi dissidi con Bruxelles”, ha detto il vicepremier bulgaro Krasimir Karakachanov.


 

C’è una nuova intesa tra le Coree. I due leader hanno siglato un patto per “ridurre le tensioni”. Kim Jong-un ha detto che la Corea del nord accetterà le ispezioni per preservare i colloqui sul nucleare.


 

Ian Buruma non è più direttore della New York Review of Books. Era stato duramente criticato negli ultimi giorni per aver pubblicato un saggio critico con il movimento #metoo scritto da Jian Ghomeshi.


 

Alexandre Benalla è stato interrogato dalla Commissione d’inchiesta del Senato e ha detto di non aver mai lavorato come guardia del corpo per il presidente francese.

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