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Salvini sull'immigrazione e i brogli delle elezioni irachene. Le notizie del giorno in breve

Redazione

Tutto quello che è successo mercoledì in Italia e nel mondo senza fronzoli, fuffa e divagazioni

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DALL'ITALIA

    

 “I centri per il rimpatrio saranno chiusi”, ha detto il ministro dell’Interno, Matteo Salvini: “La gente non vuole avere posti dove uno esce alle 8 di mattina, rientra alle 10 di sera e durante il giorno non si sa cosa fa e fa casino”. “Matteo Salvini non ha mai detto che ‘è giusto che chi guadagna di più paghi meno tasse’”. Lo ha fatto sapere l’ufficio stampa di Salvini.

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La Nato replica a Conte sulla Russia. Il segretario generale Stoltenberg: “Mosca deve cambiare comportamento prima che le sanzioni vengano rimosse”.


Un indagato per l’omicidio di Soumayla Sacko, il 29enne del Mali ucciso a colpi di fucile sabato sera a San Calogero.


Pensionato ucciso “per errore” a Roma. Il colpo di pistola è partito accidentalmente dall’arma di una guardia giurata in uno studio medico per una visita in vista del rinnovo del porto d’armi.

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Borsa di Milano. FtseMib +0,2 per cento. Differenziale Btp-Bund a 245 punti. L’euro chiude in rialzo a 1,17 sul dollaro.

    

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DAL MONDO

   

La Tunisia ha annunciato un rimpasto di governo. Il primo ministro Youssef Chahed ha licenziato il ministro dell’Interno, Lofti Brahem. Secondo fonti Reuters, dietro la decisione ci sarebbe il ribaltamento della barca con 180 migranti avvenuto domenica davanti alle coste tunisine.


La May ha incontrato Erna Solberg, il primo ministro norvegese. I due premier hanno parlato dell’eventuale permanenza della Gran Bretagna nel mercato unico europeo dopo la Brexit.


Andrej Babis ha ricevuto l’incarico di formare un nuovo governo per la seconda volta. Il primo ministro ceco cercherà un’alleanza con i socialdemocratici.


Sono stati rilasciati i 14 studenti turchi arrestati a marzo per aver manifestato contro le incursioni dell’esercito di Ankara nella Siria settentrionale.


In Iraq verranno ricontati i voti relativi alle parlamentari del 12 maggio. Lo ha stabilito il Parlamento dopo la segnalazione di brogli del primo ministro al Abadi.

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