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Per salvare gli ulivi non bloccate le strade

Roberto Defez

Strappate le erbacce: il vero pericolo è la Xylella 

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Napoli. “Allora li avete contati? Quanti sono?”. “Sono 137, siamo sicuri, li abbiamo contati dieci volte e sono sempre 137”. Un furto, un errore o ancora peggio: un sabotaggio? La guardia forestale pugliese ha abbandonato il presidio della Tap nelle mani dei manifestanti anti-Trans Adriatic Pipeline perché ha un problema imbarazzante da gestire. Gli ulivi da spostare per far passare la Tap erano 211. Buona parte sono già stati espiantati e trasferiti nei vivai della zona per essere rimessi a dimora appena possibile. Ora ne restano da spostare solo 70. Quindi, se i conti sono giusti, dovrebbero esserci ospitati nei vivai 141 piante di ulivo. I conti sono semplici: 141 più 70 fa 211. Ma di ulivi espiantati e riposti nei vivai della forestale ce ne sono solo 137. Ne mancano quattro. Chi li ha presi? Dove sono? Vi immaginate la figuraccia se si dovesse scoprire che le forze dell’ordine hanno già perso quattro ulivi secolari? Apriti cielo. E chiuditi Tap se, con queste polemiche in giro, si dovessero andare a cercare i quattro ulivi dispersi.

 

Non è uno scherzo, ci mancano davvero quattro ulivi. Solo che non li ha rubati nessuno: li hanno abbattuti. Per adesso solo quattro su 141, ma chissà se non se ne dovranno abbattere altri. I quattro sono stati abbattuti perché, forse qualcuno lo ricorda, nel Salento è in corso dal 2013 quella che è sicuramente la più inquietante epidemia vegetale del continente. Gli ulivi seccano perché infettati da un batterio, Xylella fastidiosa variante CoDiRo, che è il patogeno da quarantena, per anni ignorato dalla magistratura e politica locale, che sta causando la morte delle varietà di ulivo tipiche della zona.

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Le varietà Ogliarola e Cellino sono molto sensibili a Xylella, la varietà Leccino molto meno. Non si può ancora dire che Leccino sia resistente trattandosi di alberi secolari. Ma dà speranza vedere che gli innesti di Leccino su alberi millenari morenti riescono a sopravvivere, mentre gli innesti di Ogliarola seccano. Tra i 141 ulivi spostati a Melendugno per far spazio al cantiere Tap ben quattro erano così malati da essere stati abbattuti, probabilmente altri sono infetti e forse è anche per questo che si pensa di reimpiantarli sugli stessi suoli. Anche per non diffondere ancora la Xylella. Ma i blocchi stradali non fermano Xylella e soprattutto non fermano l’insetto vettore che trasporta Xylella da una pianta all’altro: la sputacchina. Si tratta di una cicalina che vive sulle erbacce in primavera e sale sulla chioma degli ulivi in estate dove si infetta con i batteri patogeni che trova sulle piante infette. Quindi migra e infetta altri ulivi, prima di scendere di nuovo tra le erbe in autunno.

 

Per fermate l’epidemia e la moria di ulivi si devono in primo luogo fermare gli spostamenti della sputacchina. Infoxylella.it è il sito di aggiornamento tecnico sulla patologia degli ulivi che da sempre ha deciso di ascoltare i dati scientifici e non i cantanti e i comici che hanno ostacolato la lotta al patogeno da quarantena Xylella. Infoxylella chiede a tutti di svegliarsi e di rimuovere le erbacce dai campi, dai muri a secco e dalle strade, dai giardini se possibile anche dai vasi. Chiede di ridurre gli spazi dove la sputacchina possa trovare ospitalità in questa primavera. Subito, prima possibile e comunque entro il 30 aprile, anche perché ci saranno multe salatissime dal primo maggio. Ma nessuna multa riuscirà a compensare il diffondersi dell’epidemia di Xylella e la morte di tantissime altre piante.

 

Infoxylella non usa bambini esposti in strada a opporsi alle forze dell’ordine, non fa blocchi stradali, non cerca di dissertare di piani energetici nazionali o di effimeri vantaggi nelle varie elezioni. Ma, se non ne potete fare a meno, anche discutendo di tutto questo, mentre discutete, avendo le mani libere, cominciate a strappare le erbacce. In tutti i modi possibili. Se vi aiuta, discutete anche accanitamente, ma strappate accanitamente le erbacce e cercate di salvare non 70 ma forse settantamila ulivi dalla morte per Xylella.

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Roberto Defez dirige il laboratorio di biotecnologie microbiche

all'Istituto di bioscienze e biorisorse del Cnr di Napoli

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