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nel mediterraneo

Un altro naufragio di migranti solleva interrogativi gravi per l'Unione europea

David Carretta

Trenta persone sono morte al largo delle coste della Libia. Alarm Phone aveva lanciato l'allarme nella notte tra il 10 e l'11 marzo: Malta ha rifiutato di rispondere alle chiamate, l'Italia è intervenuta solo ieri 

Dopo la tragedia di Cutro, un nuovo naufragio nel Mediterraneo centrale pone l'Ue di fronte alle solite domande sull'Italia ma anche sulle scelte della stessa Ue. Ieri 30 migranti sono affogati a circa 100 miglia delle coste della Libia, nonostante l'allarme sui rischi per un'imbarcazione con a bordo 47 persone fosse stato lanciato da Alarm Phone nella notte tra il 10 e l'11 marzo. L'Italia ha deciso di intervenire solo ieri. Malta ha rifiutato di rispondere alle chiamate. La cosiddetta Guardia costiera libica, che avrebbe dovuto avere la responsabilità della zona di ricerca e soccorso in mare dove si trovava l'imbarcazione, non si è mossa.

“Un'altra catastrofe evitabile che mostra la era mancanza di umanità e compassione nel governo Meloni”, ha detto la capogruppo dei socialisti al Parlamento europeo, Iratxe Garcia Perez: “Questo è un fallimento deliberato nello svolgimento delle operazioni di ricerca e soccorso in mare”. Secondo il comunicato della Guardia costiera italiana, le autorità libiche non hanno lanciato un'operazione per “mancanza di disponibilità di assetti navali”. Dove erano finite le motovedette italiane pagate con il bilancio dell'Ue e trasferite alla Libia? Inoltre, sempre secondo la Guardia costiera, l'Italia ha deciso di inviare i suoi assetti solo dopo richiesta delle autorità libiche. Per quale ragione?

 


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