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Viaggio a Santa Palomba, dove dovrebbe sorgere il termovalorizzatore di Roma

"Siamo contrari al concetto dell’inceneritore", dice il sindaco grillino di Pomezia. "La soluzione? Continuare con la raccolta differenziata porta a porta". Il comitato pro impianto: "Bisogna superare questi slogan velleitari che il porta a porta risolve tutto"

Giorgio Caruso
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Dopo l’annuncio, lo scorso 20 aprile, da parte del sindaco di Roma Roberto Gualtieri della costruzione di un termovalorizzatore in grado di trattare 600 mila tonnellate di rifiuti indifferenziati ogni anno e risolvere definitivamente l’emergenza rifiuti, è partito un vero e proprio scontro con il Movimento 5 stelle contrario all’impianto. L’opera, che dovrebbe costare intorno ai 700 milioni di euro, si ispira al termovalorizzatore già sperimentato e in funzione a Copenhagen e dovrebbe essere realizzato prima del Giubileo del 2025.

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Siamo andati a Santa Palomba, nel IX municipio di Roma, sul lotto dove, non c’è ancora nulla di ufficiale, dovrebbe sorgere il termovalorizzatore. L’area di circa 10 ettari collocata tra i comuni di Pomezia, Albano e Ardea si trova di fronte al nuovo centro logistico Amazon e al centro Acea di Roma-Sud a due passi dalla Jonhson&Jonhson.

 

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“Non è un problema di posizione dell’impianto, ma siamo contrari al concetto dell’inceneritore”, dice Adriano Zuccalà, sindaco Cinque stelle di Pomezia che, insieme ai sindaci di Albano e Ardea, si sta battendo per bloccare il progetto di Gualtieri. Per Zuccalà c’è solo una soluzione al problema rifiuti: “Continuare con la raccolta differenziata porta a porta e dirottare tutte le risorse per il termovalorizzatore in un piano di investimenti sulla raccolta differenziata dei rifiuti- e puntualizza il sindaco- nel momento in cui arriveranno gli atti ufficiali noi staremo in mezzo alla strada e con la gente in piazza per fare capire che questa non è la strada per risolvere i problemi di Roma”. A Pomezia, in tanti sono contrari alla costruzione del termovalorizzatore e lamentano la scelta del sito: “Tutto viene sempre fatto a Roma sud, non si ragiona mai di fare qualcosa a Roma nord”. C’è anche chi pensa che possa essere una buona idea, un’opportunità per la città e chi sottolinea il cambio di passo del sindaco Gualtieri: “In campagna elettorale non aveva parlato del termovalorizzatore, appena vinte le elezioni cambia completamente idea: fa proprio il politico!”.

  

A sostenere la scelta del sindaco di Roma ci pensa il comitato “Daje per il termovalorizzatore di Roma” dove esponenti del mondo dell’associazionismo, della politica e imprenditori abbracciano l’idea di un cambiamento radicale per eliminare una volta per tutte il problema dei rifiuti. 

 

“Bisogna superare questi slogan velleitari che il porta a porta risolve tutto e fare cultura sui rifiuti”, dice Patrizia Feletig, promotrice del comitato "Daje Termovalorizzatore di Roma", che spera che questa sia l’occasione giusta per dare un volto nuovo alla Capitale.

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