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È morto Gianfranco Bangone, una delle menti più raffinate del giornalismo scientifico

"Grazie di averci portato a Campo de' fiori invece di fare illusorie passerelle"

Roberto Defez

Dai primi anni al Manifesto a Panorama, dalle battaglie sugli Ogm a quellle sul nucleare. Aveva fondato Darwin assieme a sua moglie, la giornalista di Nature Biotechnology Anna Meldolesi, e a Gilberto Corbellini. Se ne va un fine stratega e un caratteraccio ruvido e tagliente quale solo quello di un sardo doc poteva essere

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In questo anno di lutti a ripetizione se ne va Gianfranco Bangoneuna delle menti più raffinate del giornalismo scientifico che spaziava dai rapporti tra scienza e società, alla politica, alle analisi tecniche delle tecnologie emergenti che i servizi di sicurezza erano impreparati a fronteggiare. Dai primi anni al Manifesto dove si forgia come giornalista e attento osservatore delle dinamiche dei media, va poi a Panorama da dove conduce tante battaglie da quella sugli Ogm a quelle su mucca pazza, dal nucleare alle cellule staminali. Compie anche il salto più complesso, ma anche più indispensabile per la cultura di questo paese e fonda Darwin assieme a Gilberto Corbellini e alla giornalista di Nature Biotechnology (e anche sua moglie) Anna Meldolesi.

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In questo anno di lutti a ripetizione se ne va Gianfranco Bangoneuna delle menti più raffinate del giornalismo scientifico che spaziava dai rapporti tra scienza e società, alla politica, alle analisi tecniche delle tecnologie emergenti che i servizi di sicurezza erano impreparati a fronteggiare. Dai primi anni al Manifesto dove si forgia come giornalista e attento osservatore delle dinamiche dei media, va poi a Panorama da dove conduce tante battaglie da quella sugli Ogm a quelle su mucca pazza, dal nucleare alle cellule staminali. Compie anche il salto più complesso, ma anche più indispensabile per la cultura di questo paese e fonda Darwin assieme a Gilberto Corbellini e alla giornalista di Nature Biotechnology (e anche sua moglie) Anna Meldolesi.

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Darwin sarà la luce che cercherà di illuminare per otto anni un paese scettico e culturalmente arretrato in ambito scientifico, mettendo insieme le tre penne di punta del giornalismo che definire scientifico e filosofico è di sicuro troppo riduttivo.

 
Se ne va un fine stratega e un caratteraccio ruvido e tagliente quale solo quello di un sardo doc poteva essere. Bangone aveva un ristorantino a cui era devoto a Campo de' fiori dove si mangiava malissimo, ma a lui piaceva tanto e si sentiva a casa. Il 13 febbraio 2001, giorno della manifestazione dei ricercatori a favore della libertà di ricerca e contro l'oscurantismo dell'allora ministro Pecoraro Scanio, ci portò lì a pranzo, sotto la statua di Giordano Bruno, l’unica a cui valesse la pena rendere omaggio nel giorno in cui l’intera politica del paese si era piegata a (far finta di) ascoltare la ricerca scientifica nazionale. Potevamo andare in due altri posti dove eravamo stati invitati: dal presidente del Consiglio in carica, Giuliano Amato, o da colui che sicuramente lo avrebbe sostituito vincendo le imminenti elezioni del maggio 2001, Silvio Berlusconi. Scegliemmo quel ristorantino e quella piazza con quella statua dell’eretico per antonomasia e non ce ne siamo mai pentiti. Anzi, 19 anni dopo conservo ancora la tovaglietta di carta di quel pranzo tanto mediocre quanto denso di significati. Grazie Gianfranco di averci portato a Campo de' fiori invece di fare illusorie passerelle.

  

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