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E a Roma scioperano anche i conducenti della metro senza pilota

Statali non ristorati

Il grande sciopero del 9 dicembre nella Pa e quello di oggi nei trasporti (sempre colpa del neoliberismo)

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Doveva essere un autunno caldo, ma il termostato è variabile: dipende se lavori nel pubblico o nel privato. A parte gli autobus che con regolarità hanno ripreso a incendiarsi a Roma, la cosiddetta tenuta sociale del Paese, sembra per ora reggere, grazie alla calma o rassegnazione di chi più avrebbe più diritto a imbufalirsi: ristoratori, partite Iva, professionisti, che hanno visto i fatturati crollare nonostante magari grandi energie e investimenti nel mettere tutto a norma, distanziando, disinfettando, riducendo: ma niente, tutto chiuso, e si sta come d’autunno (caldo) in attesa del ristoro.

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Doveva essere un autunno caldo, ma il termostato è variabile: dipende se lavori nel pubblico o nel privato. A parte gli autobus che con regolarità hanno ripreso a incendiarsi a Roma, la cosiddetta tenuta sociale del Paese, sembra per ora reggere, grazie alla calma o rassegnazione di chi più avrebbe più diritto a imbufalirsi: ristoratori, partite Iva, professionisti, che hanno visto i fatturati crollare nonostante magari grandi energie e investimenti nel mettere tutto a norma, distanziando, disinfettando, riducendo: ma niente, tutto chiuso, e si sta come d’autunno (caldo) in attesa del ristoro.

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Chi invece non si ristora e scende in piazza sono paradossalmente i dipendenti statali. Così è previsto per il 9 il grande sciopero nazionale della pubblica amministrazione (Tito Boeri e Roberto Perotti su Repubblica hanno scritto che con questo sciopero “i sindacati hanno scelto di far odiare i dipendenti pubblici dagli italiani”. La protesta del 9 punta all’aumento per il contratto degli statali (esclusi medici e infermieri, per i quali è già stata prevista una posta separata di bilancio) e vale un aumento medio del 4 per cento. Tutto questo mentre nell’anno che si sta per chiudere più di 6 milioni e mezzo di dipendenti privati sono finiti in cassa integrazione, con una riduzione media del 35-40 per cento dello stipendio. Ma non c’è solo lo sciopero del 9: ce n’è uno anche  oggi. Il sindacato Usi protesta contro “la prosecuzione delle iniziative di difesa collettiva, per migliori condizioni di lavoro, salariali, dignità sui posti di lavoro, per la salute e la sanità, istruzione/formazione, trasporti pubblici e non sottoposti alle ‘regole del mercato degli appalti’, alle esternalizzazioni con gestioni penalizzanti, privatistici”. Insomma, pare di capire, è ancora una volta colpa del neoliberismo.  Non si sa chi tra l’altro prenderà parte a questi scioperi, se sia previsto anche lo sciopero via Zoom, visto tanti dei dipendenti pubblici, almeno a Roma, sono ancora in smart working (con leggende metropolitane per cui una carta di identità o un matrimonio slittano al 2024).

 

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Per fortuna comunque tra poco arriverà l’agognato concorsone: termini scaduti il 21 settembre, millecinquecento posti in palio per varie mansioni, per cui sono arrivate 170 mila domande. Entusiastico era stato il commento della sindaca: “Sono davvero felice di osservare la massiccia quantità di domande da parte dei giovani: il 37,1 per cento proviene da under 30, addirittura il 74 per cento da under 40”, disse Virginia Raggi. Pazzesco infatti che questi giovani attratti dal business comunale lo preferiscano ad altri settori fiorenti come l’intelligenza artificiale, le nanoparticelle, i big data, notoriamente fiorenti in città. Ma si sa che Roma è la Silicon Valley degli statali.

 

E se oggi i trasporti saranno di nuovo a rischio in tutta Italia, nella capitale i lavoratori della metro C si erano portati avanti già da lunedì. Fino alle dieci di mattina infatti “la terza linea del metro’ che avanza” (cit). era ferma, perché non c’era personale a sufficienza a farla funzionare. Si indaga: si sospetta lo sciopero bianco, dovuto a una serie di certificati medici giunti nella notte di domenica. E non conta che la linea C, modernissima, quella che arriverà un giorno a piazza Venezia, è senza conducente, cioè è del tipo senza pilota, a guida automatica, come a Copenhagen e in altre modernissime capitali. Il genius loci è imbattibile e insuperabile: Roma riesce a far scioperare perfino i conducenti della metro senza conducente.

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