Piazze vuote e locali pieni fino a mezzanotte. Così Roma si rassegna al coprifuoco
Passeggiata per le vie di Trastevere, Campo dei Fiori e Pigneto, dove dalle 24 di stanotte è tornato un nuovo lockdown
Non assomiglia tanto al lockdown. Sembra più una serata invernale di tempo variabile, quando i tuoni in lontananza fanno desistere i più pigri da passeggiate e birre in compagnia. Mentre a Napoli il limite orario alla circolazione scatena gli scontri con la polizia, a Roma il primo venerdì di coprifuoco scivola via così, come un imprevisto di mezza stagione. Nella Capitale è anche la prima serata con chiusure parziali e controlli nelle piazze della movida, ma la differenza rispetto ai giorni scorsi non è poi così vistosa.
A piazza Trilussa la scalinata è interdetta dal nastro giallo della polizia locale, appeso anche poco più in là a due pali per chiudere per metà la piazza. Più che quello però fa impressione il contorno creato dai monopattini elettrici sharing parcheggiati in schiera quasi fossero loro la vera barriera. I videomaker e i fotografi, che immortalano le novità, si piegano cercando l’inquadratura giusta per rendere la suggestione. Basta svoltare l’angolo, poi, per accorgersi che i tavoli delle vie di Trastevere sono tutti pieni. Racconta un cameriere: “Per fortuna lavoriamo, certo non sembra venerdì sera, ci sono le stesse persone che normalmente ci sarebbero un mercoledì. Comunque da quando hanno disposto le chiusure a mezzanotte i clienti erano già calati”.
Da via della Lungaretta a vicolo del Cinque, da piazza San Calisto fino all’incrocio tra via San Francesco a Ripa e viale Trastevere, in ogni caso, non c’è un posto a pagarlo in nessun locale. Tutto però è stranamente disciplinato: poche persone in piedi camminano per gli spostamenti e chi consuma lo fa seduto seduto, mentre i carabinieri che girano in gruppi alla ricerca di trasgressori si grattano la pancia annoiati. Alcuni loro colleghi, ingannati dall’angolo visivo, si dimenticano di un gruppo di ragazzi seduto dal lato opposto della fontana di piazza Santa Maria in Trastevere.
Anche sull’altra sponda del Tevere, le cose vanno più meno allo stesso modo. A largo dei Librari, i tavoli del Filettaro (quello noto per il suo baccalà fritto) e degli altri negozi sono gremiti. Percorsa via dei Giubbonari, giunti a Campo de’ Fiori, però, si capisce che rispetto ai giorni passati qualcosa è cambiato. Tutti gli ingressi alla piazza sono transennati e difesi dai cordoni di agenti che chiedono a chi desidera entrare perché vuole farlo, mentre dentro i bar e i ristoranti che percorrono l’intero perimetro sono chiusi. Appesi a tende, sedie e ombrelloni alcuni fogli con sopra stampate delle croci luttuose. Alle 20 qui hanno chiuso tutti in segno di protesta. Non proprio tutti a dire il vero.
È aperta la celebre libreria Fahrenheit 451: “Noi il venerdì è il sabato siamo aperti e anche oggi rimaniamo aperti per principio, anche se di clienti non se ne vedono, ma tanto qua dentro c’è sempre da fare”, spiegano. Accanto anche altri tre locali hanno le luci accese. Al primo, uno dei pochi ristoranti storici della piazza, sono seduti una coppia di stranieri e una troupe televisiva venuta a documentare la situazione. Come va? Perché tutti chiusi tranne voi?. “Non lo vedi? Non voglio manco parlà”, ci risponde seccato il titolare. Accanto il ben più loquace caposala di un cocktail bar ha le idee chiare: “Non si fa così una protesta, non serve a niente e quindi noi non abbiamo aderito. Se si vuole fare una cosa fatta bene chiudiamo tutti e per una settimana, non alle 20 la prima giornata di coprifuoco. Che senso ha? Purtroppo – dice con l’aria di chi la sa lunga – qui un sacco di gente predica bene e razzola male: fanno pagare l’alcol pochisssimo e lo vendono ai minorenni, è normale che chi controlla non si fidi”. Sulla fiducia, comunque, non deve aver del tutto torto. A piazza Madonna dei Monti, altra piazza “chiusa” dall’ordinanza della sindaca Raggi, è solo la fontana ad essere interdetta, mentre al bar sulla piazza diversi gruppetti di stranieri sorseggiano sereni i loro cocktail.
Alle 23.30, mezz’ora al coprifuoco, nella strada pedonale di via del Pigneto ai tavolini si beve come sempre mentre un colonello dei carabinieri parla con una giornalista televisiva camminando illuminato dal faretto della telecamera. Ai due estremi dell’area pedonale il dispiegamento di forze è notevole. Carabinieri, polizia, guardia di finanza e persino l’esercito. “Siamo pochi eh?”, scherza, ma non troppo un carabiniere. Il dispiegamento comunque non ha spaventato gli avventori. “Si parla solo di questo maledetto virus, meglio farlo davanti a una birra e amen se c’è tutto questo via vai di polizia”, dice Daniela, avvocato di 47 anni, infastidita più che altro dalla scelta di aver realizzato un lato per l’ingresso e uno per il deflusso dalla via. “La strada è abbastanza larga per fare le due cose da entrambe le parti. E poi che se sbagli devi rifare indietro tutta la strada, ma è anti-Covid?”. In dieci minuti i locali cominciano a chiudere. Sedie e tavoli piegati, gazebi smontati e tende tirate su. Si fa tutto in fretta. Alle 24 la strada è vuota. Adesso è tornato davvero il lockdown. Su via settembrini, a Prati, un tassista ha bucato, ma in mezzo alla strada può cambiare la ruota con calma. E senza neppure mettere il triangolo.
(Foto di Gianlcuca De Rosa)