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le perversioni del “prima gli italiani”

Inchiesta a parte, fra Suárez e la nazionalità italiana ci sono i decreti Sicurezza

Luca Gambardella

Oltre al caso delle intercettazioni e dell'esame farsa, il giocatore è vittima delle disposizioni delle leggi di Salvini che hanno raddoppiato i tempi per ottenere la cittadinanza italiana

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Alla fine, tra Luis Suárez e l’Italia si è messo in mezzo Matteo Salvini e il suo decreto “Sicurezza”. Ironia della sorte, se l’attaccante uruguaiano del Barcellona non dovesse ottenere la nazionalità italiana la colpa potrebbe non essere solamente della presunta truffa dell’esame di lingua italiana, sostenuto all’Università per stranieri di Perugia. In quel caso, le intercettazioni della Guardia di Finanza sembrano dimostrare che le domande dell’esame di lingua italiana, “affrontato” lo scorso 17 settembre da Suárez, fossero concordate. Una messinscena che vede coinvolti i vertici dell’università, dal rettore Giuliana Grego Bolli al direttore generale Simone Olivieri. L’istituto arriva così al culmine della sua parabola discendente, che in passato rappresentava il fiore all’occhiello dell’insegnamento della lingua italiana per gli stranieri, ma che negli ultimi anni è finito in crisi nera, con il calo vertiginoso degli iscritti, conti in rosso e alcune indagini della Guardia di Finanza, tra cui una per assenteismo.

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Alla fine, tra Luis Suárez e l’Italia si è messo in mezzo Matteo Salvini e il suo decreto “Sicurezza”. Ironia della sorte, se l’attaccante uruguaiano del Barcellona non dovesse ottenere la nazionalità italiana la colpa potrebbe non essere solamente della presunta truffa dell’esame di lingua italiana, sostenuto all’Università per stranieri di Perugia. In quel caso, le intercettazioni della Guardia di Finanza sembrano dimostrare che le domande dell’esame di lingua italiana, “affrontato” lo scorso 17 settembre da Suárez, fossero concordate. Una messinscena che vede coinvolti i vertici dell’università, dal rettore Giuliana Grego Bolli al direttore generale Simone Olivieri. L’istituto arriva così al culmine della sua parabola discendente, che in passato rappresentava il fiore all’occhiello dell’insegnamento della lingua italiana per gli stranieri, ma che negli ultimi anni è finito in crisi nera, con il calo vertiginoso degli iscritti, conti in rosso e alcune indagini della Guardia di Finanza, tra cui una per assenteismo.

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Ora per la vicenda Suárez è indagato anche l’esaminatore del giocatore, Lorenzo Rocca. Proprio lui, intervistato pochi giorni fa da Sky Sport, aveva detto che “l’esame si era svolto secondo prassi”. “Il livello previsto era quello intermedio: non è un livello eccelso, ma neppure di contatto. Come si dice in questi casi: il ragazzo se la cava”. Ora però le intercettazioni delle fiamme gialle sembrano dimostrare una realtà ben diversa: “Non coniuga i verbi, non coniuga i verbi. Parla all’infinito. Vabbè comunque queste sono cose che è chiaro che… che fai glielo fermi per il B1 cittadinanza? Cioè, voglio dì, fa’ ride no?”.

Ma al di là delle indagini, la vicenda ha aperto interrogativi leciti sulla premura particolare riservata dagli esaminatori di Perugia a un giocatore di calcio, tale da fare sperare alla Juventus di poterlo tesserare entro tempi che, nella norma, non sarebbero stati nemmeno immaginabili. Il perché ce lo spiega Gianfranco Schiavone, vicepresidente dell’Associazione studi giuridici sull’immigrazione. “I tempi lunghi per ottenere la cittadinanza, e impossibili da rispettare, sono dovuti alle nuove norme del decreto sicurezza voluto dall’ex ministro dell’Interno”, dice l’avvocato al Foglio.

Si tratta di una delle tante e conclamate conseguenze perverse del “prima gli italiani” di Salvini. Come denunciato da più parti, non ultimi la Consulta e il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in tema di cittadinanza il provvedimento voluto dal governo gialloverde si muove lungo direttrici incostituzionali e ingolfa la già complessa macchina burocratica dello stato. Il decreto “Sicurezza” dell’ottobre 2018 ha portato al raddoppio dei tempi necessari per ottenere la cittadinanza italiana nei casi analoghi a quelli di Suárez. Il giocatore ha tutti i titoli per presentare domanda di cittadinanza, essendo sposato da oltre 10 anni con Sofia Balbi, figlia di un friulano. Le leggi prevedono che il passaporto possa essere richiesto sia in base al criterio di lunga permanenza nel territorio dello stato (10 anni, più altri 4 per il rilascio del documento, salvo i casi di rifugiati o soggetti destinatari di protezione umanitaria che possono fare richiesta dopo 5 anni), sia per matrimonio con un cittadino italiano. Ed è in quest’ultimo caso che il decreto di Matteo Salvini ha messo lo zampino.

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Il provvedimento che, secondo il leader leghista, doveva tenere lontani i migranti irregolari dal nostro paese, ha modificato la legge precedente e ha introdotto un nuovo articolo, il 9 comma ter, che raddoppia il tempo necessario per procedere al rilascio della richiesta di cittadinanza che passa così da 24 a 48 mesi. Se prima di Salvini i tempi per la concessione erano già lunghi, dall’emanazione del decreto “Sicurezza” possono definirsi eterni. “Le tempistiche sono lunghissime e, anche prima dei decreti, difficilmente una pratica si esauriva prima dei due anni. Ora però la situazione è peggiorata”, spiega Schiavone. “In sostanza, oggi chi è sposato con una persona italiana non otterrà la cittadinanza prima di 9 anni, perché oltre ai 4 richiesti per processare la richiesta, ne servono almeno altri 5, nel caso di matrimonio all’estero”, continua l’avvocato.

Una storia surreale, le cui sottotrame restano ancora senza un epilogo. Se il futuro calcistico di Suárez resta in bilico, con la Juventus che sembra avere rinunciato al sogno di tesserarlo – a buon ragione, verrebbe da dire guardando agli ultimi sviluppi –, nello stesso momento altri migliaia di stranieri sono in attesa che trascorra il tempo previsto dalla legge italiana per chiedere un passaporto e il governo rossogiallo, nonostante le promesse, non ha ancora modificato né cancellato i decreti “Sicurezza”. In Parlamento, intanto, deputati e senatori continuano a linciarsi e a lambiccarsi su ius culturae e ius sanguinis.

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